Su Quotidiano Sanità leggiamo le ultime esternazioni del ministro Balduzzi sulla ormai nota norma prescrittiva.
Di interessante c'è il seguente passaggio: “La norma dice che il medico deve sempre
indicare il principio attivo. Se invece reputa che ci siano ragioni
collegate alla storia della malattia del paziente o altre ragioni che
egli ha valutato nel corso della sua esperienza di medico allora può
motivarlo esplicitamente e rendere obbligatorio il farmaco con il nome
commerciale. In realtà il medico può in tutti i casi indicare il nome
commerciale come orientamento. In questo caso i pazienti sono liberi di
acquistare l’equivalente o chiedere il farmaco di marca a prezzo più
alto, su cui però dovrà pagare la differenza”.
In pratica il ministro dice che la lettura fatta su questo blog lo scorso 31 luglio era corretta.
Del resto la sintassi e la punteggiatura hanno un potere normativo superiore e antecedente a quello del ministro.
Allora? Si può cercare di salvare capra e cavoli, come suggerito dal post pubblicato il 22 agosto, sempre su questo blog?
Forse si, attendiamo comunque le inevitabili circolari esplicative ed applicative e che le software house adeguino i programmi gestionali.