Si è svolto oggi il Consiglio nazionale
della Fondazione, che ha chiuso l’anno con un avanzo di 1,085 miliardi e un patrimonio netto di 12,528. Indette per il 14 luglio le elezioni per il nuovo presidente dopo le dimissioni di Parodi coinvolto in un’inchiesta sulla gestione del patrimonio Enpam.
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sabato 30 giugno 2012
ENPAM: Il nuovo presidente sarà eletto il 14 luglio. Approvato il bilancio consuntivo 2011
Unità di Cure Primarie. Stato dell'Arte
Al seguente link un commento e materiale del visesegretario regionale Paolo Marotta
http://goo.gl/znG5O
http://goo.gl/znG5O
Persino la magistratura contabile lo dice...
Perplessità anche sulla "Spending Review"
Da Quotidiano sanità:
Il governo del sistema
Per Benedetti, infatti, “il governo della spesa sanitaria non può essere esclusivamente subordinato al mero rispetto delle regole contabili”, specificando che “il miglioramento dei saldi di bilancio, sempre ovviamente auspicabile ed apprezzabile, va finalizzato ad un’elevazione dei livelli di assistenza e, più in generale, alla ricerca di risorse da destinare a strumenti in grado di consentire maggiore uniformità all’erogazione delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, eliminando quelle situazioni di accentuata sperequazione, che ancora oggi caratterizzano (in negativo) il funzionamento del sistema sanitario”.
Conti a posto e diritto alla salute. Un equilibrio difficile
Si tratta di affermazioni molto impegnative per l’organo di controllo che trovano ampia ragione nelle riflessioni che seguono alla presentazione dei dati sull’esercizio 2011 del Ssn. E che partono da una prima considerazione legata proprio al difficile equilibrio tra il dovere di tenere i conti a posto e quello di garantire il diritto alla salute. Scrive Benedetti: “Il problema principale della governance del settore sanitario è quello del confronto fra i vari interessi pubblici presi in considerazione, almeno all’apparenza contrapposti e di difficile composizione, che si traduce nel rapporto, non sempre facile e spesso conflittuale, esistente fra esigenze di bilancio e diritto alla tutela della salute”. “In altri termini - aggiunge Benedetti - a differenza di ciò che magari accade in altri settori, in quello sanitario la validità di una gestione non può essere sempre affermata solo sulla base di conti che quadrano (quando quadrano…), ma va vista anche e soprattutto in funzione dell’interesse pubblico sostanziale perseguito (tutela della salute)”.
Spending review in sanità. I dubbi della Corte
In questo quadro non possono quindi mancare alcune preoccupazioni per l’annunciata spending review, verso la quale la Corte non nasconde le sue perplessità. Sottolinea infatti Bendetti: “Nel prossimo futuro la sanità sarà oggetto di particolare attenzione nell’ambito della prevista spending review; anzi, dal settore ci si attenderebbe un contributo particolarmente consistente (addirittura si è ipotizzato circa un quarto dei risparmi complessivamente necessari). E’ ben nota l’esigenza che la spesa di settore vada opportunamente riqualificata, sfrondandola innanzi tutto da ricorrenti episodi di malaffare e da persistenti sprechi”. Ma attenzione, secondo il vice procuratore generale, “Sarà bene, però, che si faccia anche una attenta riflessione sulle possibili conseguenze negative che una eccessiva contrazione delle risorse potrà avere sul funzionamento del sistema e sull’adeguato mantenimento dei livelli essenziali di assistenza”. “Una visione esclusivamente contabilistica del settore - conclude Benedetti - rischia, cioè, di entrare in rotta di collisione con le finalità proprie del sistema, producendo talvolta anche contenziosi giudiziari”.
Le criticità da superare
Ma questo non vuol dire che non si debba intervenire. E soprattutto in alcune storiche criticità del sistema che la Corte ricorda senza peli sulla lingua. A partire dalle liste d’attesa , alla crisi dei pronto soccorso ma anche di grandi strutture sanitarie private. Fino ai ticket “non è possibile pensare di utilizzare tale strumento all’infinito” e alla fuga delle assicurazioni dal prendersi carico delle polizze antirischio sanitario.
Da Quotidiano sanità:
Corte dei conti: “La sanità non può essere governata pensando solo alla spesa”
Il monito nella relazione del procuratore generale sul rendiconto generale dello Stato. “Una visione esclusivamente contabilistica del settore sanitario rischia di entrare in rotta di collisione con le finalità proprie del sistema”. Vedi il capitolo dedicato alla sanità.
28 GIU - Non usa mezzi termini il vice procuratore generale presso la Corte dei conti, Roberto Benedetti, incaricato della stesura del capitolo dedicato alla sanità nell’ampia memoria del procuratore generale Salvatore Nottola sul rendiconto generale dello Stato, presentata stamattina a Roma dalla Corte dei conti.Il governo del sistema
Per Benedetti, infatti, “il governo della spesa sanitaria non può essere esclusivamente subordinato al mero rispetto delle regole contabili”, specificando che “il miglioramento dei saldi di bilancio, sempre ovviamente auspicabile ed apprezzabile, va finalizzato ad un’elevazione dei livelli di assistenza e, più in generale, alla ricerca di risorse da destinare a strumenti in grado di consentire maggiore uniformità all’erogazione delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, eliminando quelle situazioni di accentuata sperequazione, che ancora oggi caratterizzano (in negativo) il funzionamento del sistema sanitario”.
Conti a posto e diritto alla salute. Un equilibrio difficile
Si tratta di affermazioni molto impegnative per l’organo di controllo che trovano ampia ragione nelle riflessioni che seguono alla presentazione dei dati sull’esercizio 2011 del Ssn. E che partono da una prima considerazione legata proprio al difficile equilibrio tra il dovere di tenere i conti a posto e quello di garantire il diritto alla salute. Scrive Benedetti: “Il problema principale della governance del settore sanitario è quello del confronto fra i vari interessi pubblici presi in considerazione, almeno all’apparenza contrapposti e di difficile composizione, che si traduce nel rapporto, non sempre facile e spesso conflittuale, esistente fra esigenze di bilancio e diritto alla tutela della salute”. “In altri termini - aggiunge Benedetti - a differenza di ciò che magari accade in altri settori, in quello sanitario la validità di una gestione non può essere sempre affermata solo sulla base di conti che quadrano (quando quadrano…), ma va vista anche e soprattutto in funzione dell’interesse pubblico sostanziale perseguito (tutela della salute)”.
Spending review in sanità. I dubbi della Corte
In questo quadro non possono quindi mancare alcune preoccupazioni per l’annunciata spending review, verso la quale la Corte non nasconde le sue perplessità. Sottolinea infatti Bendetti: “Nel prossimo futuro la sanità sarà oggetto di particolare attenzione nell’ambito della prevista spending review; anzi, dal settore ci si attenderebbe un contributo particolarmente consistente (addirittura si è ipotizzato circa un quarto dei risparmi complessivamente necessari). E’ ben nota l’esigenza che la spesa di settore vada opportunamente riqualificata, sfrondandola innanzi tutto da ricorrenti episodi di malaffare e da persistenti sprechi”. Ma attenzione, secondo il vice procuratore generale, “Sarà bene, però, che si faccia anche una attenta riflessione sulle possibili conseguenze negative che una eccessiva contrazione delle risorse potrà avere sul funzionamento del sistema e sull’adeguato mantenimento dei livelli essenziali di assistenza”. “Una visione esclusivamente contabilistica del settore - conclude Benedetti - rischia, cioè, di entrare in rotta di collisione con le finalità proprie del sistema, producendo talvolta anche contenziosi giudiziari”.
Le criticità da superare
Ma questo non vuol dire che non si debba intervenire. E soprattutto in alcune storiche criticità del sistema che la Corte ricorda senza peli sulla lingua. A partire dalle liste d’attesa , alla crisi dei pronto soccorso ma anche di grandi strutture sanitarie private. Fino ai ticket “non è possibile pensare di utilizzare tale strumento all’infinito” e alla fuga delle assicurazioni dal prendersi carico delle polizze antirischio sanitario.
venerdì 29 giugno 2012
Eolo Parodi non è più, definitivamente, il presidente dell'ENPAM
Notizia d'Agenzia
29 Giugno 2012 - 16:53
(ASCA) - Roma, 29 giu - Eolo Parodi non e' piu' Presidente dell'Enpam la cassa previdenziale di medici odontoiatri. Con una lettera indirizzata al Presidente ad interim Alberto Oliveti, Parodi ha comunicato le sua rinuncia definitiva alla carica. ''Sono sicuro - scrive - di aver dedicato tutto me stesso al bene dei medici e degli odontoiatri italiani e, pertanto, al fine di evitare ogni spiacevole equivoco e fraintendimento, ho maturato, nell'interesse generale della Fondazione, l'irrevocabile decisione di dimettermi dalla carica di Presidente, che Ti comunico formalmente''.La decisione e' stata accolta oggi dal Consiglio di amministrazione. Il Cda, nel recepire le dimissioni come previsto dallo statuto, ha tributato un applauso a Eolo Parodi manifestandogli tutto il riconoscimento per la dedizione con la quale ha ricoperto la carica di Presidente.
Domani, 30 giugno, verra' reso partecipe di quanto avvenuto anche il Consiglio nazionale della Fondazione, che e' formato dai Presidenti dei 106 Ordini provinciali. La riunione del ''parlamentino'' dell'Enpam era gia' stata convocata per votare il bilancio consuntivo 2011.
''Tengo a precisare - scrive Parodi - che l'Ente, come risulta dal bilancio consuntivo del 2011, presenta uno stato complessivo di benessere e di garanzia per il futuro, anche in questo momento in cui l'Italia affronta un cosi' difficile periodo''.
La Fondazione Enpam chiude infatti il 2011 con un patrimonio di 12,5 miliardi di euro, che si e' piu' che quadruplicato dal 1993, da quando cioe' Parodi entro' in Enpam, prima come vice commissario e poi come Presidente. Era infatti l'anno del commissariamento e Parodi fu chiamato a rimettere in sesto un Ente che aveva all'epoca un disavanzo economico di 200 miliardi di lire.
''Sono certo che le questioni giudiziarie, nelle quali sono incolpevolmente coinvolto - prosegue - avranno una soluzione a me favorevole e daranno pienamente atto della correttezza e trasparenza del mio operato; del resto mi sono dedicato con tutte le mie forze, che purtroppo vanno affievolendosi, al bene dell'Ente''.
''La mia decisione di rassegnare le dimissioni - conclude - e' maturata anche in base alla considerazione che le indagini della Magistratura potrebbero avere un corso non particolarmente breve e, dunque, tale situazione di incertezza potrebbe dare luogo a strumentalizzazioni che, sempre per il bene dell'Ente, non intendo in alcun modo raccogliere''.
Da DottNet: il mondo della Previdenza Medica visto dall'ENPAM
L’Enpam fotografa il mondo dei medici italiani: in futuro più donne, meno mmg. Troppe disparità nei redditi tra giovani e senior
Il mondo dei medici e della medicina immortalato dall’annuario
statistico 2010 appena pubblicato dall’Enpam, la più grande cassa
privata italiana che eroga poco più di un miliardo di euro l’anno in
prestazioni previdenziali. Vediamo nel dettaglio com’è strutturato il
pianeta medico italiano: la regione italiana che ha più camici bianchi è
la Lombardia (50.493), seguita da Lazio (40.532), Campania (34.615) e
Sicilia (32.620). Isolando poi i medici di famiglia, la Lombardia
conserva il primato (8.538), seguita da Campania (7.979), Sicilia
(6.868) e Lazio (5.942). E sono proprio Lombardia e Lazio ad
aggiudicarsi la maggiore spesa per le pensioni pagate ai medici (anno
2010): rispettivamente 165,5 e 117,5 milioni di euro.
