COMUNICATO STAMPA
CURE PRIMARIE, SMI: LE REGIONI VOGLIONO AUMENTARE GLI OBBLIGHI PER I MEDICI DI MEDICINA GENERALE, IL TUTTO A COSTO ZERO
BASTA
CON LE IPOCRISIE, TANTO VALE IPOTIZZARE UN PASSAGGIO ALLA DIPENDENZA DI
QUESTA AREA, ORA CONVENZIONATA, CON TUTTI I COSTI CHE NE CONSEGUONO
E RICONOSCENDO DIRITTI ADEGUATI: GRAVIDANZA, MALATTIA, FERIE, DISTACCHI
SINDACALI
LO SMI DENUNCIA: GRAVE L'ASSENZA DELLA PEDIATRIA E DELLA SPECIALISTICA AMBULATORIALE DAL TAVOLO DI CONFRONTO
All’indomani
della riunione con il Comitato del settore sanità della Conferenza dei
presidenti delle Regioni, presieduto da Claudio Montaldo, sulla
riorganizzazione dell'assistenza territoriale, la delegazione del
Sindacato dei Medici Italiani, composta da Maria Paola Volponi,
responsabile area convenzionata, e Pina Onotri, responsabile della
continuità assistenziale, ha espresso forti perplessità per l’andamento
degli incontri. Le due dirigenti dello Smi, in attesa che venga reso
pubblico l’atto di indirizzo, definiscono le linee guida indicate ieri
«oltremodo preoccupanti».
«Per
le Regioni – spiegano – il binomio è: niente risorse e obblighi a non
finire. L’obiettivo, al di là della lodevole diponibilità dello stesso
Montaldo a trovare punti di mediazione, è evidente: la riorganizzazione
delle cure primarie a costo zero, il solito matrimonio con i “fichi
secchi”. Sulle spalle dei medici l’h24, la presenza coatta negli
mega-ambulatori "collettivi" (case della salute, ecc), l’innovazione
telematica, la burocrazia dei certificati e chi più ne ha, più ne
metta».
Le
due dirigenti dello Smi, quindi auspicano che l’atto di indirizzo, una
volta definito e reso pubblico, «ridimensioni queste gravi
preoccupazioni», e che nei prossimi appuntamenti vengano, «coinvolte
pienamente le rappresentanze della specialistica ambulatoriale e della
pediatria. Tasselli importanti e strategici per una seria
riorganizzazione del territorio e delle cure primarie».
Detto
ciò, Volponi e Onotri sottolineano provocatoriamente, che in assenza di
inversioni di rotta e di una precisa presa di posizione in tal senso
anche dal ministero della Salute, che possa scongiurare ulteriori fughe
in avanti delle Regioni, «tanto vale passare alla dipendenza così almeno
verranno garantite le malattie, la gravidanza, le ferie e i diritti
sindacali. Questi ultimi in questi mesi sotto attacco da diverse Asl e
difesi solo dallo Smi, come dimostra l’importante sentenza di Lecce, che
conferma che le sostituzioni sindacali per i medici di famiglia sono
intoccabili».
«Certo, in
questa ipotesi – concludono – si dovrà prevedere la chiusura degli
ambulatori privati dei medici di famiglia, con relativi indennizzi e,
allo stesso tempo, così assisteremo alla perdita della grande
capillarità dei servizi sul territorio e alla fine del rapporto
fiduciario con il paziente».
Roma, 10 ottobre 2013
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