Sanità, tagliati anche i ricoveri
«A rischio 2.500 posti di lavoro»
L'allarme della Regione. Polverini: è come dire che la febbre inizia a 38
di Mauro Evangelisti
«Molto
peggio di quanto sembrava. Se studi il testo del decreto sulla spending
review, trovi solo brutte sorprese», diceva ieri pomeriggio l’assessore
al Bilancio della Regione, Stefano Cetica, che ha trascorso il sabato
tra telefonate all’Asp, l’agenzia regionale per la sanità, per fare
calcoli sui posti letto da tagliare, e conversazioni con il presidente
Renata Polverini.
A fine giornata dalla Regione parte un comunicato
con le frasi della governatrice che rilanciano l’allarme: «Servizi
sanitari a rischio e 2.500 licenziamenti: questo lo scenario che si
prefigura per il Lazio applicando il decreto sulla spending review
varato dal governo Monti. La versione definitiva del decreto è peggiore
rispetto alle più nere aspettative».
Cosa emerge dallo studio del decreto? Alcune brutte
sorprese, per la sanità laziali: di fatto bisognerà diminuire i
ricoveri, viene abbassato per decreto l’indice di ospedalizzazione,
criterio di per sé non sbagliato, ma sarà arduo applicarlo dall’oggi al
domani. «È come se dicessimo che per legge i cittadini laziali non si
possono più ammalare» scuote la testa Cetica.
E Polverini brutalizza: «Sarebbe a questo punto più
serio modificare i termometri e stabilire che la febbre inizia a
preoccupare solo oltre i 38 gradi». In pratica viene indicato un indice
di ospedalizzazione da raggiungere entro novembre di 160 per mille
abitanti, attualmente è a 180. Resta il rapporto di 3,7 posti letto per
ogni mille abitanti; oggi è a 4, il taglio necessario di posti letto è
compreso tra 600 e 800. Inoltre, il decreto impone alle regioni di
aumentare la fetta di prestazioni offerte in day hospital (dunque senza
ricovero): dovranno essere il 25 per cento del totale, mentre oggi il
Lazio è circa al 10-15 per cento.
Altro passaggio che rischia di fare saltare il
sistema dell’emergenza (ma non solo): ormai molti pronto soccorso
sopportano la carenza di personale grazie ai contratti a termine. Per
aggirare il blocco del turnover, sia pure con parsimonia, si ricorre ai
rinnovi di incarico consentiti da un articolo di legge di un decreto del
1992. Bene, il testo della spending review blocca questa opportunità.
Osserva Renata Polverini: «Ci si impedisce persino di ricorrere a quelle
20-25 assunzioni straordinarie all'anno che servivano per coprire i
buchi più pericolosi negli organici degli ospedali».
L’ultimo tassello, quello che fa lanciare l’allarme
sui 2.500 licenziamenti, va oltre ai confini della sanità: il decreto
impone di chiudere le società regionali che lavorano per la pubblica
amministrazione. Rischiano Lazio Service, forse Sviluppo Lazio,
potrebbero esserci problemi anche per Astral. Conclude Polverini: «Monti
ci convochi per evitare che si vada verso l'implosione dei servizi
essenziali per i cittadini». Limatura invece sul fronte della sanità
privata, il taglio delle prestazioni sarà dello 0,5 per cento nel 2012,
dell’1 per cento nel 2013, dell’2 per cento nel 2014.
Da Federlazio sanità il direttore Alessandro Ridolfi
osserva: «È il momento di scegliere l’acquisto della prestazione più
conveniente correlata al maggiore grado di qualità possibile, la sanità
privata della nostra Regione rivendica solo il diritto di competere ad
armi pari con il pubblico», mentre il senatore del Pdl, Cesare Cursi,
spiega: «Anche questa volta si interviene non sulla revisione della
spesa ma su tagli lineari che continueranno a premiare le strutture più
inefficienti a danno di quelle virtuose». Luciano Ciocchetti,
vicepresidente della Regione, Udc, pur sostenendo la necessità della
spending review, avverte: «La manovra sulla sanità rischia di limitare i
servizi alle fasce più deboli. Anche le decisioni sulle società in
house rischiano di creare nuovi disoccupati».
Il Pd, dopo le dichiarazioni di ieri di Bersani, si
sta muovendo per chiedere una sospensiva delle misure previste dalla
spending review sui posti letto, per dare il tempo alla Regione di
assorbire i cambiamenti in atto tra cinque anni.
Domenica 08 Luglio 2012 - 09:20
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