Oggi, insieme a Paolo Marotta vice
segretario SMI, sono stata alla conferenza stampa dell’intersindacale
Laziale a rappresentare SMI-FVM per la dirigenza medica e SMI LAZIO
per l’area convenzionate.
Eravamo gli unici medici convenzionati
presenti in sala ed il dr Marotta, nel suo intervento, ha cercato
di portare all’attenzione del pubblico, e della stampa lì presente,
le difficoltà del territorio nel riuscire a continuare ad erogare un
assistenza degna di questo nome.
Lo Smi ha ribadito , insieme a tutte le
voci del mondo medico, il suo sostegno ad un SSR e SSN equo,
universale, capillare e soprattutto pubblico.
Tema, oggi quanto mai attuale,
considerato che il Presidente del Consiglio in questi giorni si è
lasciato andare ad esternazione poco rassicuranti circa la
sostenibilità del nostro sistema, uno dei più economici al mondo ed
il migliore, almeno che questo tsunami ci travolgesse.
Nella Regione Lazio, come è stato
fatto presente, si sta mettendo su una sorta di laboratorio per lo
smantellamento del SS Pubblico e accreditato convenzionato che, oltre
a mettere a repentaglio tanti posti di lavoro per gli operatori
sanitari, mette a rischio anche le prestazioni essenziaie per i
cittadini.
A detta del Senatore Gramazio, unico
esponente politico che ha accettato l’invito dell’intersindacale
medica, se Bondi continua con questi tagli, la metà dei P.S laziali
chiude e più di 3500 precari del settore pubblico andranno a casa, con il pericolo certo che molti servizi ospedalieri non saranno più
erogati.
A rischio di licenziamento anche medici
e paramedici del settore accreditato-convenzionato.
Se così sarà, non illudiamoci che il
territorio riesca a reggere l’impatto dell’aumento della domanda
da parte dei cittadini, con i medici di famiglia sempre più oberati
e strangolati da “impicci burocratici”, con la guardia medica al
di sotto del 50% dell’organico previsto, l’assistenza domiciliare
ormai in esaurimento e le ambulanze del 118 senza medici a bordo.
Ci troviamo in un momento di
transizione in cui i normali rapporti democratici tra istituzioni in
questa regione, ma anche nel paese intero, sono completamente
stravolti. In vacatio di potere da parte della politica, si struttura
l’azione di un Commissario di governo che rifugge da ogni
interlocuzione con le parti sociali: organizzazioni, sindacati,
associazione di malati e cittadini.
Forse è giunta l’ora che come medici
e come cittadini chiediamo chiaramente a chi ha intenzione di
candidarsi al governo di questa regione le proprie intenzioni
verso il SSR.
Sistema pubblico si o no?
Mantenimento degli attuali Lea si o no?
Salute come voce di spesa o indice di
richezza?
L’assemblea ha anche rivolto accorati
appelli alla stampa affinchè, anche in questa circostanza, non ci
oscuri, ma al contrario ci aiuti a sensibilizzare la cittadinanza
sul pericolo reale che venga violato l’art 32 della costituzione: la
repubblica tutela la salute dei cittadini con tutto quel che segue.
Il giorno 11 dicembre l’intersindacale
ha organizzato un sit in davanti alla Regione Lazio.
Se saremo sempre i soliti 10, avremo
perso ancora una volta.