I
medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) rispondono
alle urgenze-emergenze psichiatriche (insieme alle altre urgenze
emergenze generali e constatazioni di decesso ) per il 65%di ore di
cui è composta una settimana.
Nella
Asl Roma B effettuano circa 12.000 visite domiciliari all’anno. Di
queste il 5% sono attivazioni per patologie psichiatriche.
Le
proposte di TSO , fatte dai medici di guardia medica (che vengono
attivati nel 90% dalla Centrale operativa del 118 e solo nel 10%
dalla centrale operativa di guardia medica ) sono in media circa 50 a
trimestre (dati centrale operativa di continuità assistenziale); ma
solo l’1% delle proposte viene convalidata dall SPDC di competenza.
Nelle
procedure vi sono una serie di criticità , accentuate dalle ultime
disposizioni regionali del 22/10/2012 prot 194959 che prevedono la
ricezione della chiamata da parte della centrale 118 e la conseguente
attivazione dello psichiatra di turno o del medico di continuità
assistenziale e dell’ambulanza. Gli altri enti (112 e 113) vengono
attivati solamente dopo l’arrivo del medico sul posto, che viene
sentito nel merito.
Quando
si tratta di attivazione della continuità assistenziale spesso il
medico arriva sul posto e solo successivamente si provvede all’invio
dell’ambulanza.
Tutto
ciò espone il medico di c.a., che è solo nell’espletamento del
suo servizio a domicilio del pz, a dei reali pericoli per la sua
incolumità fisica, senza contare l’inesattezza della procedura
formale adottata :un procedimento di TSO deve prevedere la presenza
di 2 medici (1 che fa la proposta e 1 che la convalida)e la presenza
dei vigili urbani in rappresentanza del sindaco.
Le
procedure in uso prevedono che spesso sulla sola proposta di TSO (non
convalidata da altro medico, né dal sindaco)vengono somministrate
contro la volontà del pz terapie farmacologiche e messi in atto dei
sistemi di contenzione; il medico si espone , quindi, al reato di
violenza privata ( art 610 c.p.) , lesioni personali ( art.
582c.p.) sequestro di persona ( art 605 c.p.); di contro qualora il
medico ometta o ritardi il trattamento urgente, potrebbe essere
chiamato a rispondere di omissione di soccorso ( art 593 c.p) ,
quando non di abbandono di persona incapace (art 591 c.p) o di “
omissione di atti d'ufficio”; bisogna sempre tener presente che il
medico, che pur in stato di necessità produca un danno alla persona,
può essere soggetto ad azione di risarcimento ( art 2045 c.c.)
Nello
svolgimento della usuale attività di continuità assistenziale non
è, inoltre, ben chiaro, nello scenario delle operazioni , chi deve
fare cosa e a chi spetti di fatto il ruolo del team leader.
Non
vi è sinergia tra gli attori del sistema , ognuno risponde al suo
referente:gli infermieri del 118 alla centrale operativa del 118, i
vigili alla loro centrale operativa.;i medici di C.A , rispondono
tendenzialmente a se stessi in quanto hanno come unica interfaccia i
centralinisti della centrale operativa di c.a (roma) o gli infermieri
del 118 (in altre realtà)
La
mancanza di un linguaggio comune e di protocolli condivisi tra gli
operatori porta ad un aumento della conflittualità
La
non conoscenza degli aspetti giuridici e medico legali del problema
comporta un aumento del rischio di denunce
La
mancanza della conoscenza del vissuto e della storia clinica del pz
si traduce in aumento del rischio di errore.
Altro
problema che si pone è a chi spetta il trasferimento del pz con
ambulanza ? (Per i medici di c..a c’è l’allontanamento del
medico di ca dal distretto di appartenenza, mancata copertura
assicurativa per i rischi in itinere e per tale ragione la prassi è
quella dell’affidamento all’equipaggio infermieristico del 118)
Spesso
erroneamente si viene attivati per un TSO; nella maggior parte dei
casi si tratta di problematiche sociali e di ordine pubblico;
Solo
una piccola parte di proposte di TSO fatte dalla C.A viene convertita
dagli psichiatri della struttura pubblica in TSO,;ed in questo caso
cosa succede al medico che ha disposto una contenzione fisica o una
somministrazione farmacologica? Senza contare i costi di un’
attivazione errata :
1
automezzo + equipaggio .
1
o 2 medici di continuità assistenziale.
1
pattuglia di vigili urbani
Spesso
intervengono anche altri attori : vigili del fuoco, carabinieri,
polizia.
In
conclusione la mancanza di protocolli condivisi e linee guida
istituzionalizzate espone il medico di C.A a complesse problematiche medico
legali e la mancanza di un’adeguata copertura assicurativa è un
altro aspetto non trascurabile del problema.