lunedì 27 agosto 2012

Ma a nome di chi parla Milillo?

Leggiamo da eDott quanto segue, e riportiamo senza condividere:

 

Decreto sanità: MMG soddisfatti, meno gli ospedalieri


I medici di famiglia apprezzano le misure del decreto sulla sanità che il ministro Renato Balduzzi si appresta a portare in Consiglio questa settimana: «Per noi è la riforma più importante dal 1980 a oggi», si spinge a dire Giacomo Milillo, il segretario della Fimmg, il sindacato di categoria con più iscritti. Meno soddisfatti gli ospedalieri soprattutto per la riforma dell'intramoenia che andrà svolta in strutture comprate, affittate o convenzionate dalle aziende.
Si prevede la creazione di gruppi di professionisti - che potranno lavorare anche con pediatri, guardie mediche, specialisti e infermieri - che gestiranno insieme strutture aperte tutto il giorno, dove gli assistiti troveranno sempre una risposta a molti dei loro problemi di salute. «Stimiamo che per mandare avanti questi studi ci vogliano 15-25 dottori spiega Milillo. Siamo contenti che il decreto raccolga le nostre proposte di rifondazione della professione del medico di famiglia». I medici di famiglia di recente hanno polemizzato duramente con Balduzzi per la norma che li obbliga a scrivere il principio attivo dei farmaci sulle ricette e non più il nome commerciale. «Non facciamo ripicche, quella legge non ci piace ma questa ci va bene - spiega Milillo - Certo, non escludo che i singoli medici, dopo anni di frustrazioni e di manovre che hanno cercato di condizionare la loro attività, siano un po' diffidenti, però la strada è quella giusta». Con gli ambulatori strutturati in modo diverso i dottori potranno dedicarsi anche alla medicina di iniziativa, «cioè potremo essere noi a contattare i pazienti, ad esempio cronici, per sincerarci che seguano le terapie facciano gli esami. Con il tempo vedremo una diminuzione dell'attività degli ospedali e quindi una riduzione di spesa. Certo, a quel punto le risorse andranno spostate sulle nostre strutture».
Entro la fine dell'anno i medici ospedalieri potranno svolgere la loro attività privata solo negli ambienti della Asl o dell'ospedale. A tredici anni dall'introduzione dell'intramoenia, il ministro Balduzzi vede «il bicchiere mezzo pieno» poiché solo la metà delle strutture ha rispettato i diritti del cittadino, organizzando la libera professione intramuraria come prevede la legge originale.
I pagamenti ai medici che svolgono attività intramuraria fuori dall'ospedale in assenza di spazi dedicati diventano tracciabili: carte di credito, bancomat, bonifici, assegni, ma niente contante. Le prestazioni hanno tariffe minime e massime. Si prevede anche un prelievo del 5% da investire nella riduzione dei tempi d'attesa. Gli studi privati devono essere collegati alla rete telematica aziendale. In questo caso il medico dipendente in rapporto di esclusiva col servizio sanitario (il 95% hanno compiuto questa scelta) non può lavorare dove siano presenti medici non dipendenti. Per avere l'autorizzazione, su base annuale, dovrà garantire un fatturato pari o superiore a 12 mila euro. I direttori generali che entro marzo 2015 saranno stati inadempienti nel rispetto delle scadenze rischieranno la riduzione del 20% dello stipendio.