domenica 8 luglio 2012

Dal Messaggero di oggi

Sanità, tagliati anche i ricoveri
«A rischio 2.500 posti di lavoro»
L'allarme della Regione. Polverini: è come dire che la febbre inizia a 38

di Mauro Evangelisti

«Molto peggio di quanto sembrava. Se studi il testo del decreto sulla spending review, trovi solo brutte sorprese», diceva ieri pomeriggio l’assessore al Bilancio della Regione, Stefano Cetica, che ha trascorso il sabato tra telefonate all’Asp, l’agenzia regionale per la sanità, per fare calcoli sui posti letto da tagliare, e conversazioni con il presidente Renata Polverini.

A fine giornata dalla Regione parte un comunicato con le frasi della governatrice che rilanciano l’allarme: «Servizi sanitari a rischio e 2.500 licenziamenti: questo lo scenario che si prefigura per il Lazio applicando il decreto sulla spending review varato dal governo Monti. La versione definitiva del decreto è peggiore rispetto alle più nere aspettative».

Cosa emerge dallo studio del decreto? Alcune brutte sorprese, per la sanità laziali: di fatto bisognerà diminuire i ricoveri, viene abbassato per decreto l’indice di ospedalizzazione, criterio di per sé non sbagliato, ma sarà arduo applicarlo dall’oggi al domani. «È come se dicessimo che per legge i cittadini laziali non si possono più ammalare» scuote la testa Cetica. 

E Polverini brutalizza: «Sarebbe a questo punto più serio modificare i termometri e stabilire che la febbre inizia a preoccupare solo oltre i 38 gradi». In pratica viene indicato un indice di ospedalizzazione da raggiungere entro novembre di 160 per mille abitanti, attualmente è a 180. Resta il rapporto di 3,7 posti letto per ogni mille abitanti; oggi è a 4, il taglio necessario di posti letto è compreso tra 600 e 800. Inoltre, il decreto impone alle regioni di aumentare la fetta di prestazioni offerte in day hospital (dunque senza ricovero): dovranno essere il 25 per cento del totale, mentre oggi il Lazio è circa al 10-15 per cento. 

Altro passaggio che rischia di fare saltare il sistema dell’emergenza (ma non solo): ormai molti pronto soccorso sopportano la carenza di personale grazie ai contratti a termine. Per aggirare il blocco del turnover, sia pure con parsimonia, si ricorre ai rinnovi di incarico consentiti da un articolo di legge di un decreto del 1992. Bene, il testo della spending review blocca questa opportunità. Osserva Renata Polverini: «Ci si impedisce persino di ricorrere a quelle 20-25 assunzioni straordinarie all'anno che servivano per coprire i buchi più pericolosi negli organici degli ospedali».

L’ultimo tassello, quello che fa lanciare l’allarme sui 2.500 licenziamenti, va oltre ai confini della sanità: il decreto impone di chiudere le società regionali che lavorano per la pubblica amministrazione. Rischiano Lazio Service, forse Sviluppo Lazio, potrebbero esserci problemi anche per Astral. Conclude Polverini: «Monti ci convochi per evitare che si vada verso l'implosione dei servizi essenziali per i cittadini». Limatura invece sul fronte della sanità privata, il taglio delle prestazioni sarà dello 0,5 per cento nel 2012, dell’1 per cento nel 2013, dell’2 per cento nel 2014. 

Da Federlazio sanità il direttore Alessandro Ridolfi osserva: «È il momento di scegliere l’acquisto della prestazione più conveniente correlata al maggiore grado di qualità possibile, la sanità privata della nostra Regione rivendica solo il diritto di competere ad armi pari con il pubblico», mentre il senatore del Pdl, Cesare Cursi, spiega: «Anche questa volta si interviene non sulla revisione della spesa ma su tagli lineari che continueranno a premiare le strutture più inefficienti a danno di quelle virtuose». Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Regione, Udc, pur sostenendo la necessità della spending review, avverte: «La manovra sulla sanità rischia di limitare i servizi alle fasce più deboli. Anche le decisioni sulle società in house rischiano di creare nuovi disoccupati».

Il Pd, dopo le dichiarazioni di ieri di Bersani, si sta muovendo per chiedere una sospensiva delle misure previste dalla spending review sui posti letto, per dare il tempo alla Regione di assorbire i cambiamenti in atto tra cinque anni.

Domenica 08 Luglio 2012 - 09:20

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