(Roma, 29 ottobre) - Ventimila persone unite per il “Diritto alla
cura e il Diritto a curare”. Medici, operatori sanitari e cittadini, hanno
sfilato a Roma, lo scorso 27 ottobre, in occasione della manifestazione
nazionale contro i tagli alla sanità previsti per circa 31 miliardi, da
quì al 2014. In
corteo anche molti politici di maggioranza e opposizione. «E’ stato un
risultato importante», ha dichiarato Pina Onotri, segretario organizzativo
regionale Smi-Lazio e responsabile nazionale del servizio di Continuità
Assistenziale che ha aggiunto: «Siamo pienamente soddisfatti dell’adesione
alla manifestazione nazionale delle 24 sigle sindacali a cui, anche il
Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi), ha fatto sentire la propria
voce. L’obiettivo è stato quello di informare i cittadini che non esiste più un
sistema sanitario pubblico, a causa dei tagli imposti del Governo, che
colpiscono ospedali, beni, servizi e personale. Ci ha meravigliato, infatti», ha
concluso Pina Onotri «l'inappropriata presenza di alcuni politici di
maggioranza che hanno preso parte al corteo, pur avendo votato, in Parlamento,
le leggi taglia-sanità”. Secondo Paolo Marotta, vice segretario Smi-Lazio
nel quadro complessivo del restyling sanitario della Regione Lazio, “urge
la stabilizzazione dei precari e della dirigenza medica. Ma anche la
riorganizzazione della pianta organica della Continuità Assistenziale (ex
guardia medica) e la realizzazione di una sola Centrale di Ascolto, al fine
evitare inutili sprechi di denaro e di risorse». Infine, Paolo Marotta,
sottolinea: «Auspichiamo, inoltre, che i “Quamed” (Ambulatori
di medicina generale di quartiere), vengano gestiti dalle Asl e non
dal privato cooperativistico. Tutti progetti indispensabili e non più
rinviabili, per una concreta rivisitazione e riassetto di tutto il sistema
sanitario regionale».
Smi-Lazio Ufficio Stampa