da Quotidiano Sanità:
Martedì 27 NOVEMBRE 2012
Guardia medica. Smi: “Le Regioni tutelino i livelli occupazionali del settore”
Il sindacato chiede garanzie precise
affinché non la continuità assistenziale non venga smantellata. Perché
se si elimina la guardia medica,l’alternativa sarà o appaltare il
servizio ad esterni privati o farlo ricadere sui medici di famiglia
Le Regioni tutelino gli attuali livelli
occupazionali della continuità assistenziale soprattutto alla luce delle
conseguenze dell’approvazione della Riforma Balduzzi.
È questa la richiesta che arriva dal Consiglio nazionale del Sindacato
medici italiani (Smi) in una mozione della Commissione Continuità
assistenziale.
“La legge a Balduzzi – ha spiegato Pina Onotri, responsabile dell’area
della Continuità Assistenziale dello Smi – sta dando copertura a una
serie di provvedimenti in atto in molte Regioni e Aziende sanitarie: si
smantella un servizio per i cittadini e si mettono a rischio molti posti
di lavoro. È bene sottolineare che il 40% dei medici di C.A., a livello
nazionale, ha un contratto a termine. Immaginate le conseguenze sulla
categoria”.
Lo Smi denuncia, inoltre, la netta opposizione al convenzionamento
separato, così come sta accadendo e così come proposto da altri
sindacati: “In questo modo si mettono in discussione i diritti acquisiti
dei medici equivalenti, equipollenti e formati – sottolinea Onotri –
nonché si acuisce la precarizzazione di un lavoro (sottopagato) già di
per sé complesso e pericoloso”.
“Se si elimina la Continuità assistenziale – conclude Onotri – come
identità autonoma, che si coordina con altri soggetti dell'area delle
Cure Primarie, dovremo affrontare uno scenario con due possibili
alternative per continuare ad assicurare le cure ai cittadini: o
appaltare servizio ad esterni privati o farlo ricadere sui medici di
famiglia”.