giovedì 5 settembre 2013

Rassegna stampa Sanità

IL MESSAGGERO/ TAGLI ALLA SANITÀ, IL DIRETTORE SANITARIO VICANO CONFERMA LA SUA POSIZIONE DI  ROTTURA
«Niente di ufficiale, non esiste alcuna nuova bozza dell'atto aziendale». La Asl di Frosinone prende le distanze dall'ipotesi circolata ieri sull'istituzione, nel nuovo documento che disegnerà la sanità del futuro in provincia, di un solo polo ospedaliero: Frosinone, con conseguente declassamento (eliminazione delle direzioni sanitarie) di Cassino, Sora ed Alatri. «Il lavoro della commissione, di cui il manager non fa parte - hanno precisato dalla Asl - è appena iniziato, ci sono stati solo i primi contatti dopo le ferie: il manager attende l'esito dei lavori». Eppure nella riunione di martedì si è discusso a lungo dell'ipotesi anticipata ieri da Il Messaggero tanto che, nel pomeriggio, ne erano a conoscenza anche alcuni sindaci dei comuni interessati. Già pronti, ovviamente, alla guerra. Così come era già accaduto a luglio, con la prima bozza, bocciata all'unanimità, che, recependo le linee guida regionali, prevedeva il taglio del 35% delle strutture complesse (
 tra cui
 la direzione sanitaria ad Alatri) e del 55% delle semplici. La nuova ipotesi ventilata prevedeva condizioni ancora peggiorative con la perdita, per Cassino, Sora ed Alatri, delle strutture complesse della direzione sanitaria. Ieri le reazioni non sono mancate, a partire dal consigliere regionale Pdl Mario Abbruzzese: «Se l'ipotesi andasse in porto - ha detto - sarebbe un atto gravissimo». Ieri è arrivata la smentita della Asl ma il dubbio resta. L'ipotesi è stata bocciata anche dal direttore sanitario Asl Mauro Vicano che già a luglio si era tirato indietro dal gruppo di lavoro per «profonde e insanabili disparità di vedute sull'impostazione della seconda parte dell'Atto aziendale frettolosamente redatto in mia assenza». Diniego ribadito anche lunedì quando la commissione ha tentato di coinvolgerlo di nuovo nelle scelte. Ieri dalla Asl hanno affermato che «non risulta che Vicano dissenta sulle linee guida regionali, ma su una mera ripartizione delle strutture compl
 esse».
«Sono sbalordito da queste affermazioni - ha replicato ieri il direttore sanitario, ufficialmente in aperta rottura con il manager -. Finora non mi sono mai espresso pubblicamente ma ora sono stato tirato in ballo impropriamente: la mia contrarietà alla bozza non si basa sulla ripartizione delle strutture complesse, bensì, come ho già spiegato alla commissione, sullo spirito con cui è stata stilata. Da una parte c'è la mia visione che prevede un confronto con la Regione per stilare un atto aziendale che serva alla provincia, così come del resto richiesto anche da sindaci e parti sociali; dall'altra la visione ragioneristica con cui si è lavorato finora per fare invece un piano che piace a Roma. Mi pare però che si continui su questa strada. Temo che l'azienda andrà incontro ad un'altra figuraccia con il territorio». Ad ogni modo i tempi stringono: l'atto va inviato entro il 5 ottobre.
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ANSA/ ABBRUZZESE (PDL): BASTA PENALIZZARE LA SANITA’ CIOCIARA
Se le notizie apparse sulla stampa di oggi, circa la volontà di declassamento dei tre ospedali di Cassino, Sora e Alatri, ipotizzata dalla Commissione che si sta occupando di redigere il nuovo atto aziendale della ASL, fossero confermate, ci troveremo di fronte ad un atto gravissimo, che merita una assoluta censura, senza alcun appello.
Lo dichiara il Vice Presidente della VIII Commissione Regionale Mario Abbruzzese, a margine delle indiscrezioni apparse circa i contenuti del nuovo atto aziendale.
