Il Sindacato dei Medici Italiani, ha
inviato una lettera (di seguito) a tutti i presidente degli Ordini dei
Medici, chiedendo un intervento immediato sul nodo dei conflitti di
interesse presenti nella categoria, a prescindere dalle regole
statutarie, e invocando un processo di modernizzazione della
professione. Tra le priorità: le dimissioni del senatore Amedeo Bianco
dalla presidenza della Fnomceo, la risoluzione delle sovrapposizioni di
cariche tra ruoli sindacali, ordinistici e con l’Enpam. Sullo sfondo
anche la necessità di rispondere con proposte di cambiamento e fatti
concreti alle critiche (talvolta giuste) ai meccanismi (spesso vetusti)
del sistema degli ordini professionali. Forte denuncia anche il debole
intervento della Fnomceo sul caso delle pubblicità sulle acque minerali
che ha visto il coinvolgimento della Fimmg.
Nella lettera, si
sottolinea come «la vicenda di Amedeo Bianco, eletto senatore e tuttora
al vertice della Fnomceo e dell'Ordine di Torino», sia agli occhi
dell'opinione pubblica «insostenibile».
«Non
è una questione di forma – spiega Calì - di rispetto delle regole
statutarie, come sostenuto da una recente mozione della FNOMCeO, ma di
sostanza: è il simbolo di una classe dirigente che appare, a ragione o a
torto, avida di incarichi ed emolumenti».
In
tal senso, si ricorda anche «che nessuno aveva mai posto sul tavolo la
questione dell’incompatibilità, semmai del conflitto di interessi».
«Non
comprenderlo in questo contesto storico – continua il segretario Smi - è
preoccupante, perché è la dimostrazione della lontananza dei vertici
della categoria dalla realtà. Le numerose dichiarazioni di sostegno di
questi giorni sono controproducenti, alimentano l'anti politica e la
sfiducia nei confronti dei medici, già sotto accusa, ingiustamente, per
tutte le disfunzioni del nostro Ssn e per le perniciose ingerenze della
partitocrazia. Perché questa non è solo una situazione particolare, si
inquadra in un contesto generale che viene da lontano e che merita
scelte precise e chiare».
«Le
istituzioni ordinistiche – aggiunge- in questi ultimi anni hanno subito
l'attacco concentrico di una parte dell'opinione pubblica, di numerosi
opinion leader e della quasi totalità delle forze politiche,
all'insegna del pensiero unico delle liberalizzazioni. Numerosi in
questo senso i provvedimenti sull'attuale ordinamento e molte le
proposte per l'abolizione tout court degli ordini o per un loro forte
ridimensionamento….Tuttavia, gli ordini resistono e, nel bene e nel
male, continuano ad esercitare la loro opera, nonostante per milioni di
cittadini siano sinonimo di corporativismo, di casta, di meccanismi di
autotutela, di promozione di logiche nepotistiche».
«Non
giovano certo i tentennamenti o le posizioni pilatesche (l'assordante
silenzio della FNOMCeO) – attacca Calì - assunte (per esempio) rispetto a
comportamenti di palese violazione del codice deontologico, come nel
caso della sponsorizzazione di marchi di acque minerali da parte della
Fimmg, così eclatante da subire la censura dell'Istituto
dell’autodisciplina Pubblicitaria perché, “manifestamente contrari
all'art. 2 – Comunicazione commerciale ingannevole – del Codice di
Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”. È bene ricordare che un
caso analogo e ancora più grave ebbe, qualche anno fa, come
protagonisti la Fimp e una nota impresa di uova».
«In questa contingenza – denuncia il dirigente Smi - si inquadra l'affaire Bianco,
eletto al Senato nelle liste di un partito, quindi comunque
rappresentante di parte per quanto non vi sia vincolo di mandato, ma
anche il diffuso accumulo (e confusione) di ruoli sindacali con
incarichi ordinistici e nell’Enpam. Per intenderci: non è opportuno e
non è corretto che un presidente di ordine sia anche segretario di un
sindacato nonché gestore delle pensioni dei medici (o dei fondi
immobiliari), così come un senatore nel Parlamento non può appresentare
la categoria, come se fossimo ancora nelle Camere delle Corporazioni del
ventennio fascista: il parlamentare rappresenta i cittadini che lo
hanno eletto. Nel caso di Bianco i siciliani di tutte le classi sociali e
professionali».
«Far
valere il peso dei medici – precisa - come si è detto in questi mesi, è
un'altra cosa, si basa su impegno serio, su un rilancio del
protagonismo della professione, partendo, appunto, dal recupero della
dimensione etica di una moderna classe dirigente che dà l'esempio e che è
capace di dimostrare un momento di discontinuità e rottura con il
consociativismo di questi tristi anni di declino. Così e con le
necessarie riforme i medici potranno parlare a testa alta di un moderno
ed efficace sistema ordinistico e di una ritrovata vitalità della
categoria».
Nella
lettera, quindi, si evidenzia anche la posizione dello Smi sul sistema
ordinistico: «Il Sindacato dei Medici Italiani in questo dibattito
manicheo, pro o contro gli ordini, ha sempre mostrato un forte disagio,
convinto da un lato dell'utilità di un sistema sussidiario di
autogoverno come quello rappresentato dagli albi, dall'altro, certo,
della necessità di una forte modernizzazione, a partire dalla riforma di
uno scandaloso meccanismo elettorale (vetusto, barocco e clientelare) e
istituzionale (da snellire gli organi e i costi) e da una spesso
inefficace capacità di controllo deontologico e formativo degli
iscritti».
