giovedì 28 febbraio 2013

Il Tar condanna la Regione Campania a pubblicare 192 carenze di Continuità Assistenziale


da Quotidiano Sanità

 Il Tar ha dato ragione a un ricorso dello Smi e dell’Umus e ha condannato la Regione a pubblicare le 192 carenze di continuità assistenziale (guardia medica) più il pagamento delle spese. Onotri (Smi): “Ribadita importanza del rispetto della pianta organica di guardia medica”.

In Campania il Tar ha dato ragione a un ricorso dello Smi e dell’Umus e ha condannato la Regione a pubblicare le 192 carenze di continuità assistenziale (guardia medica) più il pagamento delle spese.  Soddisfatta Pina Onotri, responsabile nazionale Continuità Assistenziale dello Smi, ricorda che “questo provvedimento, frutto dello straordinario lavoro di Rosa D’Agostino, fa seguito ad altri in Calabria che hanno, invece, ribadito l'importanza del rispetto della pianta organica di guardia medica, pronunciandosi contro la soppressione delle postazioni”.

È in corso una forte iniziativa politica e giudiziaria contro il processo di smantellamento e precarizzazione dell’area della continuità assistenziale – conclude Onotri – e la giustizia dà ragione allo Smi e ai medici del settore. Bisogna bloccare queste pericolose iniziative delle regioni, a partire dalla inaccettabile fuga in avanti della Toscana che intende plasmare un modello di assistenza h16 "scaricando" dalla mezzanotte al 118 l’assistenza ai cittadini. Si affossano così i professionisti della guardia medica, invece di valorizzarli utilizzandoli nell'assistenza diurna e per le attività distrettuali a integrazione oraria (codici bianchi e assistenza domiciliare). Un progetto che contrasta, oltretutto, con le stesse linee guida sul 118 approvate dalla Conferenza Stato-Regioni. La direzione deve essere un’altra. Nel Lazio, per esempio, lo Smi ha chiesto la fine del lavoro sotto organico e un’inversione di tendenza guardando alla soluzione concreta delle criticità, anche prevedendo una centrale telefonica di Continuità Assistenziale funzionante h24, 7 giorni su 7, considerato che delle 440 mila chiamate che arrivano dalla centrale di Roma, circa 200 mila sono fuori dalla fascia oraria. Se si smantella il servizio, che come si evince dai numeri evade migliaia di richieste, il risultato sarà un maggiore afflusso ai Pronto Soccorso e un aumento di mole di lavoro per i medici di famiglia. Non serve inventarsi progetti strani, non servono le cooperative o le società di servizio, l'H24 già esiste ma si deve far funzionare meglio”