Oggi 20/06/2012 ho partecipato alla conferenza stampa dell'intersindacale
nazionale (presenti 23 sigle), nel quale è stato annunciato ai giornalisti il Sanità Day, che si svolgerà il
28 giugno in tutte le regioni d'italia, con conferenze
stampa ed assemblee, e che culminerà in una grossa manifestazione
nazionale il 27 ottobre (corteo e comizio).
I medici italiani esprimono preoccupazione per lo stato recessivo
della sistema sanitario nazionale; meno 17 miliardi di euro dal 2010 al
2014, e con la spending review altri 2 miliardi mancheranno all'appello
per la spesa sanitaria.
Tutto ciò sta incidendo in maniera pesante sui
livelli essenziali di assistenza, e sempre più si guarda alla salute, e
al suo mantenimento, come una voce di spesa piuttosto che come bene
comune.
Il perimetro di intervento pubblico diminuisce, si riducono le
strutture sanitarie pubbliche, aumenteranno ancora i ticket e le tasse.
Aumenteranno ancora di più le diseguaglianze sociali.
In quanto medici e professionisti di questo paese, non possiamo stare a guardare, perchè
perdere il SSN, significa perdere la coesione sociale.
E' necessario inoltre portare l'attenzione de cittadini e dei media su
come in questi anni si sia svilito il ruolo clinico del medico.
La
miopia e l'arroganza della classe politica di fatto ha demansionato un
esercito di professionisti che lavorano sempre più stretti tra le maglie
delle burocrazia, la paura di essere accusati di malpractice, il
sottoorganico e il definanziamento.
I medici hanno già dato il loro
contributo a questa crisi, e si mobilitano per migliorare le proprie
condizioni di lavoro, sempre più gravoso, rischioso e precario anche per
la tutela della salute dei cittadini.
Tra le altre cose è stato comunicato che il giorno 5 luglio è convocato un tavolo sulle cure primarie presso il ministero, questo unitamente alla convocazione da parte della SISAC per il 27 giugno lascia spazio ad alcuni interrogativi su quale logica segua la parte pubblica.
Mancano almeno tre anni alla fine del blocco dei rinnovi contrattuali, stabilito unilateralmente con legge dello stato.
Mancano almeno tre anni alla fine del blocco dei rinnovi contrattuali, stabilito unilateralmente con legge dello stato.
Dapprima viene bloccato d'autorita' ogni aumento contrattuale e poi si vuole negoziare il rinnovo
degli ACN a costo zero?
Un rinnovo contrattuale che contenga solo aspetti normativi ed organizzativi sarebbe autolesionistico, ed è difficile credere, con l'aria che tira, che si possa prospettare almeno una
riduzione dei compiti, anzi è probabile che si vorrà riversare sulle nostre spalle altre incombenze.
Spero che, almeno questa volta, il masochismo contrattuale del maggiore sindacato della medicina generale italiana mostri un limite.
In questa situazione negoziale è assolutamente preferibile, non fare nulla fino al 2015.
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