COMUNICATO STAMPA
CURE PRIMARIE, SMI: IN TOSCANA PROVE TECNICHE DI ABOLIZIONE DELLA GUARDIA MEDICA, SENZA RICORRERE AL DECRETO BALDUZZI
IN
TOSCANA FITTO CALENDARIO DI INCONTRI DELLA RESPONSABILE NAZIONALE DELLO
SMI DELLA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE, PINA ONOTRI, CON I MEDICI
DELL’AREA. CHIARO MESSAGGIO ALLA REGIONE: LA GUARDIA MEDICA NON SI
TOCCA, SEMMAI SI POTENZIA E SI VALORIZZA
La
settimana scorsa si sono tenuti incontri in diverse province della
Toscana con la partecipazione di moltissimi medici e con gli interventi
di Pina Onotri, responsabile nazionale Continuità assistenziale dello
Smi e del segretario regionale dello stesso sindacato, Raffaele Gaudio.
Sul tavolo le reazioni al Decreto Balduzzi, le possibili modifiche nel
corso dell’iter di conversione alla Camera e il lungo lavoro di
confronto fatto dal Sindacato con diversi parlamentari di Pd, Pdl, Udc,
Idv e la conseguente presentazione di numerosi emendamenti al testo.
Nel contempo in questa regione rimane congelata l’ipotesi di
riorganizzazione delle cure primarie, così come annunciata
dall’assessorato della Sanità, dopo le dure proteste dello Smi.
Tuttavia, desta allarme la denuncia di diversi dirigenti sindacali
aziendali dello SMI circa alcune fughe in avanti di diverse Asl sulla
rimodulazione del servizio di guardia medica.
Per
Pina Onotri, «in Toscana assistiamo alle storture di un federalismo che
consente alla Regione di ipotizzare modelli che contraddicono gli
stessi accordi di lavoro nazionale e, per assurdo, anche regionali».
«In
questa realtà – continua - si confrontano due visioni, una che punta
alla ulteriore precarizzazione dei medici e l’altra che addirittura
diluisce la continuità assistenziale nel 118, fino all’eliminazione del
servizio. Tutto ciò a prescindere del Decreto Balduzzi, un testo che
probabilmente uscirà ulteriormente mutilato e depotenziato nella sua
conversione in legge. Parlare di continuità assistenziale per una
copertura h 16 come si fa in Toscana, invece che h24, significa, di
fatto andare contro il concetto stesso di ruolo unico, che lo SMI
interpreta come accesso unico a tempo pieno».
«È evidente
– aggiunge Raffaele Gaudio - che i primi a saltare saranno i contratti
dei medici di C.a. a tempo determinato, mentre per i colleghi con
contratto a tempo indeterminato non ci sarà spazio per incremento orario
e quindi per una stabilità lavorativa. Senza contare la possibilità di
un contratto separato per i giovani medici nell'ambito delle
aggregazioni funzionali territoriali come pare vogliono fare alcune
aziende».
«Lo
Smi – conclude, quindi, Onotri - vigilerà e contrasterà questi
orientamenti e questi modelli, con una chiara parola d’ordine: la
continuità assistenziale va potenziata e valorizzata, non cancellata o
precarizzata ulteriormente, non possiamo accettare che una convenzione a
costo zero venga fatta a spese dei medici di medicina generale e di
quelli di continuità assistenziale in particolare».