mercoledì 4 settembre 2013

Editoriale del n* 2 di "Prospettive Mediche"

EDITORIALE
di Alessandro Dalla Riva
 
Si fa assordante il silenzio intorno al tema salute e SSN.

Saltano come birilli i Servizi Sanitari dei Paesi europei vicini. E’ partito quello greco, e poi in successione quello irlandese, spagnolo, sloveno. Chiudono le Case della Salud catalane.
Ma mai nessun responsabile che faccia un’operazione verità, nessuno che smascheri la “spending confusion”, che faccia un bilancio delle politiche adottate, dividendo le cose buone dalle innumerevoli stupidaggini fatte dalla politica negli ultimi lustri.
Da decenni abbiamo avuto ragionieri e amministratori di condominio più che Ministri della Sanità.
Ci aspettiamo che il Ministro Lorenzin, finalmente un politico verace al vertice della Sanità cambi il passo, dopo tanti colleghi, ahimè, “tecnici”. Ha alle spalle un Governo anomalo che sulla sanità non ha niente da dire, visto che “la sanità non è una priorità“. Ha davanti l’ignavia, le bugie e l’opacità di Regioni, Sindacati e società civile.
Quale migliore occasione, dopo un confronto serrato con gli attori, per mettere in fila tutti quanti, governatori e governati, e fare una grande operazione verità, un pezzo di teatro in grado di scontentare tutti, visto che attualmente ha il raro privilegio di rispondere solo a se stessa:
1. tutti i SSN hanno la febbre e vanno curati con cure drastiche. Basta non ripetere l’errore dei tagli lineari del pessimo Governo Monti e dare un occhio alla curva di Preston;
2. è urgente ricondurre il SSN a unità nazionale rivoluzionando il Titolo V ;
3. va fatta uscire la politica dalla gestione del SSN (cf articolo di Cesare Di Carlo)
E' tempo di ripensare ad alcuni fondamenti epistemologici: per esempio una seria riflessione sull’urgenza di equilibrare il concetto di diritto alla salute con quello veramente rivoluzionario del dovere alla salute; soprattutto in un contesto come quello attuale dove prevalgono le malattie prevalentemente legate ad abitudini individuali.
La declinazione di questa idea apre enormi spazi per aspre discussioni
etiche, delle quali sentiamo francamente una gran bisogno: l’esenzione completa dal ticket è sempre etica? diamo gli antiipertensivi ai fumatori o li invitiamo a tornare dopo che hanno smesso, come succede in USA? o glieli diamo lo stesso … ma non li esentiamo dal ticket? Le domande sono infinite e cogenti….
5. nessun SSN può più dare tutto a tutti, anche se questa idea ha guastato non poco la mente a troppi cittadini. Quindi concentriamo le tutele e selezioniamo i LEA che possiamo permetterci?
Ad esempio gli infortuni automobilistici: non sarebbe più opportuno li pagassero direttamente le assicurazioni auto (togliendo la foglia di fico del contributo SSN nella polizza) ?
Chi fa roccia o sport pericolosi dovrebbe assicurarsi le ev. cure per i probabili infortuni. Non mi risulta essere un diritto costituzionalmente garantito nè l’uso dell’auto nè la pratica di sport estremi …
6. nascono comitati per la dipendenza fra i medici convenzionati e neanche i colleghi dipendenti sono più tanto sicuri di aver fatto una affare a diventare dirigenti dello Stato, ingessati come sono in carriere ormai fatiscenti. Perché non lanciare la sfida di un contratto unico dei medici? sia nel SSN che nelle strutture accreditate? ( sarà un tema che approfondiremo nei prossimi numeri di PROMED)
7. depenalizziamo l’atto medico e istituiamo le camere di conciliazione, meglio se presso ogni Ordine dei Medici. Se la professione lavora serena si risparmia una bella fetta di spesa evitando la medicina difensiva.
8. un SSN non può reggersi sul lavoro medico precario.
Ma se il precariato non è etico in nessun luogo, pensare che l’eticità di un servizio, così delicato come il SSN, sia salvaguardato da alcune migliaia di medici precari è una contraddizione da sanare
in fretta ! ( cfr lettera di Salvo Calì al Ministro Lorenzin ).
Oltre che su queste fondamentali questioni di principio il Ministro potrebbe impegnarsi a instillare piccoli ma significativi contributi di lucidità su temi più tecnici, ma non meno cruciali.
Già siamo alle prese con l’applicazione del Decreto (d’urgenza?!) del non rimpianto Balduzzi sul riordino dell’assistenza territoriale, fortemente voluto, con tanto di minaccia di sciopero, dai babbei della dirigenza Fimmg, Sumai e Fimp, nel tentativo di scavalcare le Regioni. Per ricordare la storia – giacché gli italiani sembrano ormai un popolo di immemori – si sarebbe trattato del primo sciopero sindacale della storia italiana “in soccorso” della controparte.
