da DottNet
Convenzioni, lo Snami non ci sta. Sì di Milillo
La nuova convenzione non va giù allo Snami. E invece Milillo plaude all'accordo. Testa replica duramente dopo le indiscrezioni sull'atto di indirizzo per il rinnovo delle convenzioni dei medici di medicina generale con il sistema sanitario nazionale, espresso dal comitato di settore, e che sarà al vaglio dei governatori regionali per eventuali correzioni ed integrazioni prima di ritornare al comitato di settore stesso per l'approvazione definitiva.
Secondo l'accordo da quest’anno le aggregazioni di prestazioni
costeranno la media di quanto costano alle cinque regioni -parametro
(Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Marche). L’assegnazione
percentuale a ciascuna regione però non potrà essere inferiore a quella
ottenuta l’anno prima. "La norma nazionale prevedeva che il riparto 2013
avvenisse sulla base dei costi standard – dichiara Lucio Coletto
assessore alla salute veneto e coordinatore della Commissione salute
delle Regioni. L'intesa – e cambiare in corsa non si poteva. Si è
raggiunto un accordo per una prima applicazione nel 2013 e 2014. Dal
2015 saranno modificati parametri e criteri contemperando necessità di
erogare ovunque i servizi nei livelli essenziali di assistenza ed
esigenze di equilibrio di bilancio: le regioni benchmark non saranno più
cinque ma otto e alle regioni in piano di rientro saranno dati gli
strumenti per rimettersi in pari". Per Coletto, sarà ora più facile
sbloccare le caselle costituite dagli altri tavoli del patto, tra cui
riordino degli ospedali, farmaceutica, ricerca. "Il patto è una norma a
tempo, valida tre anni, che supera la riforma federale perché quantifica
e ripartisce le dotazioni regionali creando un comune denominatore tra
tutte le regioni e premesse per annullare le differenze nell’erogare
servizi, con buona pace di chi parla di 21 centri di spreco". “C'è puzza
di bruciato - dice Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami -.
Vogliono, con il pretesto di aggiornare le convenzioni secondo la legge
Balduzzi, sconvolgere la medicina generale aggregando forzatamente i
Medici e addirittura sequestrarli in strutture poliambulatoriali di tipo
sovietico. Folle progetto di una legge deleteria nella sostanza, perché
non ci sono soldi e perché ai cittadini piace la medicina di famiglia
così com'è: studi distribuiti in modo capillare nel territorio e
rapporto duale con il medico che il paziente ha liberamente scelto”. Lo
Snami dice no all'assistenza centralizzata in strutture che sorgono
lontano da casa propria, in un altro quartiere, o addirittura in un
altro paese. “No alle cure prestate a rotazione da Medici sempre
differenti con reale perdita della continuità della cura, no al falso e
alla disonestà intellettuale - continua il leader dello Snami - di far
credere ai cittadini che avranno l'assistenza del loro Medico di
famiglia 24 ore su 24, anche la notte, ininterrottamente. Ci vorrebbe un
ipotetico medico bionico robotizzato con il dono dell'ubiquità. In
realtà l'assistenza sanitaria temporalmente continuativa durante il
giorno e la notte esiste già oggi fornita dall’assistenza primaria e
dalla continuità assistenziale più il 118 per le emergenze mediche”.
“Paradossale – incalza Testa -. la legge predica le 24 ore su 24 e da
qualche parte le 24 ore ne perdono 8 per la strada”. Lo Snami si accinge
ad organizzare a breve un comitato centrale, un consiglio nazionale ed
un convegno nazionale per dibattere su queste tematiche con i propri
quadri sindacali dirigenziali. “Quanto produrremo nelle due giornate
romane di approfondimento e non escludo di prese di posizione forti -
conclude Angelo Testa - lo invieremo come pacco regalo di Natale al
ministro della salute Beatrice Lorenzin per invitarla a riflettere sui
danni inestimabili che potrebbe produrre l’eliminazione del preciso
punto di riferimento con rapporto interpersonale di tipo uno a uno, che
il Medico di Famiglia rappresenta per la cittadinanza sempre più anziana
e sempre più bisognosa dicure”.
La Fimmg invece esprime apprezzamento per l’accordo unanime raggiunto dalle Regioni sull’utilizzo dei costi standard a partire già dal 2013. “Lo
consideriamo un risultato estremamente positivo perché finalmente le
regioni hanno risolto in poco tempo un problema che le vedeva
su posizioni radicalmente diverse, dichiara Giacomo Milillo,
segretario nazionale della FIMMG. "Vogliamo interpretare questo come un
atto di responsabilità da parte delle regioni che permetta, in
condivisione con il ministero, una rapida e condivisa programmazione
degli altri aspetti del patto per salute. Tenendo conto che il Patto di
stabilità ha eliminato i tagli previsti al finanziamento del SSN per il
2014-2015 - sottolinea Milillo - riteniamo che adesso non ci possano
essere più ostacoli alla definizione dell’Atto di indirizzo che permetta
a breve scadenza l'inizio delle trattative per la riscrittura dell'Acn
".
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