Per
quanto riguarda la previdenza, il “fondo di previdenza generale”,
quello più capiente, è ripartito in due sottogruppi: alla “quota A” si
iscrivono obbligatoriamente tutti i medici e gli odontoiatri che
conseguono il titolo, dopo l’esame di Stato (al termine della laurea
quinquennale). Gli iscritti in questo contenitore onnicomprensivo sono
poco meno di 349 mila (348.846, per l’esattezza): 137 mila femmine e 212
mila maschi. C’è poi, sempre nel medesimo fondo, la “quota B”, cui si
devono iscrivere i medici che esercitano la libera professione, che sono
152 mila (105 mila maschi e 47 mila femmine). Il secondo fondo è quello
dei “medici di medicina generale”, vale a dire i medici di famiglia,
altra categoria rilevante: sono in tutto 68.670 (23.119 femmine e 45.551
maschi). Gli altri due fondi sono meno significativi dal punto di vista
dei numeri: uno è dedicato agli “specialisti ambulatoriali” (sono
17.720), l’altro agli “specialisti esterni” (medici che lavorano nelle
strutture convenzionate, sono 6.629 soggetti). Ci sono poi i 133 mila
assunti dalle strutture ospedaliere: a livello previdenziale, fermo
restando l’adesione alla menzionata “quota A” del “fondo di previdenza
generale”, la categoria è in carico all’Inpdap, perché questi medici
sono a tutti gli effetti dipendenti pubblici (ma se esercitano anche la
libera professione, superata la soglia dei 10 mila euro annui di
reddito, devono iscriversi anche alla “quota B” del “fondo di previdenza
generale”). Considerando gli ultimi anni, tutti i vari fondi Enpam
mostrano una progressione nel numero degli iscritti, eccetto quello dei
medici di famiglia, che si attesta sui valori del 2005. L’incremento più
generale e significativo, che riguarda tutta la categoria medica, è
quello della “quota A” del “fondo di previdenza generale”: se nel 2000
contava poco più di 302.000 iscritti, sul decennio registra
un’espansione di oltre il 15% (passando ai menzionati 348.846 del 2010).
E c’è da notare che la popolazione medica più giovane è oggi in misura
crescente femminile: tra i professionisti della fascia di età 29-35, le
femmine superano nettamente i maschi. Nei decenni futuri, dunque, le
dottoresse ribalteranno la schiacciante maggioranza maschile che oggi si
verifica nella popolazione medica dei cinquantenni, dove gli uomini
sono circa il doppio rispetto alle loro colleghe. Dal punto di vista
delle retribuzioni, i dati più eloquenti emergono dal “fondo della
libera professione” (la menzionata “quota B” del “fondo di previdenza
generale”): se il reddito annuo di un giovane all’inizio della carriera è
di 15 mila euro, un collega senior beneficia di circa 54 mila euro. Una
disparità che si ritrova confrontando la media tra maschi e femmine:
nel 2010, per la classe di età 60-69, il professionista uomo ha
dichiarato circa 57 mila euro, mentre la collega donna si è fermata a 40
mila euro.
giovedì 28 giugno 2012
Per la SISAC le Convenzioni delle Cure primarie necessitano di un "lifting"
Riordinare le Convenzioni di Mmg, pediatri di libera
scelta e specialisti ambulatoriali per uniformare e snellire le parti
comuni e le disposizioni di dettaglio.
Ecco che cosa ha proposto ai
sindacati di categoria la SISAC nell' inattesa convocazione delle
sigle sindacali che avevano ricevuto con molta sorpresa l'invito visto che i contratti sono di fatto congelati fino al 2014
Non si trattava di un ripensamento della parte pubblica, ma dell'esigenza espressa dalla SISAC di "ripulire" i contratti, che negli ultimi rinnovi non erano stati riscritti ma
soltanto "sbianchettati" e integrati nei vari capitoli, creando difficoltà interpretative e di lettura.
L'intenzione sarebbe quindi quella di
procedere alla stesura di Testi unici che diano uniformità alle norme
comuni delle singole Convenzioni e poi preveda capitoli separati per
ciascun settore.
Il tutto senza prevedere «istituti volti ad
aumentare i costi del Ssn» o la retribuzione dei medici convenzionati.
Inoltre, e quì a mio avviso stà il vero intento della parte pubblica, si vorrebbero anche inserire alcune innovazioni della
riforma Brunetta sul pubblico impiego, a partire da misurazione delle
performance e valutazione del merito.
Divisi come al solito i sindacati:
Per Fimmg, l'operazione può essere
sfruttata per integrare nel testo alcune novità della riforma delle Cure
primarie, a partire dal ruolo unico, anche accettando il principio
dell'invarianza di spesa.
Stesso orientamento per Fp-Cgil, che chiede
venga tenuto in debito conto anche il Patto per la salute del prossimo
ottobre.
Di avviso contrario invece lo Snami, che è disponibile a un
riordino delle Convenzioni ma non accetta novità senza risorse in
cambio.
Il Giudizio sintetico di Maria Paola Volponi,
responsabile nazionale della Convenzionata per lo Smi è il seguente: "Per la Sisac la precondizione è quella di non parlare di
quote economiche o della parte economica. Non si capisce, quindi, a
costo zero come si possano avviare quelle innovazioni necessarie per
rilanciare la medicina sul territorio.Sembrerebbe, quindi,
esclusivamente un'operazione di restyling e “lifting” delle convenzioni.
Inutile e fuorviante, inoltre, il richiamo alla Legge Brunetta come
parametro di riferimento. Nelle prossime settimane invieremo alla SISAC
le nostre proposte"
Al momento non sono stati fissati nuovi incontri.
E intanto pare già saltato l'appuntamento sulle Cure primarie del 5 luglio tra il ministro Balduzzi e l'Intersindacale.
A questo link la "Proposta" della SISAC: http://goo.gl/R7lEC
Al momento non sono stati fissati nuovi incontri.
E intanto pare già saltato l'appuntamento sulle Cure primarie del 5 luglio tra il ministro Balduzzi e l'Intersindacale.
A questo link la "Proposta" della SISAC: http://goo.gl/R7lEC
Comunicato stampa SANITA DAY 28 Giugno 2012
COMUNICATO STAMPA
IL 28 GIUGNO MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA PER DIFENDERE LA SANITÀ PUBBLICA
PER
LO SMI L’INERZIA E I TAGLI DI QUESTO GOVERNO SONO IL COLPO DI GRAZIA AL
SSN, DURAMENTE INDEBOLITO DA UN MALINTESO FEDERALISMO CHE HA
TRASFORMATO LA SANITÀ IN UN TERRENO DI CONQUISTA DEI PARTITI E DEL
PEGGIORE CLIENTELISMO.
SALVO
CALÌ, SMI: “LA RESPONSABILITÀ PRINCIPALE DI QUESTA SITUAZIONE, PERÒ È
DELLE REGIONI. GRAVI I TENTENNAMENTI DEL MINISTRO BALDUZZI PER IL VARO
DEL DECRETO SANITÀ. INCOMPRENSIBILE LA CONFUSIONE E IL MISTERO
SULL'APPROVAZIONE DELLA PROROGA DELL'INTRAMOENIA AL 31 OTTOBRE”
Un
sanità day con polemica: “il decreto sanità” tarda a essere approvato,
anche se pare sia stato dato il via libera a un DL con l'ennesima
proroga sull'intramoenia (al 31 ottobre), la giornata di oggi è,
quindi, ancora più tesa e con ulteriori elementi di rivendicazione. Il
Sindacato dei Medici Italiani-Smi, che partecipa unitariamente alle
altre sigle sindacali alle manifestazioni previste su tutto il
territorio nazionale, critica un malinteso federalismo e l'impostazione
regionalista del Ssn, la presenza pervasiva dei partiti nel governo
della sanità, e lamenta anche l’ennesima condotta ondivaga del ministro
della Salute, Balduzzi.
Per
Salvo Calì, segretario nazionale dello Smi, «questa giornata nazionale
deve essere l’occasione per attaccare frontalmente il vero nodo
irrisolto del sistema: la pervasiva presenza dei partiti nel Ssn, la
perniciosa logica clientelare che ne consegue nonché il dilagare di
scandali di corruzione. Tutto ciò in questi anni si è aggravato per un
malinteso federalismo e per il caotico strapotere affidato alla
Regioni».
«La
sanità – aggiunge il segretario nazionale dello Smi, Salvo Calì – è il
banchetto privilegiato, il terreno di conquista di decine di manager di
diretta emanazione partitica e di centinaia di imprese che vi ruotano
attorno, insomma una formidabile macchina di consenso elettorale. I
medici, la stragrande maggioranza, sono vittime di questo sistema e sono
marginalizzati dal governo delle aziende e del territorio. In questi
anni i nostri servizi sanitari e i camici bianchi, ospedalieri o del
territorio, sono stati oggetto di tagli durissimi, del blocco del turn
over, del ricorso a contratti precari e atipici, a un aumento
straordinario delle ore lavorative e degli oneri burocratici, nonché dal
punto di vista professionale di una radicale crescita della pressione
fiscale e del congelamento dei rinnovi di contratti e convenzioni. Si
lavora male e in condizioni e strutture inadeguate. I pronto soccorso e
le guardie mediche delle nostre città sono la cartina di tornasole di
questa situazione, così come il sovraffollamento nelle corsie,
l’allungamento delle liste di attesa e la mancata riorganizzazione delle
cure primarie. Così si sta uccidendo il Ssn pubblico, universale e
gratuito».
Lo
Smi sottolinea, infine, come l’annunciato decreto sanità, presentato
nei giorni scorsi dal ministro Balduzzi, per quanto insufficiente, visti
gli enormi problemi che affliggono il Ssn, interveniva almeno su alcune
questioni, tra queste il nodo della responsabilità professionale dei
medici e il tema del precariato. «Eppure - conclude Calì - sembrerebbe
che anche questo provvedimento rimane solo un progetto, la cui
tempistica è tutta da verificare, nonostante le rassicurazioni del
ministro. Incredibile, inoltre, la vicenda relativa all’ennesima proroga
dell’intramoenia, decisa seconda vari giornali martedì in consiglio dei
ministri, ma di cui non c’è traccia ancora sul sito del ministero della
salute. Un decreto fantasma ? Questo “Governo dei Tecnici” riesce
ancora una volta a sorprenderci».
Roma, 28 giugno 2012
Puntualizzazioni sulla ricetta telematica.
Scrive un collega:
Pubblico la risposta visto che è di interesse collettivo:Mi hanno chiamato questa mattina tanti colleghi che hanno fatto il corso asl per la ricetta elettronica tutti preoccupati. L' invio della ricetta elettronica dal 1 luglio ! Io ho cercato di spiegargli ,che l'invio della ricetta elettronica e' obbligatorio dal 1 gennaio 2013, per ora solo facoltativo. Mi sono perso qualcosa o e' cosi' come dico? Grazie
In sostanza è come dici. Anche se le comunicazioni ufficiali possono indurre in confusione. La fase "sperimentale" viene dichiarata conclusa con il 30 giugno 2012, e pertanto l'obbligo scatterebbe dal giorno 1 luglio 2012, ma non vi saranno sanzioni fino al 1 gennaio 2013, pertanto il periodo fino a tale data è un periodo di "adeguamento all'obbligo". Come siamo bravi con i funambolismi verbali!
