Lazio: è
dibattito sugli ambulatori Med
Un flop. E uno spreco. Così Giuseppina
Onotri, responsabile nazionale Smi per la Continuità assistenziale, ha
definito gli ambulatori Med laziali. «Servizio di Ca al collasso, malati
confinati in barella per mancanza di posti letto» ha attaccato la Onotri «e la
Regione che fa? Spende due milioni e mezzo per gli Ambulatori Med». Il progetto,
in fase sperimentale fino all'aprile 2013, intende decongestionare i Ps
attraverso la presa in carico dei codici bianchi e verdi da parte dei Mmg, in
servizio all'interno delle stesse strutture ospedaliere (al momento 12).
«I
medici di famiglia» continua Onotri «non sono preparati per gestire le urgenze.
Inoltre, gli ambulatori Med, inseriti all'interno dei Pronto soccorso, non hanno
affatto sgravato gli ospedali del carico di lavoro». Per la responsabile della
Ca, inoltre, il servizio non raccoglierebbe il favore dei laziali: «Al Pertini,
per esempio» dice «si parla di 20/25 accessi al giorno. Troppo pochi in realtà:
basti pensare che lo stesso numero di visite, da un medico di Mg viene fatto in
2/3 ore».
D'accordo con lei anche Paolo Marotta, tra i coordinatori
dell'Ambulatorio Med all'interno del Policlinico Umberto I: «Per creare un
servizio davvero utile agli utenti» spiega «bisognerebbe creare strutture
intermedie sul territorio».
«Non possiamo bocciare gli ambulatori Med prima
che la fase sperimentale sia conclusa» contrattacca Pier Luigi
Bartoletti, segretario regionale della Fimmg Lazio «Aspettiamo che vengano
resi noti i dati finali dell'esperienza. A noi risulta che in un anno, il
servizio sia stato utilizzato da 16mila utenti, soddisfatti sia della
prestazione medica ricevuta, sia della riduzione dei tempi di
attesa».