Il giudizio più lucido e lapidario lo diedero due acuti e neutrali
osservatori di politica sanitaria, Ivan Cavicchi e Cesare Fassari: “ Attenti cari medici di famiglia italiani, che state scherzando col fuoco. Se disgraziatamente qualcosa dovesse andare storto, ricordatevi che sarete voi a pagare un prezzo altissimo … “
Per merito della triplice, pasticciona ma, ahinoi, maggioritaria nel settore, ci apprestiamo a vivere un’esperienza “indimenticabile”.
A chi come Milillo strombazzava di essere disposto
a realizzare la Rifondazione della Medicina Generale e l’assistenza H24 anche a costo zero –sic!- , è stata servita la velenosa bozza di Atto di Indirizzo per il rinnovo degli ACN: un evidente testamento-vendetta delle Regioni, che stanno organizzando una controffensiva all’asse Balduzzi- Sindacati gialli, dagli esiti incerti per la nostra professione.
Gli Assessori, ben consapevoli di come sia impossibile prospettare monumentali ristrutturazioni dell’assistenza territoriale “isorisorse” , anzi “iporisorse” , visto che la “spending confusion” gli ha fatto scomparire sotto il naso 24 miliardi di finanziamenti in 4 anni, hanno pensato bene di provocare la categoria proponendoci di costruire l’H24 sulle macerie della Medicina Generale.
In sintesi vi tagliamo tutte le indennità- associazionismo, personale dipendente, infermiere (dove ci sono), indennità informatica - e così ci creiamo un bel fondo per far finalmente lavorare i MG e i PLS come si deve e H24. E visto che non avete un c…avolo da fare vi diamo il ruolo unico che avete chiesto, ma non il tempo pieno!
Però ragazzi, anche se non vi garantiamo le sacrosante 38 ore settimanali comuni a di tutti i contratti che si
rispettano (ma non è colpa nostra, è che non ci sono proprio i soldi…), vi imponiamo però comunque l’esclusività del rapporto di lavoro: i cacciatori di teste del Borneo sono certamente più gentili …
E Milillo fa ancora il pompiere farfugliando che la bozza è “comunque ampliamente modificabile “ – sic! -. (confronta editoriale “Nasce il sindacalismo giallo anche fra i medici ? “ PROMED N° 3 – 2010)
E parliamo anche del feticcio che è diventata l’assistenza H24 , sulla bocca di tutti i decisori ! Ma facciamolo in maniera professionale.
Ernesto Mola nel N° precedente di PROMED ha riportato una valutazione critica sull’argomento nientemeno del Presidente del College dei GP inglesi, Iona Heath (Heath I: Not safe in their hands, BMJ 20 Feb 2013), e ritorna sull’argomento in questo numero.
Qui vale solo ricordare che esiste una contraddizione di fondo su quale obiettivo concentrare le energie, non infinite, dell’area già boccheggiante della MG. Se vogliamo costruire servizi orientati alla gestione dello tsunami cronicità dobbiamo concentrare le attività dei medici in orari di lavoro compatibili con le esigenze degli anziani: l’ 80% di essi soffre di una o più cronicopatie e si muovono meglio in orari di ufficio.
E’ indispensabile, quindi, prevedere un monte ore elevatissimo di attività dedicate, concentrato al mattino e nel primo pomeriggio per gestire ambulatori di monitoraggio intensivo delle malattie croniche, strutturati per problema e per patologia, secondo il metodo del Chronic Care Model.
Questo sforzo va esattamente nella direzione opposta alla richiesta di disponibilità di presenza estesa H12 o H24 nella MG:
  • inutile perché senza effetti positivi sulla salute generale della popolazione
  • costoso in termini umani e materiali
  • dannoso perché risponde a bisogni di salute presunti e induce consumo inappropriato di servizi – cfr art. di Ernesto Mola
Questa contraddizione attraversa il legislatore confuso di questo decennio, gli amministratori pasticcioni e gli ACN ormai impraticabili.
Lo sforzo su entrambe i fronti potrebbe costare molto e ammazzare il cavallo …inutilmente! 
La Medicina Generale non basta architettarla. Bisogna ricostruirla. 
Magari i MMG si accontenterebbero addirittura di non subirla per colpa dei Milillo di turno, gli apprendisti stregoni del settore.
La nostra Ministra ha dunque enormi spazi politici di intervento. Si presenti con parole di verità, con un proprio progetto politico concepito su orizzonti riformisti vasti e innovativi, e, perché no? con qualche idea capace di sbaragliare gli ignavi: facciamo intanto un ACN unico per tutti i medici a convenzione, basato su ruolo unico e tempo pieno? Pensi che vantaggi per tutti gli utenti dei servizi territoriali e per il SSN !
Potrebbe entrare nella storia con un futuro politico luminoso.
E con la categoria al suo fianco.


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