domenica 6 gennaio 2013

A proposito delle polemiche sull'intasamento dei PS ospedalieri in Puglia

 Recentemente in Puglia è stata aperta una polemica sul mancato filtro che l'assistenza territoriale non avrebbe operato, causando, secondo i soliti detrattori, l'intasamento dei Pronto Soccorso ospedalieri. 
Sul sito SMI nazionale abbiamo già pubblicato il nostro Comunicato Stampa in proposito, voglio ora pubblicare in questo spazio il Comunicato Stampa del nostro Segretario Regionale dott.ssa Lampugnani.
L'argomento, a mio parere non è di interesse solo locale, ma generale, in quanto queste polemiche si ripetono periodicamente in tutta Italia, alimentando falsi luoghi comuni e fuorviando dalla realtà delle cose. 
COMUNICATO STAMPA SINDACATO MEDICI ITALIANI
La contrapposizione, di cui si parla in questi giorni, tra Medici territoriali e Medici ospedalieri è il dito che mostra la luna. La luna è, invece, l’organizzazione del sistema di cure nel nostro Paese. Non ci sarebbe stato certamente bisogno di Nostradamus per profetizzare l’ingorgo delle strutture sanitarie che si è, puntualmente, verificato nei giorni a ridosso delle festività natalizie. Ne sono prova i dati disponibili per le postazioni di Pronto Soccorso, così come per quelle di Continuità Assistenziale e di Emergenza Territoriale (meglio note come Guardia Medica e “118”). Un po’ meno noto è, invece, l’iperafflusso di pazienti verso gli ambulatori dei Medici di Famiglia, ma, anche in questo caso, i numeri sono disponibili e, ancor di più dei numeri, potrebbe valere la testimonianza dei tanti cittadini che hanno avuto necessità di recarvisi.
Perché tutto ciò? Le ragioni sono molteplici, e proviamo a richiamarle brevemente:
1) una epidemia influenzale che nel periodo in esame raggiunge il suo picco di diffusione;
2) la rilevante incidenza di disturbi dell’apparato gastroenterico legati agli eccessi alimentari;
3) la insufficiente “copertura vaccinale” antiinfluenzale, causata da una campagna minata alla base da notizie inutilmente allarmistiche circa la sicurezza del vaccino disponibile;
4) la consolidata e, per certi versi, incoercibile abitudine invalsa nella nostra cittadinanza di ricorrere impropriamente alle cure mediche di urgenza in generale e del Pronto Soccorso in particolare; ciò per una ingiustificata “emergenza percepita” da un lato, e dall’altro per la possibilità di ottenere in tempi rapidi esami di laboratorio e strumentali.
Fatte queste considerazioni, i numeri parlano chiaro; soltanto nella sede di Guardia Medica di Bari Centro sono state erogate nel mese di Dicembre 2012 oltre 150 prestazioni domiciliari, 300 ambulatoriali a fronte di oltre 700 consulenze telefoniche; oltre l’80% di queste prestazioni sono state erogate dal 21 al 31 Dicembre. Queste cifre vanno moltiplicate per le altre 7 sedi operanti nel territorio comunale di Bari.
Notevole afflusso di utenti è stato registrato, come detto, negli studi di Medicina Generale capillarmente presenti sul territorio. A scopo di esempio, si è determinato presso il Centro Polifunzionale Territoriale “Europa” sito nel Quartiere S.Paolo di Bari (struttura che ospita 10 Medici di Famiglia, supportati da servizi infermieristici, che assistono oltre 15.000 cittadini), un numero di accessi giornalieri durante le 12 ore di apertura continuativa quotidiana, di oltre 500 presenze al giorno. Analogo incremento ha riguardato il numero di visite domiciliari richieste ed effettuate. Anche questi numeri devono essere moltiplicati per tutte le strutture di Medicina di Famiglia esistenti in città.
Il servizio di Emergenza “118” è stato nello stesso periodo oberato di richieste di prestazioni, improprie almeno per il 75%, secondo la valutazione della Centrale Operativa.
Le somme sono presto fatte: senza questa capillare, essenziale e spesso poco visibile attività assistenziale, i tre Pronto Soccorso di Bari avrebbero registrato criticità di gran lunga superiori a quelle che si sono verificate.

Il Sindacato Medici Italiani ritiene che, a fronte di sterili polemiche tra operatori della Sanità a vario titolo impegnati nella assistenza ai cittadini, sia indispensabile aumentare la dotazione di risorse disponibili per potenziare, strutturare e coordinare le attività di assistenza di primo livello (Medicina di Famiglia, Continuità Assistenziale, “118”), in modo da offrire migliori standard qualitativi. Non è secondario evidenziare come tali attività siano tuttora erogate a costi particolarmente contenuti.
Anche i potenziamenti indicati sarebbero possibili con impegni finanziari compatibili con la difficile situazione economica del Paese.
D’altro canto, è ragionevole ridimensionare in larga misura la rete assistenziale ospedaliera, senza destinare una quota contenuta del risparmio conseguito alle Attività Territoriali di primo livello?

Dott.ssa Anna Lampugnani
Segretario Regionale Sindacato Medici Italiani