(Repubblica.it MICHELE BOCCI) ROMA — Ci sono tagli in arrivo per il
Fondo Sanitario nazionale. Inaspettati e brucianti per le Regioni e per
il ministero, che adesso temono effetti devastanti sull'assistenza ai
cittadini. Dopo le parole pronunciate all'inizio della settimana dal
viceministro all'Economia Stefano Fassina, che aveva detto di non poter
escludere interventi di riduzione nella Legge di stabilità, i timori
sono aumentati ora si iniziano anche a fare le cifre. Dal ministero alla
Sanità filtra che l'anno prossimo il Fondo nazionale potrebbe essere
ridotto di 1 miliardo e mezzo, soldi che le Regioni dovranno recuperare
agendo sulla spesa farmaceutica (intervento che varrebbe un miliardo) e
su quella per l'acquisto di beni e servizi. Gare centralizzate e ricerca
del miglior prezzo, attenendosi in certi casi le indicazioni del
ministero dell'Economia, potrebbero essere i criteri da seguire per
questa nuova "spending review". Lo stesso taglio dovrebbe essere
disposto anche per il 2015, per un totale di 3 miliardi.
Ma non è finita qui. L'anno prossimo era stato previsto che al Fondo
di 107,9 miliardi di euro se ne aggiungessero 2 che le Regioni avrebbero
dovuto incassare mettendo nuovi ticket. La Corte Costituzionale ha
escluso la possibilità di mettere altre tasse e le amministrazioni
locali hanno tirato un respiro di sollievo, sperando di disporre di una
quota un po' più consistente per far funzionare ospedali e Asl. E invece
ci sarebbe un progetto per non dare quei 2 miliardi in più. In pratica
l'anno prossimo sarebbero distribuiti 3 miliardi e mezzo in meno
rispetto all'atteso, e il Fondo scenderebbe a 106,4 miliardi. Con una
cifra del genere, rischiano il rosso anche Regioni con i conti a posto.
«Sento parlare con troppa insistenza di questi tagli nei sottoscala
del ministero dell'Economia. Sarebbero insensati, il sistema non li
reggerebbe», dice il ministro Beatrice Lorenzin, ricordando che ultimi
anni la sanità è stata obbligata dalle varie manovre a rinunciare a 22
miliardi. Per la prima volta nella storia del nostro paese, nel 2013 il
Fondo Sanitario nazionale è stato inferiore rispetto a quello dell'anno
precedente. Oggi le Regioni stanno facendo sforzi enormi per restare in
pareggio (e non tutte ci riusciranno). L'anno prossimo si sperava di
respirare un po' avendo più soldi a disposizione con cui affrontare
spese che sono state rimandate. Invece potrebbe esserci un'altra
riduzione del fondo. Addirittura qualcuno teme che si possa tagliare
anche lo stanziamento per il 2013 (ma non nella legge di Stabilità)
perché le Regioni hanno risparmiato sulla spesa più del previsto.
«Avevamo fatto un accordo con il governo per non toccare i
finanziamenti per la sanità — attacca Vasco Errani, governatore emiliano
e presidente della Conferenza delle Regioni — Non conosco le cifre ma i
tagli sarebbero insostenibili e avrebbero conseguenze gravi. La sanità
ha dato un contributo enorme all'economia del nostro Paese in questi
anni. Così il sistema è a rischio default. Tra l'altro se le Regioni
finiscono in rosso devono mettere nuove tasse ai cittadini, non capisco
il senso di una manovra del genere ». Lorenzin ed Errani sono d'accordo
sul fatto che invece di intervenire sul fondo bisogna lasciare la
materia al "Patto per la salute" cioè all'accordo tra ministero e
Regioni. «Il sistema così non regge, il fondo ha già dato — dice ancora
Lorenzin — Così salta il Patto per la salute con cui si potrebbe
governare una spending review interna, razionale ed efficiente per i
prossimi 5 anni». Come dire, lasciate fare a noi, non fate un taglio
"orizzontale". Nei prossimi giorni si saprà se Regioni e ministro
verranno ascoltati.
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