giovedì 21 marzo 2013

Ma i generici non sono tutti uguali?

E’ ancora bufera sull’agenzia dei farmaci. Si apre una nuova strada di indagine nell’inchiesta che ha coinvolto corruzioni e procedimenti illegali all’interno dell’Aifa. Ora si tratta di disastro colposo per la messa in commercio di farmaci non perfetti. Ventidue medicine in commercio, infatti, sono sospettate di essere dannose per la salute dell'uomo. Sotto inchiesta un antinfiammatorio che, che, nonostante potesse provocare danni al fegato non è stato sospeso dal commercio; un anestetico locale che, secondo gli accertamenti, presenta un difetto a causa del quale due fiale diverse non sono distinguibili tra loro, con evidenti conseguenze per la salute pubblica; e poi psicofarmaci, antibiotici, diuretici, antipertensivi, antiasmatici a base di principi attivi che, scaduti i canonici dieci anni del brevetto, dovevano essere nuovamente sperimentati secondo le normali procedure che, invece, sono state ignorate.
Tutto ha avuto inizio nell’estate del 2005 e le vicende penali sono ancora in ballo. I primi provvedimenti hanno riguardato l’esecuzione di otto delle venti ordinanze di custodia chieste dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, i primi arresti da lui firmati in quarant'anni di carriera:  due i corrotti, alti dirigenti dell'Agenzia per i farmaci; sei i corruttori, dipendenti di case farmacautiche o di agenzie di intermediazione.  Tutto perché a seguito di indagini dei Nas di Torino, sono emerse ombre sulle procedure di lavoro dell’Aifa, l'Agenzia italiana per il farmaco, sulle modalità di come classifica e cataloga i medicinali da immettere sul mercato. La sperimentazione di due prodotti bio-equivalenti, i corrispondenti generici di un composto griffato, non convincevano.