da DottNet
"Prescrizioni
inutili o improprie? A pagare le sanzioni siano tutti, anche i pazienti". La
provocazione è del presidente nazionale del Sindacato medici italiani (Smi),
Giuseppe Del Barone. Con le disposizioni del decreto Balduzzi sui nuovi livelli
di assistenza, infatti, è prevista una vera e propria stretta sui medici di
famiglia: ai camici bianchi è imposto di motivare gli esami e proprio sulle
ricette verranno fatti dei controlli a campione per pizzicare eventuali
prescrizioni inutili o improprie da sanzionare a rigor di legge. Ed è proprio
questo passaggio che fa infuriare il numero uno del primo sindacato che riunisce
generici e ospedalieri. "La cosa offende la nostra professionalità - dice Del
Barone - si vanno a colpire i medici come se fossero gli unici responsabili di
alcune storture del sistema. Maggiori controlli sono necessari, ma la strada
intrapresa del ministro è ancora una volta sbagliata. Chi difende il medico dal
'ricatto' del paziente che se non ottiene quello che vuole si fa assegnare a un
altro professionista?". Ma il fenomeno di prescrizioni inutili e ripetute
sembrerebbe molto esteso. Tra Napoli e la Campania, per esempio, si calcolano
almeno 250mila visite specialistiche, 12,5 milioni di analisi e 1,7 milioni di
esami diagnostici. Indagini molto spesso ripetute per sfiducia nell'esito o nel
medico e nella struttura. E allora quale potrebbe essere la soluzione? "La prima
risposta che mi viene è una provocazione - dice Del Barone - A pagare le
sanzioni per questi esami inutili non siano solo i medici, ma anche i pazienti.
La colpevolezza di tutto ricade sempre sui medici. Eppure nessuno parla, per
esempio, dei tanti esami prescritti a pazienti che poi li fanno effettuare a
parenti che non hanno diritto all'esenzione. Restando su un piano concreto più
concreto - aggiunge Del Barone - è importante l'informatizzazione dei flussi.
Questo consente la tracciabilità e il controllo a tappeto e non limitata a un
campione residuale come previsto dal ministro. Solo così verrebbe difesa la
stragrande parte dei professionisti che opera in maniera seria e spesso è
vittima di pressanti richieste dei pazienti. Allo stesso tempo però si
metterebbe in minoranza la residuale parte di medici poco corretti e si
estenderebbero i controlli anche agli specialisti, agli ospedali e al privato".
Più controlli per tutti quindi, ma anche dei nuovi percorsi diagnostici. "E'
sacrosanto puntare all'appropriatezza - dice Del Barone - questo servirà al
servizio sanitario ad attutire i duri tagli della spending review. Ma non basta.
Bisogna predisporre per tutte le patologie l'adozione di percorsi
diagnostico-terapeutici uniformi da elaborare con la condivisione di tutte le
categorie mediche. Solo così ci sarà uniformità e appropriatezza per le cure e
nei controlli" conclude Del Barone.