COMUNICATO STAMPA
SANITÀ,
SMI: IN EMILIA-ROMAGNA I FRUTTI MARCI DELL’ORDINANZA DI OSTIA DOPO IL
"CASO MILILLO". SI VOGLIONO SOSPENDERE I DIRITTI SINDACALI DEI MEDICI
DI FAMIGLIA E DELLA GUARDIA MEDICA
SALVO CALÌ, SMI: “L’ITALIA COME LA BIELORUSSIA, ECCO LE CONSEGUENZE DEL CASO MILILLO: SI
VOGLIONO SOSPENDERE I DIRITTI SINDACALI DEI MEDICI DI MEDICINA
GENERALE. LA DECISIONE DA PARTE DI UN AUTOREVOLE EX SINDACALISTA, ORA
ASSESSORE, CARLO LUSENTI, CHE RECEPISCE UNA ORDINANZA DEL TRIBUNALE DI
OSTIA RIGUARDO LE IRREGOLARITÀ NELLA CONCESSIONE DELLE SOSTITUZIONI
SINDACALI NEL LAZIO”
Dura
reazione del segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani
(Smi), Salvo Calì, per la prospettata decisione della Regione Emilia
Romagna di mettere in discussione il meccanismo delle sostituzioni che
consente ai medici di medicina generale di poter esercitare la
rappresentanza sindacale (di seguito il link per i precedenti
comunicato sulla questione): «L’Italia come la Bielorussia, in Emilia
Romagna si vogliono sospendere i diritti civili e costituzionali dei
medici di medicina generale, che dovranno, da questo momento, pagare a proprie spese le sostituzioni per tutelare sindacalmente i propri colleghi».
«A produrre questo terremoto - sottolinea il segretario Smi - con un comportamento, nei fatti, antisindacale, è
paradossalmente un ex autorevole sindacalista, ora assessore, Carlo
Lusenti, che recepisce, estendendola alla guardia medica (?),
un’ordinanza del tribunale di Ostia su alcune irregolarità nella
concessione delle sostituzioni della Fimmg nel Lazio e del suo
segretario Giacomo Milillo (che, chiariamo, a scanso di tutele di casta,
giustamente devono essere perseguite e stigmatizzate). Questa è una
delle prime e più evidenti conseguenze di quello che abbiamo definito
il "caso Milillo" (LEGGI)».
«Una
scelta, quella dell’assessorato emiliano – continua - che sancisce la
fine “certificata” del ruolo forte della Politica, che, in questo caso,
subisce in modo acritico le decisioni di un tribunale. Così di fatto si
tradisce lo spirito stesso della Convenzione, il principio fondante
degli accordi pattizi tra sindacati e parte pubblica e, nella sostanza,
si elimina la democrazia nel settore della sanità convenzionata e,
quindi, si comprimono i diritti civili dei medici. Si faccia pulizia con
i “furbetti delle sostituzioni", ma non si metta in discussione la
democrazia. Impugneremo questa decisione anche nelle sedi giudiziarie».