Ricordiamo che la sanzione, in caso non si sia inviato telematicamente almeno l'80% delle ricette prodotte è la trattenuta dell'1,5% del compenso professionale.
mercoledì 27 giugno 2012
Il territorio e l'ortolano
La spesa farmaceutica
territoriale a carico del Servizio sanitario nazionale è significativamente diminuita nel 2011 rimanendo sotto i dieci miliardi di euro, con una diminuzione del 9% rispetto al 2010. E' quanto risulta dalla Relazione generale sulla situazione economica del Paese del 2011, pubblicata sul sito del ministero dell'Economia. Intanto però secondo quanto il Sole 24 Ore ci anticipa, il decreto Balduzzi proporrebbe un ulteriore abbassamento del tetto per la spesa farmaceutica territoriale dal 13,3% all'11,3%, spostando risorse sulla spesa farmaceutica ospedaliera, il cui tetto salirebbe dall'attuale 2,4% al 3,2%. Sarebbe comunque confermato che in caso di sforamento le aziende saranno chiamate a ripianarne il 35% (e non più a totale carico delle Regioni) come già previsto dalla manovra del luglio scorso. Non è difficile prevedere poi dove le aziende ospedaliere e le ASL cercheranno le risorse in caso di prevedibile sforamento... |
martedì 26 giugno 2012
Aggiornamenti sul primo distretto
Habemus Papam!
Dopo tanti rinvii, promesse, et cetera, finalmente possiamo confermare la notizia che una nuova impiegata ha preso servizio presso l'ufficio per la Medicina Generale del primo distretto.
Benvenuta!
Ovviamente è troppo presto per sapere come verrà riorganizzato il servizio e quali orari verranno messi a disposizione per i medici.
Non appena ci saranno notizie verranno pubblicate.
Dopo tanti rinvii, promesse, et cetera, finalmente possiamo confermare la notizia che una nuova impiegata ha preso servizio presso l'ufficio per la Medicina Generale del primo distretto.
Benvenuta!
Ovviamente è troppo presto per sapere come verrà riorganizzato il servizio e quali orari verranno messi a disposizione per i medici.
Non appena ci saranno notizie verranno pubblicate.
Il 28 Giugno Sanità Day. Lo S.M.I. in prima fila per sostenere questa iniziativa!
Caro collega,
di
fronte all’ormai evidente e premeditato disegno di demolire il Servizio
Sanitario Nazionale e contestuale emarginazione del ruolo del
personale sanitario e professionale, è ormai urgente e necessaria
un’ampia mobilitazione di tutta la categoria affinchè le nostre
posizioni a tutela di un sistema sanitario equo e solidale non
rimangano solo sterili proteste, ma assumano un ruolo di vera e propria
vertenza a difesa dei cittadini italiani ed acquisiscano l’importanza
che meritano anche di fronte alla politica e alle istituzioni.
Il 28 Giugno Sanità Day
lo S.M.I. in prima fila per sostenere questa iniziativa!
Scarica e diffondi il volantino!
http://goo.gl/5VFDk
http://goo.gl/5VFDk
lunedì 25 giugno 2012
RICETTA ELETTRONICA: BASTA CON LA CONFUSIONE INTIMIDATORIA
Riporto volentieri il comunicato del vicesegretario regionale SMI dott. Paolo Marotta, che ribadisce quanto già spiegato in precedenti post su questo blog:
Purtroppo come era prevedibile si
é scatenato, sul tema della ricetta elettronica, una confusione in parte
innescata da qualcuno che ritiene di voler pescare nel torbido.
Lo SMI
chiarisce quanto segue:
1) La scadenza del periodo di sperimentazione é il 30 Giugno
2) L'inizio delle sanzioni per i
medici inadembpienti inizierà dal 31 Dicembre 2012 e sarà dell'1,5% sul
compenso professionale del medico prescrittore
3) la revoca della convenzione
(come viene sbandierata da qualcuno) NON é prevista esplicitamente
dall'art 13 bis.
Inoltre la ricettazione elettronica é collegata a tutto l'articolato che prevede che dal 01/01/2009 il MMG::
Inoltre la ricettazione elettronica é collegata a tutto l'articolato che prevede che dal 01/01/2009 il MMG::
a) svolga
la propria attività facendo parte integrante delle AFT e/o operi
all'interno di una struttura complessa e/o possa comprendere la
collaborazione con altri operatori sanitari (nulla a che vedere con
UCP UCCP o UCPS)
b) Raccoglie aggiorna e treasmetta tutte le informazioni all'ASL
c)
aderisce ai sistemi informativi messi a disposizione secondo modalità
previste a livello regionale (vedere accordo regionale del 2010 fra SMI
e regione Lazio)
Quindi in sintesi nella
malaugurata ipotesi che anche un solo MMG venisse coinvolto in
qualunque procedimento dalla ASL o dalla regione Lazio, per il mancato
invio della ricetta elettronica alla SOGEI, la revoca della convenzione
dovrebbe essere estesa a tutti i MMG del Lazio che dal 2009 sono
inadempienti a quello previsto dall'Art. 13 bis.
dott. Paolo Marotta
vicesegretario regionale SMI
Ancora sui generici
Dopo aver visto, in un precedente post, il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla prescrizione per principio attivo, penso possa essere utile rammentare un'altra sentenza, non recentissima ma sempre attuale, sulla responsabilità del farmacista nell'erogazione del farmaco generico.
La sentenza n.8073 del 28.03.2008 della Cassazione sezione Civile III° precisa che il farmacista, a cui sia stata presentata una precisa ricetta medica, non è tenuto ad accertare se il farmaco e la posologia del farmaco prescritto siano corrispondenti alle effettive esigenze terapeutiche del paziente.
Deve limitarsi a dispensare il farmaco che il medico ha prescritto.
Se il medico non appone la nota “non sostituibile sulla prescrizione di un farmaco originale a brevetto scaduto, il farmacista acquisito il consenso informato dell’assistito può dispensare un farmaco generico equivalente.
Nulla vieta al medico di apporre la nota “non sostituibile” anche sulla prescrizione di un farmaco equivalente di un produttore che ritiene più affidabile, nel qual caso a parità di costo il farmacista è tenuto a dispensare esattamente ciò che il medico ha prescritto.
L’art.26 del codice deontologico del farmacista afferma che in caso di prescrizione dubbia il farmacista è tenuto a prendere contatto con il medico proscrittore per il necessario chiarimento, poiché la spedizione della ricetta medica presuppone certezza nel farmacista e sicurezza per il paziente.
Il farmacista ha il dovere di acquisizione del consenso informato dell’assistito per la dispensazione del farmaco equivalente in sostituzione al farmaco originale prescritto, quando il medico non appone sulla ricetta l’indicazione “non sostituibile”, ai sensi della legge n.405/2001 e della legge n.149/2005 di conversione del D.L. 87/2005 art.1.
Questo dovere è precisato anche dal suo codice deontologico che all’art. 12 afferma : l’informazione fornita deve essere chiara, corretta e completa in riferimento ai medicinali.
Dunque per una corretta acquisizione del consenso informato alla sostituzione del farmaco originale col farmaco equivalente generico, il farmacista può dire all’assistito che il farmaco equivalente è simile, non che è uguale all’originale. Dire che è uguale infatti orienta in modo non corretto la scelta autonoma dell’assistito perché non corrisponde al vero e quindi potrebbe apparire come una pubblicità ingannevole, vietata anche dalla legge n.49/2005 sulla pubblicità ingannevole e dal D.Lgs. 216/2006 sulla pubblicità ai farmaci.
(fonte: www.univadis.it)
La sentenza n.8073 del 28.03.2008 della Cassazione sezione Civile III° precisa che il farmacista, a cui sia stata presentata una precisa ricetta medica, non è tenuto ad accertare se il farmaco e la posologia del farmaco prescritto siano corrispondenti alle effettive esigenze terapeutiche del paziente.
Deve limitarsi a dispensare il farmaco che il medico ha prescritto.
Se il medico non appone la nota “non sostituibile sulla prescrizione di un farmaco originale a brevetto scaduto, il farmacista acquisito il consenso informato dell’assistito può dispensare un farmaco generico equivalente.
Nulla vieta al medico di apporre la nota “non sostituibile” anche sulla prescrizione di un farmaco equivalente di un produttore che ritiene più affidabile, nel qual caso a parità di costo il farmacista è tenuto a dispensare esattamente ciò che il medico ha prescritto.
L’art.26 del codice deontologico del farmacista afferma che in caso di prescrizione dubbia il farmacista è tenuto a prendere contatto con il medico proscrittore per il necessario chiarimento, poiché la spedizione della ricetta medica presuppone certezza nel farmacista e sicurezza per il paziente.
Il farmacista ha il dovere di acquisizione del consenso informato dell’assistito per la dispensazione del farmaco equivalente in sostituzione al farmaco originale prescritto, quando il medico non appone sulla ricetta l’indicazione “non sostituibile”, ai sensi della legge n.405/2001 e della legge n.149/2005 di conversione del D.L. 87/2005 art.1.
Questo dovere è precisato anche dal suo codice deontologico che all’art. 12 afferma : l’informazione fornita deve essere chiara, corretta e completa in riferimento ai medicinali.
Dunque per una corretta acquisizione del consenso informato alla sostituzione del farmaco originale col farmaco equivalente generico, il farmacista può dire all’assistito che il farmaco equivalente è simile, non che è uguale all’originale. Dire che è uguale infatti orienta in modo non corretto la scelta autonoma dell’assistito perché non corrisponde al vero e quindi potrebbe apparire come una pubblicità ingannevole, vietata anche dalla legge n.49/2005 sulla pubblicità ingannevole e dal D.Lgs. 216/2006 sulla pubblicità ai farmaci.
(fonte: www.univadis.it)
domenica 24 giugno 2012
Comunicato Stampa dello SMI Nazionale su una proposta di legge impropria
LA FUTURA CARENZA DI MEDICI SI COMBATTE AUMENTANDO LE BORSE E DETASSANDOLE. NO A DDL IMPROPRI
Comunicato stampaSANITÀ, PER LO SMI LA FUTURA CARENZA DEI MEDICI DI FAMIGLIA SI COMBATTE AUMENTANDO LE BORSE E DETASSANDOLE. NO A PROPOSTE DI LEGGE CHE PERMETTONO DI RICORRERE IMPROPRIAMENTE AI MEDICI DI ALTRE SPECIALIZZAZIONIPIETRINO FORFORI, SMI: “DICIAMO NO AL DDL PRESENTATO DALL’ON. SCHIRRU. È SBAGLIATO COSTRUIRE EQUIVOCI PERCORSI DI EQUIPOLLENZA TRA I GIOVANI SPECIALISTI E I FUTURI MEDICI DI FAMIGLIA: SONO DUE PROCESSI FORMATIVI DIVERSI, NON OMOLOGABILI. LA CARENZA DI MEDICI DEL SETTORE SI COMBATTE AUMENTANDO I POSTI NELLE SCUOLE REGIONALI”LO SMI RIBADISCE: SERVE POTENZIARE IL SETTORE AUMENTANDO LE BORSEDETASSANDOLE E GARANTENDO DIRITTIIl Sindacato dei Medici Italiani-Smi, contesta il contenuto del disegno di legge presentato alla Camera dei Deputati (il 31 maggio) dall’onorevole Amalia Schirru (e altri) sui futuri medici di medicina generale.Per Pietrino Forfori, responsabile nazionale per la formazione specifica in medicina generale dello Smi «il progetto pur partendo da una preoccupazione comprensibile, cioè quella relativa alla prossima e prevedibile carenza di medici di medicina generale nei prossimi anni, avanza soluzioni sbagliate. Lo Smi da anni propone di aumentare i posti nelle scuole regionali, ma tutto ciò rimane inspiegabilmente lettera morta».«È un grave errore prevedere, invece, la possibilità che i medici con altre specializzazioni – spiega ancora il dirigente Smi – possano esercitare come medico di famiglia, con un diploma rilasciato dalle regioni o dalle province autonome, una volta certificata “un’ esperienza professionale di almeno 3200 ore (anche non continuative) presso un ambulatorio di medicina generale o in un centro in cui si dispensano cure primarie…”. Così si vanifica tutta la specificità e l’importanza del percorso formativo, proprio della medicina generale. In questo modo, inoltre, si chiude la porta alle legittime richieste avanzate in questi mesi con diverse proteste dai giovani medici».Forfori quindi, chiede pubblicamente che i parlamentari incontrino tutte le parti in causa per trovare uno sbocco costruttivo alla vicenda: «Appello che rivolgiamo intanto alla stessa Schirru. È bene ripartire partendo da altri ddl – aggiunge - che sono stati presentati e che recepiscono le preoccupazioni della categoria, tra questi quello del senatore Gustavino».Inoltre, il dirigente dello Smi invita a leggere «la piattaforma avanzata dalla Società italiana medicina generale in formazione (Simgif), dal Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e dai Comitati Autonomi Regionali dei corsisti, cioè da quelle sigle che hanno promosso lo scorso 15 maggio una manifestazione a Roma».«Le proposte - conclude Forfori - sono chiare, detassazione delle borse e diritti. Infine, cogliamo l’occasione per sollecitare il ministro Balduzzi a dare corso alla sua promessa di incontro su questi temi. Magari potrebbe scaturire una proposta di legge su impulso del ministero della Salute che metta ordine e definisca positivamente questa vicenda».