«Ma
ora, è giunto il momento di avviare azioni concrete di rinnovamento –
conclude Calì - le dimissioni dalla Fnomceo di Amedeo Bianco, così come
la risoluzione di tutti gli altri conflitti di interesse che pesano
negativamente sull'immagine della categoria, sarebbero un primo, ma
importante passo nella giusta direzione».
Roma, 15 maggio 2013
LA LETTERA VERSIONE INTEGRALE
Caro Presidente,
la vicenda di Amedeo Bianco, eletto senatore e tuttora al vertice della
Fnomceo e dell'Ordine di Torino, agli occhi dell'opinione pubblica è
insostenibile. Non è una questione di forma, di rispetto delle regole
statutarie, come sostenuto da una recente mozione della FNOMCeO (nessuno
comunque aveva mai posto sul tavolo la questione dell’incompatibilità,
semmai del conflitto di interessi), ma di sostanza: è il simbolo di una
classe dirigente che appare, a ragione o a torto, avida di incarichi ed
emolumenti. Non comprenderlo in questo contesto storico è preoccupante,
perché è la dimostrazione della lontananza dei vertici della categoria
dalla realtà. Le numerose dichiarazioni di sostegno di questi giorni
sono controproducenti, alimentano l'anti politica e la sfiducia nei
confronti dei medici, già sotto accusa, ingiustamente, per tutte le
disfunzioni del nostro Ssn e per le perniciose ingerenze della
partitocrazia.
Perché
questa non è solo una situazione particolare, si inquadra in un
contesto generale che viene da lontano e che merita scelte precise e
chiare.
Le
istituzioni ordinistiche in questi ultimi anni hanno subito l'attacco
concentrico di una parte dell'opinione pubblica, di numerosi opinion
leader e della quasi totalità delle forze politiche, all'insegna del
pensiero unico delle liberalizzazioni. Numerosi in questo senso i
provvedimenti sull'attuale ordinamento e molte le proposte per
l'abolizione tout court degli ordini o per un loro forte
ridimensionamento. Il modello di riferimento di queste politiche è
quello delle libere associazioni di matrice anglosassone. Tuttavia, gli
ordini resistono e, nel bene e nel male, continuano ad esercitare la
loro opera, nonostante per milioni di cittadini siano sinonimo di
corporativismo, di casta, di meccanismi di autotutela, di promozione di
logiche nepotistiche. Non giovano certo i tentennamenti o le posizioni
pilatesche (l'assordante silenzio della FNOMCeO), assunte rispetto a
comportamenti di palese violazione del codice deontologico, come nel
caso della sponsorizzazione di marchi di acque minerali da parte della
Fimmg, così eclatante da subire la censura dell'Istituto
dell’autodisciplina Pubblicitaria perché, “manifestamente contrari
all'art. 2 – Comunicazione commerciale ingannevole – del Codice di
Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”. È bene ricordare che un
caso analogo e ancora più grave ebbe, qualche anno fa, come
protagonisti la Fimp e una nota impresa di uova.
In questa contingenza si inquadra l'affaire Bianco,
eletto al Senato nelle liste di un partito, quindi comunque
rappresentante di parte per quanto non vi sia vincolo di mandato, ma
anche il diffuso accumulo (e confusione) di ruoli sindacali con
incarichi ordinistici e nell’Enpam.
Per
intenderci: non è opportuno e non è corretto che un presidente di
ordine sia anche segretario di un sindacato nonché gestore delle
pensioni dei medici (o dei fondi immobiliari), così come un senatore nel
Parlamento non può appresentare la categoria, come se fossimo ancora
nelle Camere delle Corporazioni del ventennio fascista: il parlamentare
rappresenta i cittadini che lo hanno eletto. Nel caso di Bianco i
siciliani di tutte le classi sociali e professionali.
Far valere il peso dei medici, come si è detto in questi mesi, è
un'altra cosa, si basa su impegno serio, su un rilancio del protagonismo
della professione, partendo, appunto, dal recupero della dimensione
etica di una moderna classe dirigente che dà l'esempio e che è capace di
dimostrare un momento di discontinuità e rottura con il consociativismo
di questi tristi anni di declino. Così e con le necessarie riforme i
medici potranno parlare a testa alta di un moderno ed efficace sistema
ordinistico e di una ritrovata vitalità della categoria.
Il
Sindacato dei Medici Italiani in questo dibattito manicheo, pro o
contro gli ordini, ha sempre mostrato un forte disagio, convinto da un
lato dell'utilità di un sistema sussidiario di autogoverno come quello
rappresentato dagli albi, dall'altro, certo, della necessità di una
forte modernizzazione, a partire dalla riforma di uno scandaloso
meccanismo elettorale (vetusto, barocco e clientelare) e istituzionale
(da snellire gli organi e i costi) e da una spesso inefficace capacità
di controllo deontologico e formativo degli iscritti.
Ma ora, è giunto il momento di avviare azioni concrete di rinnovamento.
Le dimissioni dalla Fnomceo di Amedeo Bianco, così come la risoluzione
di tutti gli altri conflitti di interesse che pesano negativamente
sull'immagine della categoria, sarebbero un primo, ma importante passo
nella giusta direzione.
Certo della tua sensibilità e della tua attenzione ti saluto cordialmente.
Segretario Generale Sindacato dei Medici Italiani
F.to Salvo Calì
Segretario Generale Sindacato dei Medici Italiani
F.to Salvo Calì