La previsione di un polo ospedaliero unico, quello di Frosinone, con gli ospedali di Cassino, Sora e Alatri che diventano, di fatto, succursali dello” Spaziani” del Capoluogo, con addirittura la perdita delle strutture complesse della direzione sanitaria, è inaccettabile, per motivi di fatto e di diritto. Ed il Direttore Generale Suppa farebbe bene a riflettere approfonditamente, prima di assumere decisioni penalizzanti per le strutture ed il territorio interessato, perché se sbagliare è umano, e la bozza del precedente atto aziendale era oggettivamente inadeguata, perseverare è diabolico, specialmente per chi amministra la sanità pubblica.
E’ bene ricordare che l’Azienda USL Frosinone assicura DEA di I livello a Frosinone e Cassino, e Pronto Soccorso nei Presidi Ospedalieri di Alatri e Sora.
Ora, prevedere un ridimensionamento di ben 3 ospedali, ognuno con specializzazioni di eccellenza, è illogico, non funzionale e strategicamente sbagliato.
Inoltre, la legge prevede che ogni struttura ospedaliera debba avere una direzione sanitaria. – prosegue l’On. Abbruzzese -
Come si vede, si tratta di un atto, quello che starebbe per presentare la commissione incaricata dal Manager Suppa, ripeto se confermato, che riuscirebbe nella difficile impresa, di risultare addirittura peggiore, dell’atto aziendale bocciato da tutti qualche giorno fa.
La sanità ciociara ha già versato un contributo altissimo in termini di ridimensionamenti, tagli e accorpamenti vari e non può essere ulteriormente penalizzata da scelte incoerenti.
La gente ha bisogno di una sanità di qualità, di servizi efficaci ed efficienti.
La strutture esistenti, peraltro le uniche, andrebbero valorizzate, se si vuole rispondere in maniera adeguata alla domanda di assistenza sanitaria e non declassate.
Anche Sora, quindi, dovrebbe avere la previsione del Dea di I° livello, al pari di Frosinone e Cassino ed il San Benedetto di Alatri dovrebbe essere potenziato come struttura di eccellenza per la traumatologia, a supporto ed integrazione delle attività specifiche dello “Spaziani”
Invece, le scelte commissariali, da parte della Regione Lazio, in ordine alla gestione della sanità in provincia di Frosinone hanno prodotto evidentemente effetti devastanti, che si confermano, purtroppo, con ogni atto di autonomia aziendale. Ha concluso l’On. Abbruzzese.
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ANSA/.SANITA’, STORACE: E’ QUESTA LA RIVOLUZIONE MERITOCRATICA?
 “Se ci sono direttori capaci, il Pd li vuole mettere alla porta solo perche’ non hanno la tessera di partito giusta? E’ questa la rivoluzione meritocratica che era stata annunciata in campagna elettorale?
Spero che Zingaretti voglia smentire le sciagurate dichiarazioni del consigliere del Pd Agostini, al quale la nostalgia di Montino ha fatto perdere la ragione. Credo che il preannuncio sostanziale di una nuova lottizzazione sia davvero sbagliato e che l’Agenzia nazionale di sanita’ – tanto esaltata dal presidente della Regione – debba far sentire la sua voce. A che serve averla coinvolta se poi prevale il metodo Agostini?”.
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ANSA/  AGOSTINI (PD), NEL LAZIO NON C'È SPAZIO PER I VECCHI DG
 «Credo che nel futuro della sanità del Lazio non possa esserci spazio per la vecchia guardia dei direttori generali nominati dalla precedente Giunta. Il lavoro degli esperti Agenas deve puntare ad un ricambio profondo tenendo conto di chi ha contribuito a creare lo stato di crisi attuale e di chi non ha tenuto conto, invece, delle disposizioni regionali in merito, per esempio, alle gare d'appalto». Lo dichiara il consigliere regionale del Lazio del Pd Riccardo Agostini. «Il semplice buon senso dice che il profondo cambiamento necessario a cambiare il sistema non può essere affidato a chi ha oggettivamente contribuito a determinare lo stato di crisi attuale - aggiunge - Occorre voltare pagina e non valutare le aderenze politiche dell'ultimo minuto. Troppi sono i direttori nominati dalla Polverini che stanno tentando il riciclaggio. Non si può fare, il modello dg per tutte le stagioni direi che ha fatto il suo tempo».