Ascoltare bene il Consiglio
Da www.pillole.org un interessante sentenza del Consiglio di Stato commentata dall'amico Daniele Zamperini.
Interessante sia perché ribadisce che la competenza della scelta del farmaco è prerogativa esclusiva del medico, e che questi non può essere obbligato alla prescrizione per principio attivo, sia perché riconosce, finalmente, l'inutilità di normative che costringano a prescrivere il generico ai fini del risparmio, visto che il costo a carico della spesa pubblica rimane invariato.
Peccato però che la norma della regione Puglia era stata pensata per impedire a specialisti ed agli ospedalieri di prescrivere l'ultimo Brand, a scapito del territorio, e che a fare il ricorso sia stata appunto una casa farmaceutica.
Concluderei che la norma della regione era mal costruita, e pertanto non poteva reggere al Consiglio di Stato, e che tali norme sono destinate a fallire, se è proprio la farmacia ospedaliera a non approvvigionarsi di generici, preferendo le forniture a prezzi stracciati che le grandi ditte farmaceutiche fanno alle farmacie ospedaliere, contando appunto sulla ricaduta sul territorio.
Questo il link per andare a leggere l'articolo: http://goo.gl/DDKBl
Interessante sia perché ribadisce che la competenza della scelta del farmaco è prerogativa esclusiva del medico, e che questi non può essere obbligato alla prescrizione per principio attivo, sia perché riconosce, finalmente, l'inutilità di normative che costringano a prescrivere il generico ai fini del risparmio, visto che il costo a carico della spesa pubblica rimane invariato.
Peccato però che la norma della regione Puglia era stata pensata per impedire a specialisti ed agli ospedalieri di prescrivere l'ultimo Brand, a scapito del territorio, e che a fare il ricorso sia stata appunto una casa farmaceutica.
Concluderei che la norma della regione era mal costruita, e pertanto non poteva reggere al Consiglio di Stato, e che tali norme sono destinate a fallire, se è proprio la farmacia ospedaliera a non approvvigionarsi di generici, preferendo le forniture a prezzi stracciati che le grandi ditte farmaceutiche fanno alle farmacie ospedaliere, contando appunto sulla ricaduta sul territorio.
Questo il link per andare a leggere l'articolo: http://goo.gl/DDKBl
sabato 23 giugno 2012
Buone notizie
Sul cedolino in pagamento in questi giorni troveremo il pagamento dei vaccini, e per quanto riguarda il primo distretto dovrebbe essere stato regolarizzato il pagamento delle ADP non pagate la scorsa mensilità a tutti, e delle indennità di medicina in rete per 8 gruppi rimasti finora nel purgatorio delle irregolarità di registrazione nel rimpallo tra distretto Regione e LAIT.
venerdì 22 giugno 2012
Un primo bilancio
Sono poco più di 15 giorni che ho inaugurato la piazza virtuale della Roma B,
uno spazio dedicato a chi ha voglia di discutere , interloquire o
semplicemente essere informato.
Vi comunico che la media dei
contatti giornalieri è stata di circa 100 al giorno, con punte di 200
quando sono stati trattati argomenti di particolare interesse come la
ricetta elettronica.
Per essere un blog così giovane, ed essere rivolto ai
medici di medicina generale di una sola asl, è stato un grande
successo, che ancora di più mi radica nella convinzione che
l'informazione è conoscenza, e che la conoscenza ci dà la possibilità
di poter partecipare alle decisioni che riguardano la nostra vita
professionale.
Ringrazio tutti voi per la lusinghiera accoglienza che avete
riservato a questo nuovo strumento di confronto, con la promessa che
continuerò a divulgare le informazioni in mio possesso, che possano
essere di una qualche utilità per tutti noi.
Cordiali saluti e buon lavoro
Il medico è informato sul consenso informato?
In attesa del "decretone" di cui si parla nel post precedente, che speriamo possa contribuire ad alleggerire la pressione del contenzioso legale nei confronti dei medici, è bene avere le idee ben chiare sulle normative che regolano l'atto medico.
Segnalo questo bell'articolo di Daniele Zamperini sul consenso informato:
(cliccare sul link per aprire) http://goo.gl/JA5RX
Segnalo questo bell'articolo di Daniele Zamperini sul consenso informato:
(cliccare sul link per aprire) http://goo.gl/JA5RX
giovedì 21 giugno 2012
Da Doctor News: "Intramoenia e responsabilità professionale nel "decretone" di fine mese"
Un fondo
di solidarietà per integrare i premi assicurativi delle categorie più
esposte, tabelle di riferimento per calmierare i rimborsi a carico delle
compagnie (che non potranno più scindere la polizza a proprio
piacimento), albi regionali dei consulenti medici per i tribunali e
infine ridefinizione legale del concetto di colpa, in modo da
ricomprendere soltanto l'errore medico grave e il dolo. Sono gli
interventi che in tema di responsabilità sono stati anticipati ieri
mattina alle sigle dell'Intersindacale nell'incontro convocato dal
ministero della Salute.
Ai presenti non sono stati consegnati né documenti né testi scritti, con Balduzzi si è soltanto ragionato a voce sui contenuti del «decretone» che il governo dovrebbe varare entro mercoledì prossimo: una sorta di contenitore in cui, per cominciare, troverà posto la riforma dell'intramoenia già presentata ai sindacati nelle settimane scorse. E ieri sul tema i sindacati della dirigenza hanno ripetuto al Ministro le perplessità già espresse in passato, a cominciare da quella "tassa" del 5% sulla libera professione in studio privato che per le sigle significherebbe spingere i pazienti verso il privato.
Ma nel decretone potrebbe riuscire a infilarsi anche il pacchetto di interventi sulla responsabilità professionale: il Governo dovrebbe motivare l'urgenza ma per i sindacati gli squassi causati dalla medicina difensiva già sarebbero giustificazione sufficiente. In ogni caso, le misure anticipate verbalmente dal Ministro sembrano aver incontrato il sostanziale gradimento dei presenti: «Sono proposte che dovrebbero incidere positivamente sul problema» è il parere di Massimo Cozza, segretario nazionale di Fp-Cgil Medici; «Qualche effetto dovrebbe esserci, soprattutto sui prezzi delle polizze» aggiunge Riccardo Cassi, presidente di Cimo-Asmd «avremmo voluto introdurre un indennizzo pubblico in tutti i casi di danno generico, come accade in Francia, ma ci è stato detto che mancano i soldi». «Sono misure che rappresentano un apprezzabile passo avanti» chiude infine Costantino Troise, segretario nazionale di Anaao-Assomed «diamo atto al Ministro di aver portato avanti le proposte già elaborate ai tavoli tecnici».
E a proposito di tavoli tecnici, le conclusioni raggiunte da quello sul precariato verranno rigirate al gruppo di lavoro che sullo stesso tema si è insediato nelle settimane scorse al ministero della Funzione pubblica.
Ai presenti non sono stati consegnati né documenti né testi scritti, con Balduzzi si è soltanto ragionato a voce sui contenuti del «decretone» che il governo dovrebbe varare entro mercoledì prossimo: una sorta di contenitore in cui, per cominciare, troverà posto la riforma dell'intramoenia già presentata ai sindacati nelle settimane scorse. E ieri sul tema i sindacati della dirigenza hanno ripetuto al Ministro le perplessità già espresse in passato, a cominciare da quella "tassa" del 5% sulla libera professione in studio privato che per le sigle significherebbe spingere i pazienti verso il privato.
Ma nel decretone potrebbe riuscire a infilarsi anche il pacchetto di interventi sulla responsabilità professionale: il Governo dovrebbe motivare l'urgenza ma per i sindacati gli squassi causati dalla medicina difensiva già sarebbero giustificazione sufficiente. In ogni caso, le misure anticipate verbalmente dal Ministro sembrano aver incontrato il sostanziale gradimento dei presenti: «Sono proposte che dovrebbero incidere positivamente sul problema» è il parere di Massimo Cozza, segretario nazionale di Fp-Cgil Medici; «Qualche effetto dovrebbe esserci, soprattutto sui prezzi delle polizze» aggiunge Riccardo Cassi, presidente di Cimo-Asmd «avremmo voluto introdurre un indennizzo pubblico in tutti i casi di danno generico, come accade in Francia, ma ci è stato detto che mancano i soldi». «Sono misure che rappresentano un apprezzabile passo avanti» chiude infine Costantino Troise, segretario nazionale di Anaao-Assomed «diamo atto al Ministro di aver portato avanti le proposte già elaborate ai tavoli tecnici».
E a proposito di tavoli tecnici, le conclusioni raggiunte da quello sul precariato verranno rigirate al gruppo di lavoro che sullo stesso tema si è insediato nelle settimane scorse al ministero della Funzione pubblica.
Milillo boccia gli ambulatori MED
Continua la dicotomia FIMMG nazionale FIMMG Lazio.
Su Repubblica Roma questo articolo visualizzabile al seguente link:
http://tinyurl.com/d6w2ck9
Per chi volesse leggerlo senza cliccare il link riporto l'articolo in copia-incolla:
"Creare percorsi differenziati in ospedale in base alla priorità
assegnata ai casi di Pronto soccorso al momento dell'accettazione
risulta inutile, se non potenzialmente pericoloso per i pazienti, in
particolare per quanto riguarda i codici verdi, cioè quelli considerati
di media entità".
E' chiara la posizione della Società italiana medicina di emergenza-urgenza (Simeu) e del sindacato nazionale della federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) in merito alla sperimentazione degli ambulatori Med nel Lazio, strutture alternative al Pronto soccorso per pazienti in codice bianco e verde e dunque senza necessità di interventi urgenti.
Il progetto è stato attivato a partire dallo scorso 15 aprile in 14 ospedali della capitale e della Provincia e prevede la presenza dalle 8 alle 20, per tutto l'arco della settimana, in un ambiente prossimo al Pronto soccorso, di un medico di medicina generale. La sperimentazione si concluderà dopo un anno, ad aprile 2013.
L'iniziativa della Regione viene dunque bocciata da Giorgio Carbone, presidente della Simeu, e da Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg.
Nello specifico si sottolinea che "la valutazione dei pazienti può cambiare in fase di diagnosi e lo sdoppiamento dei percorsi può complicare gravemente la gestione del caso clinico. Confondere i percorsi rischia solo di peggiorare, invece di alleggerire, il cronico sovraffollamento delle strutture dell'emergenza, aumentando il rischio per i pazienti".
"Un codice verde - spiega Giorgio Carbone, presidente nazionale Simeu - si può rivelare, in seguito alla diagnosi clinica, un caso che richiede le competenze specifiche del personale dell'emergenza-urgenza. Occorre impedire errori prevedibili, nell'ottica della gestione del rischio clinico in area critica: nel caso in cui il medico di medicina generale individui la necessità del trattamento in emergenza di un paziente inizialmente indirizzato all'ambulatorio Med, il trasporto del paziente instabile potrebbe risultare pericoloso per il paziente stesso".
