COMUNICATO STAMPA
SMI-LAZIO, “AMBULATORI QUAMED”: SUBITO CONFRONTO CON RENATA
POLVERINI.
IN ASSENZA DI DIALOGO, PRONTI A PROCLAMARE LO STATO DI
AGITAZIONE
Secondo la delegazione del Sindacato dei Medici Italiani del
Lazio, è mancata la consultazione tra le parti sociali per la realizzazione del
progetto sanitario
(Roma,
22 settembre) - Il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi), chiede un
confronto urgente con Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, in
merito all’istituzione e alla reale utilità degli “Ambulatori
Quamed” (strutture di medicina generale di quartiere), gestiti dai
medici di famiglia. Il progetto, pianificato senza alcuna
consultazione tra le parti sociali partirà, in via sperimentale, a
Roma, con l’attivazione di 5 ambulatori, aperti 7 giorni su 7 e attivi 12 ore
su 24. Secondo Gian Marco Polselli, segretario generale Smi-Lazio: «L’iniziativa viene rigettata in toto,
in quanto mostra una serie di criticità». In primis, il
Sindacalista sottolinea che, gli “Ambulatori Quamed”, «segnano la
perdita di capillarità del servizio del medico di famiglia, accentrando in un
solo ambulatorio circa 100.000 utenti, con la partecipazione di 100 medici, con
turni previsti dalle ore 8 alle 20». Inoltre, i
costi di gestione strutturale e del personale, «sono a carico dei medici, che già
fanno parte delle unità di cure primarie (Ucp), dislocate sul territorio». Mentre, sul versante
strettamente economico, Gian Marco Polselli denuncia «l’impossibilità di stabilire
l’effettivo costo del progetto». Anche perchè, nonostante gli
obblighi di dotazione strumentale ed organizzativa, «non è previsto alcun compenso per il
personale medico che aderirà all’iniziativa. Mentre, restano oscure, le
modalità di scelta della dislocazione delle sedi, dei gruppi coinvolti, per
finire ai coordinatori dei progetti». Pertanto, Gian Marco
Polselli, conclude: «Qualora la
nostra richiesta di confronto non venisse accolta proclameremo, al più presto,
lo stato di agitazione».
Ufficio Stampa Smi-Lazio