venerdì 1 febbraio 2013

Cassazione: "La colpa lieve non è penale se il medico ha seguito le linee guida accreditate"

Da Quotidiano Sanità


Depenalizzata la colpa lieve del medico quando il caso si colloca "all'interno dell'area segnata da linee guida o da virtuose pratiche mediche, purché esse siano accreditate dalla comunità scientifica”. E' quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, in linea con quanto previsto dal decreto Balduzzi , in
una sentenza della IV sezione penale, depositata ieri, che si è pronunciata sul caso di un medico che, nel corso di un intervento di ernia discale, aveva leso dei vasi sanguigni causando un'emorragia che aveva portato al decesso del paziente.

E' già qualcosa,  un piccolo passo verso la difesa dell'atto medico inteso come atto con finalità terapeutiche e che pertanto non dovrebbe mai avere risvolti penali, ma non tale da poter considerare in via di risoluzione il problema del tiro al bersaglio al medico.

COMUNICATO STAMPA

SANITÀ, SMI: BENE SENTENZA DELLA CASSAZIONE SULLA DEPENALIZZAZIONE DELLA COLPA LIEVE.ORA SERVE INTERVENTO LEGISLATIVO  PIÙ AMPIO E ARTICOLATO. LE FORZE POLITICHE DIANO UNA RISPOSTA


SALVO CALÌ, SEGRETARIO SMI: 
“NON SI CHIEDE L’IMPUNITÀ, ATTENZIONE. CIÒ CHE SI AUSPICA È CHE SI INTERROMPA LA SPIRALE PERVERSA DEL BOOM DELLE DENUNCE SULL’ATTIVITÀ MEDICA E SI DEFINISCANO CHIARAMENTE I CONTORNI DELLE RESPONSABILITÀ CIVILI E PENALI, NONCHÉ DEI PROTOCOLLI DI INTERVENTO E DI BUONA PRATICA. 
IL CITTADINO HA DIRITTO AL RISARCIMENTO E IN CASO DI DOLO AD AVERE GIUSTIZIA CON LA CONDANNA DEL PROFESSIONISTA CHE HA SBAGLIATO. 
MA PER OTTENERE TUTTO CIÒ È NECESSARIA UNA LEGGE CHE PREVEDA LA DEPENALIZZAZIONE DELL’ATTO MEDICO E IL POTENZIAMENTO DELLE CAMERE ARBITRALI PER AVERE GIUDIZI RAPIDI E DI QUALITÀ A TUTELA DEL PAZIENTE E DEGLI STESSI CAMICI BIANCHI”



Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi) valuta positivamente la notizia sulla sentenza della Cassazione relativa alla depenalizzazione della colpa lieve. Ora si attende di legge il dispositivo, ma lo Smi coglie l’occasione per chiedere interventi strutturali su questa materia.
Per Salvo Calì, segretario generale Smi, «la situazione in Italia è ai livelli di guardia: è intollerabile che i medici subiscano, spesso, denunce per ragioni estranee al loro operato. Si pensi ai molti problemi organizzativi derivanti dal taglio dei posti letto o dalla chiusura di diversi Pronto soccorso. Un professionista costretto a lavorare con il paziente in barella, in un corridoio, a causa del sovraffollamento, rischia più di altri di incorrere in errori, ed è, quindi, egli stesso vittima della malasanità non solo il paziente. In questi anni abbiamo assistito all'incremento del 24]]%]] delle denunce, ma, badate bene, il 98,1]]%]] dei procedimenti penali si conclude con l'archiviazione. Eppure, l'unico a pagarne le conseguenze in termini di danno psicologico ed economico è il medico».

«Al ministero guidato da Balduzzi – continua il segretario Smi - proprio questa settimana, in un incontro con l’Intersindacale, abbiamo proposto un intervento strutturale: depenalizzare l'atto medico e auspicato il potenziamento delle camere arbitrali con chiari criteri di qualità (con medici e avvocati) al fine di ridurre il contenzioso, ora, forti anche della sentenza di ieri della Cassazione, pur in attesa di leggere il dispositivo, facciamo un ulteriore appello alla Politica: non si chiede l’impunità, attenzione, ciò che si auspica è che si interrompa la spirale perversa del boom delle denunce sull’attività medica e si definiscano chiaramente i contorni delle responsabilità civili e penali, nonché dei protocolli di intervento e di buona pratica. Il cittadino ha diritto al risarcimento e, in caso di dolo, ad avere giustizia con la condanna del professionista che ha sbagliato. Ma per ottenere tutto ciò è necessario depenalizzare l’atto medico e potenziare le camere arbitrali per avere giudizi rapidi e di qualità a tutela del paziente e dei camici bianchi. Non possiamo rimanere ostaggi delle assicurazioni e della medicina difensiva».
 
Roma, 1 febbraio 2012