giovedì 9 gennaio 2014

PRIMO INCONTRO PER LA RIAPERTURA DELLE TRATTATIVE DEI DIPENDENTI DEL SSN

COMUNICATO STAMPA
 
 
RINNOVO CONTRATTUALE, FVM ESPRIME SODDISFAZIONE SUL PRIMO INCONTRO PER LA RIAPERTURA DELLE TRATTATIVE DEI DIPENDENTI DEL SSN
 
FRANCESCO MEDICI, FVM: “SPERIAMO SIA L’INIZIO DI UN NUOVO METODO BASATO SUL CONFRONTO, COME AVVENUTO SUL NODO PRECARIATO CON IL SOTTOSEGRARIO FADDA, DOPO DUE ANNI DI ASSENZA DI DIALOGO”
 


Federazione Veterinari e Medici (FVM – Smi e Sivemp), ha partecipato oggi all’incontro con il Comitato di Settore della Conferenza delle Regioni. Erano presenti il vice presidente, Francesco Medici e il segretario organizzativo Zaccaria Di Taranto.

Fvm  ha, innanzitutto, sottolineato l’importanza della riapertura delle trattative dopo due anni di mancanza di dialogo. In questo senso si è espressa una valutazione positiva, per esempio, sul metodo utilizzato dal sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda rispetto al grave problema del precariato. «Può essere una buona base di partenza – ha ricordato Medici – che ha già dato i suoi frutti nei mesi scorsi».  


Fvm ha messo sul tavolo alcune richieste preliminari: innanzitutto la ridefinizione delle aree, quindi che le trattative della dipendenza del Ssn, vada di pari passo con quelle della convenzionata.  Quindi, che si prenda come base di confronto un testo unico delle norme della sanità (il Centro Studi dello Smi ne fece uno qualche anno fa), per mettere ordine nella giungla legislativa che regola i servizi sanitari del nostro Paese.

La sigla sindacale, ha quindi, ribadito queste premesse sono necessarie, perché in questi anni di blocco di contratti e  convenzioni abbiamo assistito a continue fughe in avanti di Regioni e Asl, a scapito della qualità stessa dell’offerta e del lavoro di molti professionisti. «Le tante, troppe leggi dello Stato che sono state approvate in questi anni – spiega Medici - hanno costretto la Conferenza delle Regioni a emanare linee di indirizzo spesso in aperta contraddizione con quelle del ministero dell’Economia e contrarie, a loro volta, a quanto concordato con i sindacati. Tutto ciò ha creato una confusione e una applicazione difforme delle norme stesse non solo tra regione e regione, ma talvolta tra diverse aziende. Un nuovo contratto darebbe certezza di un testo unico, condiviso e valido per tutti».

In questo senso Fvm ha, quindi, avanzato alle Regioni una prima proposta anche di contenuto, mettendo in evidenza come la riduzione dei posti letto, derivante dalla revisione della rete ospedaliera, non sia stata accompagnata da una valutazione di impatto del blocco del turn over e del taglio del personale: il che ha aggravato la situazione nelle corsie e nei pronto soccorso. Queste scelte, infatti, sono incompatibili con l’attuale organizzazione del lavoro: «Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti – conclude Medici - quando i pazienti finiscono per terra o sulle barelle, perché non c’è spazio in corsia e perché non ci sono abbastanza medici per assisterli o sufficienti professionisti nei reparti per dimettere velocemente i malati. Servono oltre che i Lea anche requisiti minimi di personale relativi ai posti letto e ai carichi assistenziali. Se i LEA devono essere “di qualità”, servono medici preparati e stabili».

Roma, 9 gennaio 2013

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