Le
due
colleghe
uccise
ricordate
come
esempi
di
abnegazione
professionale
L’ORDINE
DEI
MEDICI
DI
ROMA
ONORA
LABRIOLA
E
CANTAMESSA:
RIUNIONE
DEL
CONSIGLIO
DEDICATA
AI
CASI
DI
BARI
E
BERGAMO
Lala:
“Le
aggressioni
ai
danni
dei
camici
bianchi
hanno
raggiunto
un
livello
drammatico”
Dagli
insulti
alle
minacce,
dalle
percosse
alle
aggressioni
mortali.
Da
anni
l’Ordine
provinciale
di
Roma
dei
Medici-Chirurghi
e
degli
Odontoiatri
lancia
continui
allarmi
sul
crescendo
di
violenze
contro
i
camici
bianchi,
nella
Capitale
come
nel
resto
del
Paese.
Per
tale
motivo
il
Consiglio
direttivo,
riunitosi
ieri
sera,
ha
voluto
dedicare
la
sua
prima
convocazione
dopo
la
pausa
estiva
a
Paola
Labriola
ed
Eleonora
Cantamessa.
Una
uccisa
da
un
paziente
mentre
era
in
servizio
come
psichiatra
in
un
Centro
di
Salute
Mentale
di
Bari;
l’altra,
in
forza
all’Ospedale
Sant’Anna
di
Brescia,
uccisa
a
Bergamo
dopo
essere
stata
investita
volontariamente
mentre
prestava
soccorso
– trovandosi
casualmente
sul
posto
-
a
un
immigrato
ferito
gravemente
durante
una
rissa.
“Due
esempi
di
come
ormai
un
medico
rappresenti
un
bersaglio
quando
svolge
il
proprio
lavoro
in
favore
di
chi
ne
ha
bisogno”,
ha
evidenziato
il
presidente
dell’Ordine
capitolino,
Roberto
Lala.
“Queste
nostre
colleghe
sono
state
vittime
prima
di
tutto
del
loro
attaccamento
al
dovere
professionale
e
dell’obbedienza
al
giuramento
di
salvaguardare
a
ogni
costo
la
salute
e
la
vita
altrui.
Nel
caso
di
Cantamessa
si
tratta
anche
di
un
grande
esempio
di
spirito
civico
e
di
solidarietà
che
si
contrappone
all’indifferenza
e
al
cinismo
che
spesso
macchiano
le
nostre
città
e
le
nostre
strade.
Due
persone
generose
che
hanno
pagato
con
la
propria
vita
la
loro
abnegazione,
sia
durante
sia
al
di
fuori
dell’orario
di
lavoro”.
Lala,
in
nome
dell’intero
Consiglio,
ha
espresso
piena
vicinanza
alle
famiglie
delle
due
uccise,
aggiungendo
che
“Il
livello
delle
aggressioni,
praticamente
quotidiane,
ai
danni
di
medici
è
ormai
drammatico;
ora
dobbiamo
registrare
anche
questa
violenza
insensata
e
ingiusta,
frutto
del
dilagante
degrado
sociale,
che
va
prevenuta
prima
che
faccia
altre
vittime
innocenti.”
Roma,
13
settembre
2013
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