sabato 26 gennaio 2013

La Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa sul ritiro delle associazioni Olmesartan-Amlodipina in ritorsione al meccanismo del Pay-Back

Massimo Volpe, in qualità di Presidente della Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa (SIIA) ha "espresso forte preoccupazione per il ritiro dal commercio di tutte le combinazioni precostituite (in un'unica pillola) basate sull'associazione olmesartan/amlodipina, due farmaci molto utilizzati ed efficaci nel trattamento dell'ipertensione arteriosa".

"Da quando questa terapia, attualmente disponibile in tutti i Paesi europei, è stata ammessa nel 2012 alla rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale anche nel nostro Paese - spiega Volpe - oltre 180.000 pazienti con ipertensione arteriosa sono stati posti in trattamento con tale associazione".

Terapia che "oltre ad essere efficace e ben tollerata garantisce da una parte una maggiore aderenza al trattamento prescritto, dall'altra un miglior controllo della pressione arteriosa, combinando in una singola pillola due principi attivi diversi e complementari".

"Il ritiro dal commercio di tale associazione - aggiunge Volpe -, dovuto apparentemente a motivi economico-finanziari, espone ora tutti i pazienti trattati con tale terapia a visite aggiuntive e nuovi schemi terapeutici, oltre al possibile disorientamento legato al cambiamento della cura. Inoltre, i medici vengono privati della possibilità di prescrivere una terapia antipertensiva efficace e sicura per il trattamento di una delle malattie più diffuse e frequenti in Italia".

"La Società Italiana dell'Ipertensione Arteriosa (SIIA) - conclude Volpe - , in forma assolutamente spontanea, lancia un allarme nei confronti di un episodio che non ha precedenti nella storia del trattamento dell'ipertensione arteriosa e della prevenzione delle malattie cardiovascolari nel nostro Paese, ed esprime profonda preoccupazione per la mancanza di un'adeguata informazione dei pazienti. Invita, inoltre, il Ministro della Salute e le aziende interessate, tra cui l'Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) e tre industrie produttrici, a trovare una soluzione condivisa, affinché venga restituita ai cittadini italiani una importante ed innovativa soluzione terapeutica, che oggi è a disposizione di milioni di persone in Europa".