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ANSA/ ASL FROSINONE VERSO IL DECLINO
«Due Poli ospedalieri come Alatri e Sora declassati, il nosocomio di Anagni cancellato, neanche 4000 operatori in servizio, contro i 6000 di cui ci sarebbe bisogno e una atavica carenza di posti letto per acuti».
A sintetizzare la situazione della sanità frusinate è il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato. «L'atto aziendale va rivisto sulla base delle esigenze della popolazione. Le strutture sanitarie a Frosinone e provincia - argomenta Maritato - hanno già subito una pesante battuta d'arresto con la creazione della cosiddetta macroarea, idea della precedente amministrazione che non ha fatto altro che penalizzare una provincia già povera di strutture. Ci chiediamo - conclude - da chi sia composta la commissione dei 'saggì che ha provveduto alla stesura dell'atto aziendale e quante risorse aziendali siano state destinate a tale gruppo».
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(Adnkronos Salute)/  PSICHIATRI E GUARDIE MEDICHE A RISCHIO AGGRESSIONI INSIEME A OPERATORI 118 E ADDETTI PRONTO SOCCORSO
Sono i medici che lavorano nei centri di Igiene mentale, nei Pronto soccorso, sulle ambulanze, insieme alle guardie mediche notturne, le categorie di camici bianchi maggiormente esposti al rischio di aggressione. È quanto rileva il Tribunale dei diritti e dei doveri del medico (Tdme), dopo il caso della psichiatra uccisa a Bari, dove è stato fermato un suo paziente accusato di averla accoltellata più volte. Secondo un sondaggio effettuato dal Sindacato medici italiani (Smi) su 600 guardie mediche in tutto il Paese, ben 9 medici su 10 durante tutta la loro attività hanno subìto almeno una volta un'aggressione e 8 su 10 ne hanno subìta più di una. A maggior rischio le donne. Recarsi in visita domiciliare durante la notte, con mezzi propri, in luoghi non familiari e in casa di sconosciuti, o ricevere gli assistiti in sedi di guardia medica isolate e senza vigilanza sono le situazioni più pericolose, che hanno portato nel 64% dei casi a minacce verbali, nel 20% a percoss
 e, nel 13% dei casi a intimidazioni a mano armata e nell'11% ad atti di vandalismo. Nell'80% delle situazioni l'aggressione è avvenuta nella sede della guardia medica, mentre nell'11% a domicilio del paziente. Più preoccupante la situazione nei Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti in particolar modo al centro e al Sud del nostro Paese.
 «Non possiamo non prendere atto con preoccupazione del fatto che quella medica risulti sempre più una professione a rischio - evidenzia lo Smi - nella quale non pochi colleghi sono costretti a operare in un clima di estrema precarietà.  Per questo chiediamo con forza alle Istituzioni, agli organi competenti e alle Forze dell'ordine di individuare e mettere in atto tutte quelle misure di sicurezza in grado di garantire un servizio che, in molte zone del Paese, risulta essere se non l'unico, ma di certo il primo importante riferimento di carattere sanitario». «Questo, del resto - conclude il sindacato - permetterà anche e soprattutto di prestare un'assistenza migliore al cittadino che ha il diritto di essere assistito da un professionista sereno e non da un medico preoccupato e sulle difensive. Da sempre chiediamo e pretendiamo maggior sicurezza nelle sedi dell'ex guardia medica, prive di sistemi di sicurezza idonei come inferriate, porte blindate, videocitofoni, contatti diretti con il 118 o il 113».




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