Inoltre il progetto sperimentale si concentra sui codici bassi bianchi e verdi, che non sarebbero il vero problema del sovraffollamento del Pronto soccorso. "La causa principale del sovraffollamento - prosegue Carbone - resta il boarding, cioè lo stazionamento dei pazienti in Pronto soccorso, in attesa di posto letto; questo è a sua volta causato dalle ancor lunghe degenze medie nei reparti e dal mancato deflusso dei pazienti anziani, ricoverati per riacutizzazione di problematiche croniche, che dopo la stabilizzazione delle condizioni cliniche, dovrebbero proseguire il ricovero in reparto, liberando in questo modo letti per i pazienti che attendono in pronto soccorso".
"Purtroppo - dichiara Giacomo Milillo - registriamo in diverse realtà la tendenza ad un uso improprio di medici convenzionati di continuità assistenziale o di emergenza sanitaria territoriale per 'rinforzarè gli organici dei Pd/dea a costi inferiori a quelli di nuove assunzioni. Valutiamo questi comportamenti paragonabili a forme illegali di precariato. Per quanto riguarda la realtà specifica del Lazio - prosegue Milillo - la mia impressione è che, salvo eccezioni, sia molto carente la competenza programmatoria e gestionale orientata agli interessi assistenziali del cittadino".
Su Repubblica Roma questo articolo visualizzabile al seguente link:
http://tinyurl.com/d6w2ck9
Per chi volesse leggerlo senza cliccare il link riporto l'articolo in copia-incolla:
I medici bocciano gli ambulatori Med
"Sono pericolosi i percorsi differenziati"
"Sono pericolosi i percorsi differenziati"
La Società scientifica nazionale e il sindacato dei sanitari d'emergenza e di famiglia contro la sperimentazione della Regione: "E' pericoloso valutare i pazienti dal codice assegnato da Pronto soccorso"
E' chiara la posizione della Società italiana medicina di emergenza-urgenza (Simeu) e del sindacato nazionale della federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) in merito alla sperimentazione degli ambulatori Med nel Lazio, strutture alternative al Pronto soccorso per pazienti in codice bianco e verde e dunque senza necessità di interventi urgenti.
Il progetto è stato attivato a partire dallo scorso 15 aprile in 14 ospedali della capitale e della Provincia e prevede la presenza dalle 8 alle 20, per tutto l'arco della settimana, in un ambiente prossimo al Pronto soccorso, di un medico di medicina generale. La sperimentazione si concluderà dopo un anno, ad aprile 2013.
L'iniziativa della Regione viene dunque bocciata da Giorgio Carbone, presidente della Simeu, e da Giacomo Milillo, segretario generale della Fimmg.
Nello specifico si sottolinea che "la valutazione dei pazienti può cambiare in fase di diagnosi e lo sdoppiamento dei percorsi può complicare gravemente la gestione del caso clinico. Confondere i percorsi rischia solo di peggiorare, invece di alleggerire, il cronico sovraffollamento delle strutture dell'emergenza, aumentando il rischio per i pazienti".
"Un codice verde - spiega Giorgio Carbone, presidente nazionale Simeu - si può rivelare, in seguito alla diagnosi clinica, un caso che richiede le competenze specifiche del personale dell'emergenza-urgenza. Occorre impedire errori prevedibili, nell'ottica della gestione del rischio clinico in area critica: nel caso in cui il medico di medicina generale individui la necessità del trattamento in emergenza di un paziente inizialmente indirizzato all'ambulatorio Med, il trasporto del paziente instabile potrebbe risultare pericoloso per il paziente stesso".
Inoltre il progetto sperimentale si concentra sui codici bassi bianchi e verdi, che non sarebbero il vero problema del sovraffollamento del Pronto soccorso. "La causa principale del sovraffollamento - prosegue Carbone - resta il boarding, cioè lo stazionamento dei pazienti in Pronto soccorso, in attesa di posto letto; questo è a sua volta causato dalle ancor lunghe degenze medie nei reparti e dal mancato deflusso dei pazienti anziani, ricoverati per riacutizzazione di problematiche croniche, che dopo la stabilizzazione delle condizioni cliniche, dovrebbero proseguire il ricovero in reparto, liberando in questo modo letti per i pazienti che attendono in pronto soccorso".
"Purtroppo - dichiara Giacomo Milillo - registriamo in diverse realtà la tendenza ad un uso improprio di medici convenzionati di continuità assistenziale o di emergenza sanitaria territoriale per 'rinforzarè gli organici dei Pd/dea a costi inferiori a quelli di nuove assunzioni. Valutiamo questi comportamenti paragonabili a forme illegali di precariato. Per quanto riguarda la realtà specifica del Lazio - prosegue Milillo - la mia impressione è che, salvo eccezioni, sia molto carente la competenza programmatoria e gestionale orientata agli interessi assistenziali del cittadino".
mercoledì 20 giugno 2012
Conferenze e convocazioni
Oggi 20/06/2012 ho partecipato alla conferenza stampa dell'intersindacale
nazionale (presenti 23 sigle), nel quale è stato annunciato ai giornalisti il Sanità Day, che si svolgerà il
28 giugno in tutte le regioni d'italia, con conferenze
stampa ed assemblee, e che culminerà in una grossa manifestazione
nazionale il 27 ottobre (corteo e comizio).
I medici italiani esprimono preoccupazione per lo stato recessivo
della sistema sanitario nazionale; meno 17 miliardi di euro dal 2010 al
2014, e con la spending review altri 2 miliardi mancheranno all'appello
per la spesa sanitaria.
Tutto ciò sta incidendo in maniera pesante sui
livelli essenziali di assistenza, e sempre più si guarda alla salute, e
al suo mantenimento, come una voce di spesa piuttosto che come bene
comune.
Il perimetro di intervento pubblico diminuisce, si riducono le
strutture sanitarie pubbliche, aumenteranno ancora i ticket e le tasse.
Aumenteranno ancora di più le diseguaglianze sociali.
In quanto medici e professionisti di questo paese, non possiamo stare a guardare, perchè
perdere il SSN, significa perdere la coesione sociale.
E' necessario inoltre portare l'attenzione de cittadini e dei media su
come in questi anni si sia svilito il ruolo clinico del medico.
La
miopia e l'arroganza della classe politica di fatto ha demansionato un
esercito di professionisti che lavorano sempre più stretti tra le maglie
delle burocrazia, la paura di essere accusati di malpractice, il
sottoorganico e il definanziamento.
I medici hanno già dato il loro
contributo a questa crisi, e si mobilitano per migliorare le proprie
condizioni di lavoro, sempre più gravoso, rischioso e precario anche per
la tutela della salute dei cittadini.
Tra le altre cose è stato comunicato che il giorno 5 luglio è convocato un tavolo sulle cure primarie presso il ministero, questo unitamente alla convocazione da parte della SISAC per il 27 giugno lascia spazio ad alcuni interrogativi su quale logica segua la parte pubblica.
Mancano almeno tre anni alla fine del blocco dei rinnovi contrattuali, stabilito unilateralmente con legge dello stato.
Mancano almeno tre anni alla fine del blocco dei rinnovi contrattuali, stabilito unilateralmente con legge dello stato.
Dapprima viene bloccato d'autorita' ogni aumento contrattuale e poi si vuole negoziare il rinnovo
degli ACN a costo zero?
Un rinnovo contrattuale che contenga solo aspetti normativi ed organizzativi sarebbe autolesionistico, ed è difficile credere, con l'aria che tira, che si possa prospettare almeno una
riduzione dei compiti, anzi è probabile che si vorrà riversare sulle nostre spalle altre incombenze.
Spero che, almeno questa volta, il masochismo contrattuale del maggiore sindacato della medicina generale italiana mostri un limite.
In questa situazione negoziale è assolutamente preferibile, non fare nulla fino al 2015.
Ultime dal primo distretto ASL Roma B
Dopo un incontro svoltosi in direzione sanitaria venerdì scorso, nel quale era stata promessa la soluzione del problema della carenza di personale dell'ufficio della Medicina Generale del primo distretto, e nel quale il direttore aveva negato l'esistenza di un progetto di accorpamento dell'ufficio con quello del secondo distretto, ci giunge oggi notizia dalla direzione del primo distretto che una nuova unità amministrativa vi prenderà servizio dalla prossima settimana.
Sperando che la cosa vada effettivamente a buon fine, rimaniamo in vigile attesa.
Sperando che la cosa vada effettivamente a buon fine, rimaniamo in vigile attesa.
martedì 19 giugno 2012
Cronache telematiche: un collega racconta la sua esperienza con la ricetta elettronica:
Scusate il ritardo ma sapete meglio di me quale carico di lavoro abbiamo e solo ora trovo il tempo per rispondere.
É piú di un mese che sto sperimentando l'invio telematico delle ricette e vi posso garantire che è un gran casino!
Prima di tutto non è facile far quadrare i conti, nel senso che pur inserendo diligentemente il numero della prima ricetta e controllando in corso d'opera che il numero presente nel "numeratore" corrisponda, quando finiscono i foglietti non mi ritrovo mai "a paro": o sono con un numero avanti o con un numero in dietro. Ma questo è un problema della software house risolvibile (spero) ma comunque rende l'idea di quale lavoro in piú si debba fare. Poi c'è la segretaria (e non oso pensare ai sostituti).
Per la segretaria devo fermarmi a fine studio e inviare le prescrizioni effettuate nella giornata. Eh sí, perchè per la segretaria non è previsto l'invio asincrono (???) perchè "lo deve fare il medico" e cosí oltre lo sforamento abituale ecco una mezz'oretta in piú che se ne va! Ma non basta. C'è poi da controllare la risposta dell'invio. Dopo che ho inviato tutte le ricette della segretaria un'altra mezz'ora se ne va a controllare le ricette scartate e/o segnalate come errate.
In genere la segnalazione piú frequente è che il codice della prestazione non esiste (???) e questo vuol dire che la codifica del nomenclatore tariffario che ho sul mio programma di gestione (Millewin!!!) non è effettivamente quello che usa il MEF!!! Ma c'è una considerazione da fare: poichè è obbligatorio associare al codice della prestazione un codice ICD9 della diagnosi (o presunta tale) quali implicazioni in merito all'appropriatezza verranno a seguire? Ci daremo "la zappa sui piedi"?? Ma soprattutto: "cui prodest" tutto ció???
Nota Bene:
Il codice ICD9 in realtà non è necessario, almeno per ora.
Il collega probabilmente lo ha utilizzato in quanto sperimentatore.
É piú di un mese che sto sperimentando l'invio telematico delle ricette e vi posso garantire che è un gran casino!
Prima di tutto non è facile far quadrare i conti, nel senso che pur inserendo diligentemente il numero della prima ricetta e controllando in corso d'opera che il numero presente nel "numeratore" corrisponda, quando finiscono i foglietti non mi ritrovo mai "a paro": o sono con un numero avanti o con un numero in dietro. Ma questo è un problema della software house risolvibile (spero) ma comunque rende l'idea di quale lavoro in piú si debba fare. Poi c'è la segretaria (e non oso pensare ai sostituti).
Per la segretaria devo fermarmi a fine studio e inviare le prescrizioni effettuate nella giornata. Eh sí, perchè per la segretaria non è previsto l'invio asincrono (???) perchè "lo deve fare il medico" e cosí oltre lo sforamento abituale ecco una mezz'oretta in piú che se ne va! Ma non basta. C'è poi da controllare la risposta dell'invio. Dopo che ho inviato tutte le ricette della segretaria un'altra mezz'ora se ne va a controllare le ricette scartate e/o segnalate come errate.
In genere la segnalazione piú frequente è che il codice della prestazione non esiste (???) e questo vuol dire che la codifica del nomenclatore tariffario che ho sul mio programma di gestione (Millewin!!!) non è effettivamente quello che usa il MEF!!! Ma c'è una considerazione da fare: poichè è obbligatorio associare al codice della prestazione un codice ICD9 della diagnosi (o presunta tale) quali implicazioni in merito all'appropriatezza verranno a seguire? Ci daremo "la zappa sui piedi"?? Ma soprattutto: "cui prodest" tutto ció???
