Al Presidente del Consiglio
Al Presidente della
Repubblica
Al Ministro della Salute
Al Prefetto di Roma
Al Presidente della Giunta Regionale del
Lazio
Al Commissario Straordinario per la
Sanità del Lazio
Ai Parlamentari del Lazio delle
Commissioni Igiene e Sanità
Senato e Affari Sociali Camera
Ai Segretari dei Partiti Politici
Alle Forze Politiche Nazionali e
Regionali
Agli Organi di Informazione
Le Rappresentanze Sindacali Confederali
di categoria, le Organizzazioni Sindacali di categoria del personale del
Servizio Sanitario Regionale tutto, sia del comparto pubblico che del comparto
privato accreditato, le Associazioni datoriali dell’Ospedalità privata e
classificata e dell’ Ambulatorialità, le Associazioni di Rappresentanza dei
cittadini, le Rappresentanze Industriali di settore, rivolgono alle Autorità in
indirizzo un pressante Appello per denunciare la palese violazione del diritto
costituzionale alla tutela della salute dei cittadini che si sta per
configurare nella Regione Lazio.
Dopo anni di interventi comunque
inefficaci, perché privi di un disegno di riassetto razionale, il Sistema
Sanitario Regionale, in tutte le sue componenti sia pubbliche che private, è al
collasso ed i Livelli Essenziali di Assistenza sono a rischio.
Oggi, per un non meglio specificato e
definito obiettivo di rientro dal debito, sono stati già attuati nel Comparto
della Sanità Privata e Classificata, e si predispongono nuovi e pesanti “tagli
lineari” sia in area pubblica che privata, e contestuali vere e proprie
dismissioni di parti del sistema, invano denunciati da più parti, che non
risaneranno la Sanità, ma la porteranno al definitivo collasso.
Come viene enunciato da numerose sentenze
della Corte Costituzionale, le misure previste per l’attuazione di un Piano di
Rientro dal disavanzo sanitario non possono prescindere dalla necessità di
assicurare a tutti i cittadini, in eguale misura, i livelli essenziali delle
prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla tutela della salute, come
sancito dagli art. 3 e 32 della Costituzione.
Al collasso strutturale ed organizzativo
rischia di associarsi una altrettanto grave caduta occupazionale per molte
migliaia di unità, sia in ambito pubblico che privato, tra tutti gli operatori
delle varie qualifiche, con anzianità professionali consistenti, tali da
escluderli potenzialmente in modo definitivo dal mondo del lavoro.
Se questo trend distruttivo,
apparentemente inarrestabile ed affidato alla nuova gestione Commissariale, non
sarà fermato, si determinerà nella Regione Lazio una insopportabile condizione
di disagio che partirà dai cittadini e dai lavoratori per terminare in tutto
l’indotto che orbita nel settore.
Per queste ragioni inconfutabili tutte le
rappresentanze dei lavoratori e dei cittadini, per la prima volta, superando
differenze e diffidenze storiche, si sono unite per denunciare l’imminente
collasso della sanità regionale, per proporre appello alle Istituzioni ed alle
Forze Politiche, per aprire una stagione di lotta civile, alta per contenuti
sociali, determinata a difendere con ogni mezzo i valori della salute e del
lavoro, così come affermato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato.
La reazione dei cittadini e dei
lavoratori, oltre che delle componenti datoriali della sanità privata e
classificata, contro l’irrazionalità delle azioni di governo regionale che si
vanno ulteriormente definendo, si svilupperà con ogni mezzo e non permetterà il
collasso colposo del Sistema sanitario, sia pure non negando, anzi auspicando,
una vera azione di risanamento e di riforma anche di tipo economico.
La sanità della Regione Lazio non può
subire, da chi ha presente solo i conti e non i bisogni di salute, ulteriori
interventi di tagli lineari, senza che si concretizzi una vera e propria
distruzione della rete dei servizi di ricovero, ambulatoriali e territoriali, a
partire dall’emergenza urgenza, che metta in pericolo la tutela della salute
dei cittadini ed i livelli occupazionali.
Per questo c’è bisogno di dare presto
alla Regione un Governo che si assuma la responsabilità delle scelte di riordino,
che sappia dire dei no ma anche dei sì, che compia delle scelte investendo
risorse dove c’è carenza di servizi, e riconverta dove c’è eccesso di offerta
in modo da garantire ai cittadini pari opportunità.
Tutto ciò apparentemente rappresenta il
contrario di ciò che pensa di fare il Commissario governativo che, senza
nessuna forma di confronto con le parti sociali, né di verifica sulle reali
cause della spesa, pensa di far quadrare i conti sopprimendo i servizi e
rottamando lavoratori e posti letto ignorando completamente i bisogni dei
cittadini, in particolare delle fasce più deboli.
Per le gravi ragioni esposte nel presente
Appello, e per richiedere una immediata inversione di marcia alla Regione,
compresa la proroga dei rapporti di lavoro precario, le rappresentanze, che lo
hanno condiviso e proposto, annunciano una Conferenza Stampa per il 28
novembre alle ore 12,00 presso Enpam – Via Torino, 38 in
cui saranno esposte le ragioni della Vertenza per la Tutela della Salute dei
cittadini laziali, e promuovono un
sit-in presso il Palazzo della Regione in Via Rosa R. Garibaldi l’11 dicembre,
ed un calendario di mobilitazioni volte ad impedire che l’oscuro e drammatico
disegno di tagli e distruzione possa concretizzarsi in palese dispregio dei
diritti costituzionali.
Roma, 26 Novembre 2012
hanno firmato tutti i sindacati sia della dirigenza che della convenzionata