Siamo
soddisfatti che l'Ordine su questo argomento abbia assunto una
posizione decisa e ringraziamo Cristina Patrizi per essersi fatta
portavoce all'interno del consiglio delle difficoltà operative dei
medici che rischiano sanzioni per disguidi organizzativi non
attribuibili a loro.
Ricetta elettronica, la protesta dei medici: non siamo ancora pronti
Nel
Lazio l’obbligo di “ricetta elettronica” continua a creare difficoltà
operative e il sistema informatico presenta lacune che vanno colmate
prima di sanzionare i camici bianchi. La denuncia arriva direttamente
dall’Ordine dei Medici Chirurghi di Roma che chiede una proroga dei
termini inizialmente previsti dal provvedimento di legge e un tavolo
tecnico con la Regione per rappresentare i problemi riscontrati nella
pratica quotidiana e individuare soluzioni condivise.
Il termine inziale fissato per l’entrata in vigore di tale obbligo è già
slittato dal 30 giugno al 1 ottobre scorso e una recente circolare del
Tesoro ha richiamato fermamente le amministrazioni regionali a
sanzionare i medici in caso di mancato invio. Secondo i vertici
dell’Ordine però allo stato attuale, il sistema informatico determina in
numerosi casi l’impossibilità di effettuare correttamente e
tempestivamente l’invio. Da qui la richiesta di una nuova proroga del
termine e di un confronto con gli uffici tecnici della Regione.
La filiera della “ricetta elettronica” è alquanto complessa e
segmentata: essa deve giungere al SAC-Servizio di Accoglienza Centrale
(gestito dalla SOGEI, dove già afferiscono le certificazioni di
malattia) del Ministero dell’Economia e Finanza, passando però prima per
il SAR-Servizio Accoglienza Regionale che raccoglie i dati
territoriali. La realizzazione dei sistemi di collegamento al SAR è
demandata alle singole regioni: quello della Regione Lazio è affidato
alla LAIT ed è in forte ritardo. La stessa circolare del Tesoro però non
ipotizza sanzioni per le amministrazioni inadempienti. Le sanzioni, in
definitiva, ricadono solo sui medici e il disservizio sui loro pazienti.
Per medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali, poi è a disposizione
una piattaforma online su cui le prescrizioni devono essere inserite
singolarmente, compilando ogni volta i dati anagrafici del paziente e
selezionando da un menù a tendina il farmaco o la prestazione. Inoltre
molte strutture pubbliche sono carenti come hardware, con postazioni
obsolete o insufficienti. Anche per i medici di medicina generale (MMG),
stante la mole di accessi quotidiani dai loro studi, il sistema non è
pratico, quando non addirittura impraticabile. Tanto che la maggior
parte ha provveduto ad acquistare a proprie spese dei software per
gestire più facilmente l’invio delle ricette al SAC.
“C’è poi il problema dei medici sostituti”, fa notare Alfredo Cuffari,
presidente dello SNAMID-Roma, la società nazionale aggiornamento dei
medici generali. “Quando essi sostituiscono un MMG non sono abilitati
all’accesso per l’invio della ricetta elettronica, quindi dovrebbero
usare le credenziali di accesso del titolare. Sarebbe corretto e logico
assegnare loro una registrazione personale, attivabile dalle ASL al
momento della sostituzione e attivo per tutta la durata della stessa”.