Nota Bene:
Il codice ICD9 in realtà non è necessario, almeno per ora.
Il collega probabilmente lo ha utilizzato in quanto sperimentatore.
Note Regionali per la Continuità Assistenziale
Si mettono a conoscenza dei colleghi della Continuità Assistenziale queste due note regionali:
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Dipartimento Programmazione Economica e Sociale
Direzione Regionale Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale
Area Risorse Umane e Formazione
Prot n° 94151 del 15-05-2012
OGGETTO Art. 42 AIR medicina generale DGR 229/2006 - Adeguamento compensi —
Nella riunione del Comitato Regionale della medicina generale del 3 maggio u.s., é stato segnalato il mancato aggiornamento da parte di alcune AUSL, del compenso spettante ai medici di continuità assistenziale per i. turni. di reperibilità a seguito del rinnovo degli accordi collettivi nazionali, per una non corretta interpretazione dell'articolo 42 dell'AIR del. 2006.
La norma dispone" Il compenso spettante per ogni turno di reperibilità è pari a quello della quota onorario professionale previsto dall'ACN per il totale delle ore prestate. Ogni turno di reperibilità di ore 1 e 30 minuti verrà pertanto retribuito con 31,26 euro."
Il Comitato precisa che la norma rapporta il compenso per la reperibilità alla quota onorario professionale prevista dall'ACN e che il riferimento ai 31,26 euro è da intendersi come una mera esemplificazione, pertanto concorda che il compenso debba essere adeguato alla quota prevista dai nuovi ACN.
Si invitano pertanto le AUSL a provvedere in merito.
IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE
(Prof Ferdìnando Romano)
IL DIRIGENTE DELL'AREA
Floriana Rosati)
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Dipartimento Programmazione Economica e Sociale
Direzione Regionale Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale Area Risorse Umane e Formazione
Prot. n' 94159 /DBI07/11 del 15-05-2012
OGGETTO: Art. 47 AIR medicina generale DGR 229/2006 .
Nella riunione del Comitato Regionale della medicina generale del, 3 maggio u.s., è stato segnalato un comportamento difforme da parte delle AUSL nel calcolo degli assistiti in carico ai medici di assistenza primaria, titolari anche di continuità assistenziale, ai fini della verifica del superamento del numero di, scelte compatibile.
A riguardo si rammenta quanto disposto dall'articolo 47 dell'AIR recepito con DGR n. 229 del 2006
"Al limite di scelte a cui devono sottostare i medici con il doppio incarico di CA e AP si
applicano i comma 11 e 12 dell'articolo 39 del vigente ACN (le scelte temporanee e i minori tra zero e 6 anni non concorrono alla determinazione del massimale individuale).
IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE
(Prof. Ferdinando Romano)
IL DIRIGENTE DELL' AREA
(Floriana Rosati)
Via Rosa Raimoridi Garibaldi, 7
00145 Roma
tel. 06 51681
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Dipartimento Programmazione Economica e Sociale
Direzione Regionale Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale
Area Risorse Umane e Formazione
Prot n° 94151 del 15-05-2012
AI RESPONSABILI U. O. C.
PERSONALE A CONVENZIONE
DELLE AUSL DEL LAZIO
LORO SEDI
LORO SEDI
OGGETTO Art. 42 AIR medicina generale DGR 229/2006 - Adeguamento compensi —
Nella riunione del Comitato Regionale della medicina generale del 3 maggio u.s., é stato segnalato il mancato aggiornamento da parte di alcune AUSL, del compenso spettante ai medici di continuità assistenziale per i. turni. di reperibilità a seguito del rinnovo degli accordi collettivi nazionali, per una non corretta interpretazione dell'articolo 42 dell'AIR del. 2006.
La norma dispone" Il compenso spettante per ogni turno di reperibilità è pari a quello della quota onorario professionale previsto dall'ACN per il totale delle ore prestate. Ogni turno di reperibilità di ore 1 e 30 minuti verrà pertanto retribuito con 31,26 euro."
Il Comitato precisa che la norma rapporta il compenso per la reperibilità alla quota onorario professionale prevista dall'ACN e che il riferimento ai 31,26 euro è da intendersi come una mera esemplificazione, pertanto concorda che il compenso debba essere adeguato alla quota prevista dai nuovi ACN.
Si invitano pertanto le AUSL a provvedere in merito.
IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE
(Prof Ferdìnando Romano)
IL DIRIGENTE DELL'AREA
Floriana Rosati)
========================================================================
Dipartimento Programmazione Economica e Sociale
Direzione Regionale Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario Regionale Area Risorse Umane e Formazione
Prot. n' 94159 /DBI07/11 del 15-05-2012
AI RESPONSABILI U. O. C. PERSONALE A CONVENZIONE
DELLE AUSL DEL LAZIO
LORO SEDI
DELLE AUSL DEL LAZIO
LORO SEDI
OGGETTO: Art. 47 AIR medicina generale DGR 229/2006 .
Nella riunione del Comitato Regionale della medicina generale del, 3 maggio u.s., è stato segnalato un comportamento difforme da parte delle AUSL nel calcolo degli assistiti in carico ai medici di assistenza primaria, titolari anche di continuità assistenziale, ai fini della verifica del superamento del numero di, scelte compatibile.
A riguardo si rammenta quanto disposto dall'articolo 47 dell'AIR recepito con DGR n. 229 del 2006
"Al limite di scelte a cui devono sottostare i medici con il doppio incarico di CA e AP si
applicano i comma 11 e 12 dell'articolo 39 del vigente ACN (le scelte temporanee e i minori tra zero e 6 anni non concorrono alla determinazione del massimale individuale).
IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE
(Prof. Ferdinando Romano)
IL DIRIGENTE DELL' AREA
(Floriana Rosati)
Via Rosa Raimoridi Garibaldi, 7
00145 Roma
tel. 06 51681
Anticipi di trattativa per la convenzione...
DoctorNews 19/06/2012
Cure primarie, la Sisac convoca i sindacati per il 27 giugno
La Sisac, la struttura che rappresenta le regioni ai rinnovi contrattuali del personale convenzionato. gioca d'anticipo. E con un invito trasmesso venerdì convoca le sigle delle Cure primarie per il 27 giugno, allo scopo di iniziare a parlare di rinnovo del contratto per medici di famiglia, ambulatoriali e pediatri di libera scelta. Ufficialmente sarà «un primo scambio di idee», per usare le parole riportate nella lettera d'invito. Ma quello che non tornano sono i tempi: a causa del blocco ai rinnovi con trattuali del comparto sanitario, la prossima Convenzione dei medici di famiglia potrà essere firmata soltanto nel 2014; è vero che un proverbio consiglia a chi ha tempo di non aspettare tempo, ma in Italia non s'è mai visto che amministratori del comparto pubblico si preparassero con tale anticipo a qualche scadenza contrattuale e quindi tra i sindacati della Mg si attende l'incontro della prossima settimana con qualche diffidenza. «È vero che due anni fa, alla firma dell'ultima Convenzione, ci eravamo ripromessi con la Sisac di aprire le prossime trattative con il giusto preavviso» è il commento di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg «ma francamente un invito ora non ce lo aspettavamo. Vedremo quello che hanno da dirci». «Questa convocazione non mi piace» ammette invece Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami «di questi tempi quando si discute di contratti è solo per tagliare. Noi andremo e ascolteremo, m a se sul tavolo non ci sono soldi ci rialzeremo immediatamente».
Sorpresa, infine, anche in casa dello Smi: «Siamo stati colti di sorpresa» osserva Paola Volponi, responsabile area Cure primarie del sindacato «la mia convinzione è che la Sisac ci abbia chiamati perché vuole rimettere mano alla normativa di riferimento. Mi auguro, in questo caso, che a fare da riferimento sia il documento uscito qualche mese fa dal tavolo ministeriale per la riforma delle Cure primarie. Ma visto che là si parlava di ristrutturazione del compenso, prima le Regioni dovrebbero dirci che hanno trovato i soldi».
Cure primarie, la Sisac convoca i sindacati per il 27 giugno
La Sisac, la struttura che rappresenta le regioni ai rinnovi contrattuali del personale convenzionato. gioca d'anticipo. E con un invito trasmesso venerdì convoca le sigle delle Cure primarie per il 27 giugno, allo scopo di iniziare a parlare di rinnovo del contratto per medici di famiglia, ambulatoriali e pediatri di libera scelta. Ufficialmente sarà «un primo scambio di idee», per usare le parole riportate nella lettera d'invito. Ma quello che non tornano sono i tempi: a causa del blocco ai rinnovi con trattuali del comparto sanitario, la prossima Convenzione dei medici di famiglia potrà essere firmata soltanto nel 2014; è vero che un proverbio consiglia a chi ha tempo di non aspettare tempo, ma in Italia non s'è mai visto che amministratori del comparto pubblico si preparassero con tale anticipo a qualche scadenza contrattuale e quindi tra i sindacati della Mg si attende l'incontro della prossima settimana con qualche diffidenza. «È vero che due anni fa, alla firma dell'ultima Convenzione, ci eravamo ripromessi con la Sisac di aprire le prossime trattative con il giusto preavviso» è il commento di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg «ma francamente un invito ora non ce lo aspettavamo. Vedremo quello che hanno da dirci». «Questa convocazione non mi piace» ammette invece Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami «di questi tempi quando si discute di contratti è solo per tagliare. Noi andremo e ascolteremo, m a se sul tavolo non ci sono soldi ci rialzeremo immediatamente».
Sorpresa, infine, anche in casa dello Smi: «Siamo stati colti di sorpresa» osserva Paola Volponi, responsabile area Cure primarie del sindacato «la mia convinzione è che la Sisac ci abbia chiamati perché vuole rimettere mano alla normativa di riferimento. Mi auguro, in questo caso, che a fare da riferimento sia il documento uscito qualche mese fa dal tavolo ministeriale per la riforma delle Cure primarie. Ma visto che là si parlava di ristrutturazione del compenso, prima le Regioni dovrebbero dirci che hanno trovato i soldi».
lunedì 18 giugno 2012
Lettera alla Regione sui Corsi per la ricetta elettronica
Roma, 14/06/12 Prot.50/12 |
Alla
cortese attenzione del
Presidente
Regione Lazio
On.
Renata Polverini
Via
R.R. Garibaldi 7
00147
Roma
p.c.
Alla
cortese attenzione del
Direttore
Regionale
Prof.
Ferdinando Romano
Direzione
Regionale Programmazione e Risorse del Servizio Sanitario
Regione
Lazio
Via
R.R. Garibaldi 7
00147
Roma
Oggetto: corsi di formazione sulla ricetta
elettronica.
In relazione a quanto in oggetto, lo scrivente, a
seguito della Vs del 05/06/2012 (prot. 110633) che organizzava le
riunioni presso le ASL fra i MMG ed i rappresentanti della SOGEI per
i motivi di cui all’oggetto, rappresenta quanto segue:
- i corsi sono scarsamente incisivi dal punto di vista prettamente formativo, infatti si limitano ad elencare le disposizioni legislative, senza fornire alcuna nozione pratica ai medici per avviare le procedure;
- rimangono irrisolte parecchie criticità in merito alle credenziali dei sostituti, criticità fatte presenti da questo Sindacato già in una riunione di tavolo tecnico con la Lait nel Marzo 2010, in cui si chiedeva che la ricetta informatica riportasse sia i dati del medico titolare che quelli del sostituto, consentendo inoltre al titolare di attivare o chiudere la sostituzione secondo la necessità, programmando anche a priori la durata di quest’ultima da allora nulla è stato risolto;
- il messaggio che viene dato dai relatori ai discenti del corso, è quello di utilizzare il proprio gestionale di studio, in quanto il sistema TS è praticamente inutilizzabile perché lento. A tal proposito si ricorda che l’ACN vigente per la MG all’articolo 13 bis comma 5 richiama il 59 bis comma 4 stabilisce che per il flusso informatico “… nessun onere economico è a carico del medico convenzionato … ” e che il protocollo d’intesa siglato fra il Presidente regionale e le OOSS della MG in data 28/12/2010 prevedeva la distribuzione da parte della regione Lazio un programma gestionale gratuito per i MMG della regione Lazio;
- l’onere economico della stampa del promemoria cartaceo, viene ribadito dai relatori, quando si passerà dalla fase 2 alla fase 3, sarà a carico del medico. A tal proposito si ricorda che la mole di ricette stampate è notevole e che la Regione non può addossare ai medici il costo di quanto da essa stessa risparmiato nella stampa dei ricettari rosa fermo restando i dettami del precedente punto 3.
