sabato 7 dicembre 2013

Riflessioni fuori tema (ma forse non troppo)

Ho ricevuto la mail di un amico e collega che quì di seguito condivido con voi, perché, pur se in maniera non  così   certosina mi sto documentando anche io su questo argomento. 
Una mia pz tedesca analista economica, con incarichi importanti presso l'ambasciata tedesca a Roma, mi ha confermato che l'unica soluzione alla crisi italiana è  l'uscita dall euro, e che tutti i tecnici che si sono dimostrati fin dall inizio a ragion veduta contrari all'euro sono stati messi a tacere. Basti pensare che 1 marco valeva 1000 lire, poi  marco 1 euro  e 1 euro 2000 lire. 
Chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso? 
E perchè il nostro stato sociale deve esserre distrutto?

Questa la mail:

"Come è ormai noto a chi mi conosce ultimamente sto seguendo con molta attenzione il dibattito sull'uscita dell'euro, ed è altrettanto noto che la mia posizione è a favore.
Non pretendo di convincere nessuno in quanto le cose andranno esattamente come devono andare, indipendentemente da quello che penso io, ma mi sembra giusto che ognuno ragioni sulla base di informazioni corrette e non sulla base di informazioni quanto meno imprecise. 

Una delle cose che ho imparato in questi ultimi tempi sono il vero significato dei concetti di spread e di Lex monetae.

Comincerei da quest'ultimo concetto visto che è senza dubbio il più antico.
Da Wikipedia ricavo questa definizione: "Col termine lex monetae si intende la facoltà di uno Stato sovrano di scegliere la propria valuta.
In caso di mutamento della stessa, si intende il diritto di determinare il tasso di conversione tra la vecchia e la nuova moneta avente corso legale."

Questo principio sovrano che molti ignorano,  come lo ignoravo io fino a poco tempo fa, distrugge l'obiezione di chi dice:"con l'uscita dall'euro i mutui schizzeranno alle stelle". Se il mutuo lo hai acceso in Italia con la legislazione italiana il valore del mutuo verrà contestualmente convertito nella nuova valuta esattamente al tasso didi cambio stabilito al momento del cambio di valuta e quindi sarà al sicuro dalla successiva svalutazione.  Diverso è il discorso per chi il mutuo lo ha acceso all'estero, ma questo è un caso particolare e assolutamente infrequente e che probabilmente coinvolge persone economicamente attrezzate a reggere la botta. 

Similmente, per la stessa ragione, il problema del debito pubblico in mani straniere non sussiste, infatti proprio stamani, al convegno "L'euro contro l'Europa" ho sentito l'economista francese Jacques Sapir dire che il 96% del debito pubblico italiano è stato acquistato sotto legislazione italiana, e quindi soggetto alla lex monetae.
Quest'ultimo punto ci porta a spiegare il concetto di SPREAD con il quale siamo stati tormentati dal 2011 in poi.
Cos'è questo SPREAD? Gli investitori esteri, proprio perché sono consapevoli, acquistando titoli di stato di uno stato estero, che si assumono un rischio del tipo quello che ho spiegato, pretendono all'atto dell'acquisto uno sconto, lo spread appunto, che gli permetta di ammortizzare il rischio e di rientrare del loro investimento. Pertanto chi ha acquistato un titolo di stato di 1000€ con uno spread a 300 lo ha pagato 700€e in caso di una svalutazione fino al 30% non ci ha rimesso nulla (e vi assicuro che quella gente i conti se li sa fare bene).

Cosa succederebbe quindi in caso di ritorno ad una valuta nazionale? Di sicuro non gli sfracelli che certa propaganda preannuncia, anzi, secondo il citato Jacques Sapir (http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_Sapir) che questa mattina al convegno ha illustrato un suo studio sulla dissoluzione della moneta unica europea ll PIL italiano aumenterebbe,  se questo avvenisse oggi, del24% con un aumento del l'inflazione del 2% rispetto alla attuale , quindi uno scenario tutt'altro che spaventoso.
E con questo ho concluso."
P. S.
Il convegno a cui fa cenno il collega è visualizzabile sul sito di Radio Radicale

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