domenica 8 luglio 2012

Intervista su RAI 3 di venerdì 6 luglio 2012


Pubblico qui lo stralcio della trasmissione di Rai 3 "Cominciamo bene" a cui sono stata invitata a parlare.
Come ha potuto vedere chi ha avuto la pazienza di assistere alla trasmissione, e chi avrà la pazienza di vedere questo breve filmato, il tempo che mi è stato concesso è stato insufficiente a completare il mio discorso, ma si sa che le esigenze della televisione richiedono una maggiore attenzione ai tempi dell'intrattenimento che a quelli dell'informazione.
In ogni caso ciò che avrei voluto dire più compiutamente e che ho potuto solo accennare è questo:
"la medicina generale è rimasto l'unico front office territoriale accessibile a tutti e gratuita, capillarmente distribuita sul territorio il cui costo è irrisorio (appena 6 miliardi su 111 miliardi per la spesa sanitaria comprensiva di costi di gestione, e ancor meno costa la guardia medica solo lo 0,60% del costo totale della spesa comprensivo delle spese di manutenzione delle sedi).
Tutti i medici di medicina generale già oggi, di fatto, a dispetto di tutte le campagne di stampa, offrono un'assistenza h 24 , 7 giorni su 7 per 365 giorni all'anno e lo fanno a costo di grandi sacrifici personali e professionali
Le scelte di questo governo in materia di spending review sono scelte ingiuste che vanno a colpire sempre le fasce più deboli della popolazione e mettono a repentaglio la coesione sociale. 
Il SSN è ormai agonizzante.
Le soluzioni: meno esternalizzazioni, meno appalti, meno consulenze e sicuramente è necessario mettere la politica fuori dalla gestione della sanità pubblica. 
Lo spoil sistem è uno dei fattori responsabili delle derive della sanità , insieme alla corruzione e alla mala gestione dei soldi pubblici. 
Tutto ciò sommato ai costi della medicina difensiva ( e su tale argomento non è mai intervenuto nessun atto legislativo, nonostante le promesse) hanno portato l'intero sistema in default.
Noi medici, in quanto espressione della classe dirigente di questo paese,dobbiamo prendere coscienza che il cambiamento parte anche da noi se teniamo a cuore il sistema pubblico in cui operiamo. E' ora di partecipare e non più di delegare."







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