- Infine i relatori segnalano la data del 1 luglio, come termine ultimo per aderire alla normativa e questo non è quanto si è stabilito ai tavoli ufficiali di concertazione per la Medicina Generale. Si rende noto che il termine della sperimentazione è il 30/06/12 e le sanzioni (decurtazione del 1,5% sul compenso professionale lordo del MMG) non scatteranno prima di sei (6) mesi dopo il termine della sperimentazione (ovvero gennaio 2013).
Tutto
ciò premesso, lo scrivente sindacato sarà costretto ad attivare dei
corsi di formazione, rivolti ai medici, sui programmi gestionali di
maggior uso comune, per sopperire alle carenze organizzative di ASL e
Regione e tutelerà, anche per vie legali, i propri iscritti che, per
non osservanza del disposto di legge da parte di codesta pubblica
amministrazione, riceveranno un danno economico dall'applicazione
dello stesso.
In
attesa di un incontro con le SSVV per risolvere bonariamente le
controversie in oggetto inviamo i nostri
Cordiali saluti
Il vice segretario regionale S.M.I.
domenica 17 giugno 2012
Lettera al Ministro da parte di un collega.
Onorevole Signor
Ministro,
Ill.mi Signori
Direttori Generali
Il sottoscritto,
cittadino Italiano di 63 anni, e medico dal 1975, attualmente medico
di base ( medico di famiglia, medico di medicina generale) è con
rammarico costretto a disturbare le SS.VV.LL. per rappresentare la
pericolosa situazione in cui sono venuti a trovarsi, nella vita
reale, i cittadini Italiani utenti della medicina di base.
L' evoluzione
delle normative sanitarie ha portato negli studi medici, un'enorme
quantità di adempimenti burocratici imposti al medico di base, sotto
la minaccia di sanzioni anche gravi, originati da Leggi dello Stato,
Decreti e Leggi Regionali, Disposizioni e Circolari da ASL e
Distretti.
Quanto sopra,
seppur motivato da giuste esigenze che non compete allo scrivente
commentare, ha prodotto di fatto una mole tale di burocrazia che
provoca effetti nocivi per gli operatori e per gli utenti ,vale a
dire per tutti i cittadini Italiani, considerato che negli studi dei
medici di base afferiscono tutti gli Italiani, anche i parenti
poveri dei privilegiati , medici compresi.
La burocrazia,
oltre ad essere ipovedente, è ineludibile ,incomprimibile ed
improcrastinabile, costringe il medico a darle sempre la priorità,
occupando oltre il margine di sicurezza le sue capacità mentali di
attenzione e di serenità di ragionamento e giudizio clinico , e
riducendo la sua efficienza operativa.
La burocrazia ha
occupato di forza l' 80% dello spazio di lavoro del medico,
comprimendo oltre i limiti della sicurezza lo spazio residuo da
dedicare alla clinica, e compromette la qualità e la sicurezza del
servizio che deve essere reso all'assistito e quindi al popolo
Italiano tutto.
Da parte sua il
paziente non riesce più ad ottenere quella risposta alla sua domanda
di salute, in passato basata sul rapporto di fiducia e che, proprio
grazie a questo peculiare rapporto, poteva essere, in passato,
garantita.
Ora il paziente
trova il suo medico trasformato, di volta in volta, in operatore
telematico dell'INPS, dell'Agenzia delle Entrate, del MEF, in call
center per il CUP, bersaglio di innumerevoli CAF, ed in controllore,
o peggio esattore, del paziente per l'accertamento dei requisiti
prescrittivi, di esenzione ticket, applicabilità di note
prescrittive, compilatore di circa 100 moduli certificativi diversi
ed obbligatori , compilatore di moduli e certificazioni superflue
che mille piccoli burocrati impongono ai pazienti e di conseguenza al
medico.
Il paziente trova
il suo medico sempre più sommerso da un carico burocratico, cui non
può sottrarsi, con l'attenzione inevitabilmente compromessa,
costretto a dare la precedenza agli adempimenti burocratici ,
costretto a guardare un monitor invece che il viso del paziente, e
vede incrinarsi il rapporto di fiducia, sviluppa diffidenza, ostilità
derivante dal vedersi frapporre ostacoli normativi dal medico
incolpevole, aggressività nel percepire che agli occhi della
burocrazia egli non è più persona, nè paziente o cittadino ma
mero "contenitore di malattia". Inoltre il disagio
generalizzato della popolazione colpita da crisi economica, e che si
sente abbandonata e vessata dalle istituzioni, si trasforma in un
aumento di domanda, talora impropria, ma sostenuta da una sofferenza
reale che viene canalizzata verso la medicina di base, la quale,
ormai ridotta all’impotenza, non puo dare la giusta accoglienza e
risposta.
Quanto sopra, e
la consapevolezza di impotenza, sono per l'operatore sanitario un
carico psichico aggiuntivo che ulteriormente compromette la serenità
delle decisioni clinico-terapeutiche, ed ulteriormente riduce lo
spazio mentale ed operativo residuo da dedicare alla clinica , ed il
circolo vizioso si perpetua in una spirale in discesa verso traguardi
peggiorativi.
Questa situazione
ha un costo elevatissimo: l'assistito Italiano viene di fatto privato
dei diritti che la Costituzione ( e la carta dei diritti del malato)
teoricamente gli riconoscono, ma che, nella vita reale, vengono
paradossalmente compressi dal sistema e la sua burocrazia.
Questa situazione
creata con l’obiettivo anche del risparmio (anche se quella
prodotta dalla medicina di base non è la voce più importante della
spesa sanitaria ma sicuramente l’unica che può essere
“controllata”)paradossalmente induce spesa e costi aggiuntivi.
L' Italiano
vorrebbe riavere il suo medico, ed il suo medico vorrebbe tornare ad
essere quello di prima per il suo paziente. Il suo medico sa quanto
potrebbe dare in termini di professionalità e di specifiche
competenze, esattamente l'80% in più, quello che nella vita reale è
ora sepolto sotto la burocrazia, che ha snaturato la professione , e
che si riflette molto negativamente sulla salute degli Italiani,dove
“salute” non è solo assenza di malattia. Restituito di quello
spazio sepolto, il medico Italiano saprebbe diversificarsi per dare
una risposta attiva alla mutata situazione sociale,
economica,sanitaria del Paese ma questo aspetto esula dallo scopo
della presente e soprattutto non compete allo scrivente formulare
suggerimenti.
Lo scrivente si è
risolto, con rammarico, ad inoltrare la presente per due motivi:
- Non è affatto sicuro che chi, ai massimi Vertici, ha nelle sue mani responsabilità decisionali ai massimi livelli, sia effettivamente consapevole della realtà minacciosa che si è venuta a produrre a carico della salute degli Italiani, proprio in quel settore, la medicina di base, che li accoglie veramente tutti, compresi i parenti poveri dei pochi privilegiati che possono scavalcarla. Una realtà molto articolata e complessa se vista dall'alto può nascondere gli strati più bassi della realtà stessa, anche se in quella si collocano tutti gli Italiani. Forse i massimi Vertici, ricevendo una segnalazione, potrebbero desiderare di verificare ed approfondire la realtà della situazione. Forse.
- Avere le consapevolezze sopra espresse, rafforzate dalla quotidiana visione della realtà sopra descritta, e rimanere pavido osservatore di una concreta minaccia e di un danno attuale per la salute pubblica senza fare nulla , o nemmeno tentare di farlo, sarebbe tradire la lealtà che lo scrivente sente nei confronti del proprio lavoro, dei propri Connazionali, del proprio Paese e dei massimi Vertici della Sanità Italiana .
Il “non fare”
per lo scrivente equivarrebbe ad assumersi la responsabilità morale
di non aver denunciato una nuova malattia a carattere epidemico ( e
la situazione reale equivale e supera in efficienza lesiva anche una
malattia epidemica) o peggio di non aver segnalato la presenza di
esplosivo nella Casa degli Italiani.
Pertanto lo
scrivente, superando la vergogna di poter essere cestinato come
visionario e farneticante, sceglie, con tanto imbarazzo, e senza
alcuna rivendicazione di ruolo, di inviare la
presente, consapevole di non averne il diritto ma solo il dovere,
come Italiano e come medico.
Lo scrivente si
scusa per il disturbo arrecato, si scusa per aver infranto eventuali
protocolli e scavalcato gerarchie che non conosce, e porge i suoi più
cordiali e rispettosi
Saluti
Roberto Berti
Posizione Ordine
dei Medici di Roma n° 21456
sabato 16 giugno 2012
Sopravvivere alla ricetta telematica: parte seconda
Iniziamo con qualche precisazione:
Nel 2009 venne siglato un Accordo
Collettivo Nazionale molto discusso e contrastato.
Perfino una parte
importante del sindacato maggioritario lo avversò, attraverso una
discussione e una spaccatura senza precedenti, ma alla fine la
maggioranza ebbe la meglio e l'ACN venne siglato.
E' storia nota che i sindacati
minoritari siano a loro volta costretti a siglare un ACN firmato dal
sindacato maggioritario in quanto il non farlo comporterebbe
l'esclusione automatica dalle trattative regionali ed aziendali dove
si può tentare di influire sulle modalità di attuazione dell'ACN e
sugli accordi integrativi.
Da un po' di tempo stà divenendo
evidente che le cassandre avevano ragione e che gli obblighi presi in
quella sede sono giunti molto prima e sono più pressanti di quanto
la segreteria nazionale della FIMMG riteneva allora possibile.
Quali obblighi ci siamo presi in quella
sede?
Quelli del puntuale adempimento del
DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) 26 marzo
2008 correlato a sua volta all' Articolo
50 del Decreto Legge 30 settembre 2003 n. 269,
convertito, con modificazioni,
dall'art. 1, nella legge 24 novembre 2003, n. 326.
Naturalmente queste erano già leggi
dello stato, e come tali andavano attuate, ma l'inserimento senza
se e senza ma all'interno dell'ACN ci
ha tolto ogni possibilità di modulare i tempi e i modi della loro
attuazione e privandoci di quasi tutti gli strumenti di
contrattazione nei confronti della parte pubblica.
A peggiorare le cose c'è inoltre il
fatto che la Regione Lazio ha un bisogno pressante di adottare
la Ricetta
Elettronica per
evitare
penalizzazioni
economiche da
parte del
Ministero
dell’Economia
e Finanze,
e come è noto la Regione Lazio queste penalizzazioni non se le può
proprio permettere e con essa i cittadini stessi, e pertanto neppure
noi.
Ma in termini semplici quali sono i
nostri obblighi?
Che le
ricette
prescritte e
trasmesse
telematicamente,
siano, su
base mensile,
in quantità non inferiore
all'80% del
totale delle
ricette compilate
dal medesimo
medico.
L’inadempienza
prevede, ai
sensi
dell’articolo
59 ter
,la sanzione
comportante la
riduzione del
trattamento
economico
complessivo in
misura pari
al 1,15
% su
base annua
e la
perdita della
convenzione in
caso di
mancato
adeguamento.
