LO SMI ALLA REGIONE: NO A
UN MODELLO CHE VEDE RIDIMENSIONATO IL SERVIZIO NOTTURNO DI GUARDIA MEDICA PER I
CITTADINI, CHE TOGLIE I MEDICI DALLE AMBULANZE E CHE SCARICA SUL 118 COMPITI
IMPROPRI.
COSÌ I PROFESSIONISTI LAVORANO MALE E SI METTE A RISCHIO LA SALUTE
DEI PAZIENTI.
IL TERRITORIO SEMPRE PIÙ IMPOVERITO DI SERVIZI, CON SEMPRE MENO CAMICI
BIANCHI, POSTI LETTO E OSPEDALI.
IN TOSCANA IN BREVE VERSO LA SANITÀ DI
SUSSISTENZA
Oggi a Firenze, presso l’Ordine
dei medici, si è tenuta un’assemblea autoconvocata contro lo smantellamento
della guardia medica, l’affidamento al 118 di competenze di assistenza primaria
dopo le ore 24, anziché di emergenza, nonché contro la progressiva eliminazione
dei medici sulle ambulanze. Presenti diversi sindacati,
per lo Smi hanno partecipato tra gli altri, la dirigente nazionale Pina Onotri
e il segretario regionale, Raffaele Gaudio.
Netta l’opposizione del
Sindacato dei Medici Italiani (Smi) ai progetti avanzati dalla Regione Toscana,
con il consenso convinto ma isolato della Fimmg, che prevedono una
riorganizzazione dei servizi sul territorio che il segretario regionale Smi, Gaudio
definisce «fortemente pregiudiziale per il Ssr, per i medici e per la tutela
della salute dei cittadini».
«Si punta alla precarizzazione
dei medici e a diluire la continuità assistenziale nel 118, fino
all’eliminazione del servizio – spiega Gaudio - tutto ciò anche a prescindere
dalla famigerata legge Balduzzi. Parlare di continuità assistenziale per una
copertura h 16 come si fa in Toscana, invece che h24, significa, di
fatto, togliere un servizio alla cittadinanza e far perdere molti posti lavoro».
Pina Onotri, dirigente nazionale
Smi (responsabile guardia medica) mette in rilievo il valore di questa grande e
partecipata assemblea. «Molti camici bianchi riuniti, si autoconvocano per dire
alla Regione: no a un modello che vede ridimensionato il servizio notturno di
guardia medica per i cittadini (fino alle 24) e che scarica sul 118 compiti
impropri. Ma anche un convinto no a chi toglie i medici dalle ambulanze,
scaricando sui volontari responsabilità inadeguate e sui Pronto Soccorso
accessi impropri. Così i professionisti lavorano male e la salute dei pazienti
è a forte rischio. Un territorio sempre più impoverito di servizi e con gli
ospedali con sempre meno posti letto è una combinazione pericolosa per la
tenuta del Ssr: in Toscana, altro che la tanto rinomata eccellenza, in breve si
va verso la sanità di sussistenza. Chiediamo che si torni indietro con questi
sciagurati progetti, per fare finalmente dei veri e decisi passi in avanti per
costruire una linea di cure primarie moderna e all’altezza della reale domanda
di salute».
Roma, 15 gennaio 2013