È previsto che dal
1 Luglio
2012 tutti
i Medici
inizino a
trasmettere
telematicamente
le Ricette
per essere
completamente
a
regime
entro
il
31
Dicembre
2012.
Mentre è previsto che le eventuali sanzioni entreranno in vigore da gennaio 2013.
In
questi 6 mesi
bisognerà organizzarsi.
La Regione
Lazio, a sua volta,
ha previsto
il riconoscimento
aggiuntivo, automatico
dopo il
primo invio
dei dati
completato con
successo, di
250 euro
l’anno,
frazionati
mensilmente e
integrati
nell’indennità
informatica, e
la connessione
gratuita
concedibile a
seguito di
domanda tramite
l’apposita
modulistica
presente su
POS Lazio,
non ho notizia però di nessuno che l'abbia richiesta e di nessuno
quindi che l'abbia ottenuta.
La Regione
Lazio ha
creato inoltre un
proprio sistema
di accoglienza
degli invii
riguardanti le
prescrizioni, a
particolare uso
dei medici
dipendenti, ma
anche dei
MMG che
non volessero
usare un
proprio
gestionale
integrato con il POS Lazio, e
ha comunque
concordato con
i sindacati della
Medicina Generale
che i
medici possono
effettuare direttamente
la trasmissione
delle ricette
al Ministero
dell’Economia
e Finanze
utilizzando i
loro abituali
software gestionali
adeguatamente integrati con Add-On e
software integrativi.
La
piattaforma
regionale di
POS Lazio,
www.prescrizione.poslazio.it,
e’ di fatto un
minigestionale Web
per le
ricette e
i certificati
di malattia
e
ha il
vantaggio
rispetto al
sistema TS
di tenere
in memoria
i dati
salienti una
volta introdotti
e una
ricerca
facilitata del
codice
nosologico.
Una criticità non risolta è quella
delle sostituzioni, che ovviamente non si pone se il sostituto sia un
collega Medico di
MG già
titolare di
credenziali,
magari facente parte della stessa forma associativa, che
invierà le ricette
con le
proprie
credenziali e
le stamperà col
PROPRIO
RICETTARIO come da sempre previsto nelle
forme associative .
L'ipotesi di fornire credenziali
provvisorie ai sostituti è allo studio ma non si hanno conclusioni
certe.
Nel caso di sostituzione breve, comunque , il medico non titolare di credenziali dovrà usare come sempre il ricettario cartaceo e il doppio timbro; queste ricette entreranno a far parte della quota del 20% di ricette non trasmesse.
Ogni Medico avrà cura di predisporre il caricamento del proprio ricettario nella stampante e di scrivere il numero della prima ricetta nella finestra apposita del programma scelto, tale operazione deve essere ripetuta anche nel caso di personale di segreteria che ricordiamo NON può inviare i dati, ma solo predisporre le ricette che poi il medico visionerà’ prima dell’invio.
L’invio delle ricette potrà avvenire ricetta per ricetta ma probabilmente è preferibile l’invio unico a fine sessione di ambulatorio, infatti sono previste 24 ore per l’invio.
Nel caso di sostituzione breve, comunque , il medico non titolare di credenziali dovrà usare come sempre il ricettario cartaceo e il doppio timbro; queste ricette entreranno a far parte della quota del 20% di ricette non trasmesse.
Ogni Medico avrà cura di predisporre il caricamento del proprio ricettario nella stampante e di scrivere il numero della prima ricetta nella finestra apposita del programma scelto, tale operazione deve essere ripetuta anche nel caso di personale di segreteria che ricordiamo NON può inviare i dati, ma solo predisporre le ricette che poi il medico visionerà’ prima dell’invio.
L’invio delle ricette potrà avvenire ricetta per ricetta ma probabilmente è preferibile l’invio unico a fine sessione di ambulatorio, infatti sono previste 24 ore per l’invio.
venerdì 15 giugno 2012
Un altro arretramento di posizione della Medicina Generale italiana.
Rinnovata la composizione degli organi direttivi dell'AIFA senza la presenza di un rappresentante dei medici di medicina
generale.
Nominate invece alcune vecchie conoscenze: Carlo lucchina (artefice dei CREG) e Nerina Dirindin (che inventò a suo tempo la doppia firma sulle ricette).
Nel precedente CTS sedeva Walter Marrocco, uomo della FIMMG nazionale, che doveva rappresentare tutta la MG e coordinare il gruppo di lavoro per le cure primarie.
Continua l'opera di marginalizzazione della MG in atto in Italia, contrariamente a quanto succede in tutta Europa, senza che nessuno alzi la voce, anzi, in assoluto silenzio, e mantenendola in un ruolo subalterno e residuale.
FONTE: www.quotidianosanita.it
"Aifa. Balduzzi rinnova la Commissione tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso
I due organi dell'Aifa erano decaduti da circa 100 giorni. La Commissione consultiva tecnico-scientifica sarà presieduta da Maria Antonietta Martelli, mentre alla guida del Comitato prezzi e rimborso è stato nominato Carlo Lucchina.
06 GIU - Erano decaduti ormai da circa 100 giorni. Un appello al ministro della Salute, Renato Balduzzi, per rinnovarli al più presto era stato lanciato nei giorni scorsi anche dal presidente dell’Aifa, Sergio Pecorelli, dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e dal presidente della Commissione parlamentare di Inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino. E finalmente, oggi, il ministero della Salute annuncia che si è proceduto con le nomine della nuova Commissione consultiva tecnico-scientifica e del nuovo Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia italiana del farmaco.
I due organi consultivi sono così composti:
Commissione consultiva tecnico-scientifica
Presidente: Maria Antonietta Martelli, scelta dal ministro della Salute
Componenti: Massimo Fini e Rosa Maria Moresco, scelti dal ministro della Salute, Massimo D'Incalci su indicazione del MEF, Giovambattista De Sarro, Pierluigi Viale, Roberto Dall'Aglio e Sergio Morgagni su indicazione delle Regioni.
Comitato prezzi e rimborso
Presidente: Carlo Lucchina, scelto dal ministro della Salute
Componenti:
Americo Cicchetti e Claudio De Giuli, scelti dal ministro della Salute, Giuseppe Massimo Claudio Rosano su indicazione del MEF,
Nerina Dirindin, Camillo Riccioni, Filippo Drago e Loredano Giorni su indicazione delle Regioni.
Di entrambi gli organi sono componenti di diritto il Direttore generale dell'Agenzia italiana del Farmaco, Luca Pani, e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci.
Balduzzi ha espresso il convincimento che "le capacità ed esperienze nei settori scientifici e del governo della spesa sanitaria dei componenti e la qualificata professionalità dei Presidenti consentiranno alla Commissione e al Comitato di espletare efficacemente i delicati compiti ad essi assegnati dalla normativa vigente".
ULTIM'ORA!
sempre da www.quotidianosanita.it
Carlo Lucchina indagato. Subito le dimissioni dall'Aifa
Il direttore generale della sanità lombarda, indagato nell'ambito di un'inchiesta per turbativa d'asta in Lombardia, si è dimesso dal Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia dove era stato appena nominato. La notizia l'ha data il ministro Balduzzi[...]"Il dottor Lucchina, conformemente al suo stile - ha detto Balduzzi - ha già dato le dimissioni. Appena ha avuto notizia dell'inchiesta, appena ricevuto l'avviso di garanzia si è immediatamente dimesso". "Nelle prossime ore - ha aggiunto il ministro - sarà sostituito e spero di trovare una persona che abbia le sue competenze tecniche''.
ULTIMISSIMA!
(ANSA) - ROMA, 14 GIU - Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha nominato Presidente della Commissione prezzi e rimborso dell'Agenzia Italiana del Farmaco, al posto del dimissionario dott. Carlo Lucchina, la dott.ssa Francesca Tosolini, vice direttore generale dell'Assessorato alla salute della Regione Friuli Venezia Giulia e riconosciuta esperta di politiche del farmaco.Lo rende noto il ministero della salute.
Nominate invece alcune vecchie conoscenze: Carlo lucchina (artefice dei CREG) e Nerina Dirindin (che inventò a suo tempo la doppia firma sulle ricette).
Nel precedente CTS sedeva Walter Marrocco, uomo della FIMMG nazionale, che doveva rappresentare tutta la MG e coordinare il gruppo di lavoro per le cure primarie.
Continua l'opera di marginalizzazione della MG in atto in Italia, contrariamente a quanto succede in tutta Europa, senza che nessuno alzi la voce, anzi, in assoluto silenzio, e mantenendola in un ruolo subalterno e residuale.
FONTE: www.quotidianosanita.it
"Aifa. Balduzzi rinnova la Commissione tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso
I due organi dell'Aifa erano decaduti da circa 100 giorni. La Commissione consultiva tecnico-scientifica sarà presieduta da Maria Antonietta Martelli, mentre alla guida del Comitato prezzi e rimborso è stato nominato Carlo Lucchina.
06 GIU - Erano decaduti ormai da circa 100 giorni. Un appello al ministro della Salute, Renato Balduzzi, per rinnovarli al più presto era stato lanciato nei giorni scorsi anche dal presidente dell’Aifa, Sergio Pecorelli, dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e dal presidente della Commissione parlamentare di Inchiesta sul Ssn, Ignazio Marino. E finalmente, oggi, il ministero della Salute annuncia che si è proceduto con le nomine della nuova Commissione consultiva tecnico-scientifica e del nuovo Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia italiana del farmaco.
I due organi consultivi sono così composti:
Commissione consultiva tecnico-scientifica
Presidente: Maria Antonietta Martelli, scelta dal ministro della Salute
Componenti: Massimo Fini e Rosa Maria Moresco, scelti dal ministro della Salute, Massimo D'Incalci su indicazione del MEF, Giovambattista De Sarro, Pierluigi Viale, Roberto Dall'Aglio e Sergio Morgagni su indicazione delle Regioni.
Comitato prezzi e rimborso
Presidente: Carlo Lucchina, scelto dal ministro della Salute
Componenti:
Americo Cicchetti e Claudio De Giuli, scelti dal ministro della Salute, Giuseppe Massimo Claudio Rosano su indicazione del MEF,
Nerina Dirindin, Camillo Riccioni, Filippo Drago e Loredano Giorni su indicazione delle Regioni.
Di entrambi gli organi sono componenti di diritto il Direttore generale dell'Agenzia italiana del Farmaco, Luca Pani, e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci.
Balduzzi ha espresso il convincimento che "le capacità ed esperienze nei settori scientifici e del governo della spesa sanitaria dei componenti e la qualificata professionalità dei Presidenti consentiranno alla Commissione e al Comitato di espletare efficacemente i delicati compiti ad essi assegnati dalla normativa vigente".
ULTIM'ORA!
sempre da www.quotidianosanita.it
Carlo Lucchina indagato. Subito le dimissioni dall'Aifa
Il direttore generale della sanità lombarda, indagato nell'ambito di un'inchiesta per turbativa d'asta in Lombardia, si è dimesso dal Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia dove era stato appena nominato. La notizia l'ha data il ministro Balduzzi[...]"Il dottor Lucchina, conformemente al suo stile - ha detto Balduzzi - ha già dato le dimissioni. Appena ha avuto notizia dell'inchiesta, appena ricevuto l'avviso di garanzia si è immediatamente dimesso". "Nelle prossime ore - ha aggiunto il ministro - sarà sostituito e spero di trovare una persona che abbia le sue competenze tecniche''.
ULTIMISSIMA!
(ANSA) - ROMA, 14 GIU - Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha nominato Presidente della Commissione prezzi e rimborso dell'Agenzia Italiana del Farmaco, al posto del dimissionario dott. Carlo Lucchina, la dott.ssa Francesca Tosolini, vice direttore generale dell'Assessorato alla salute della Regione Friuli Venezia Giulia e riconosciuta esperta di politiche del farmaco.Lo rende noto il ministero della salute.
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