giovedì 15 novembre 2012

Il decreto Balduzzi è un tragico Slogan


Riporto un bell'articolo pubblicato il : 14 / 11 / 2012 su Reporter.it a firma di Alessandro Chiari

Il decreto Balduzzi è un tragico Slogan

Il 7 settembre ho partecipato, al Campovolo, alla Giornata della Salute nel contesto della Festa Democratica Nazionale in una veste tecnica, ad un gruppo di lavoro della Commissione Nazionale del Partito Democratico sull’integrazione Ospedale – Territorio che si è tenuta prima del dibattito tra il Ministro Balduzzi, il  Presidente Errani ed il Prof. Ignazio Marino. I lavori della Commissione si sono svolti in un clima di generale perplessità e delusione in relazione alla stesura del Decreto Balduzzi che, presentandosi come un tentativo di riforma del Servizio Sanitario Nazionale, riporta come novità più accattivante la disponibilità del medico di famiglia 24 ore al giorno per tutti i giorni della settimana. Il messaggio è invero molto seducente ma di impossibile realizzazione per una semplicissima questione: per il diritto del lavoro nessuno può di fatto, lavorare per più di 12 ore di seguito. Con questa semplicissima osservazione di carattere normativo, in relazione anche alla regolamentazione della sicurezza sul lavoro, si evince come il decreto abbia un carattere manifesto di slogan politico molto affascinante e come tale di enorme potenza comunicativa. In realtà, aldilà di una generale fragilità del territorio nazionale nel recepimento, ma soprattutto nella messa in atto, dei provvedimenti attuativi necessari, anche in relazione purtroppo ad una differente velocità tra ospedale e territorio dove questa discrepanza è acuita dalle diverse situazioni regionali, l’attuazione di tale decreto, nella maggior parte delle situazioni territoriali, sarebbe piuttosto una fonte di accrescimento della spesa che un risparmio. A nostro parere il decreto si potrebbe ritenere una sorta di truffa legislativa poiché va a generare tutta una serie di aspettative, verso la popolazione, assolutamente insostenibili ed irrealizzabili. Sebbene l’Emilia Romagna presenti un’organizzazione già più facilitata rispetto ad altre, nella messa in atto dell’H24, è necessario sottolineare la reale grande difficoltà dei medici di famiglia regionali nel sostenere un simile carico di lavoro.  Inoltre la soluzione Balduzzi potrebbe spostare il peculiare rapporto fiduciario medico-paziente ad un rapporto molto più approssimativo con la costruzione (ambulatorio) avvicinando di più il cittadino alla struttura (fidelizzazione) piuttosto che al medico di fiducia. Teniamo anche conto che in tempi di crisi, in teoria, per razionalizzare le spese, sarebbe assolutamente necessario assicurare, forse ottimizzare se non potenziare, quei livelli essenziali ed uniformi di assistenza sanitaria che assicurano quelle funzioni critiche come l’emergenza ed urgenza. Il tipo di ristrutturazione sanitaria prospettato dal Ministro favorirebbe quindi, la cannibalizzazione della Continuità Assistenziale creando una serie di problemi assistenziali non indifferenti. La ex guardia medica, uno dei pochi presidi rimasto completamente gratuito, è senz’altro il servizio più esposto, debole e critico delle cure territoriali. Sottolineando nuovamente questa caratteristica di slogan che assume l’operazione del decreto Balduzzi e le aberranti aspettative in contrapposizione al reale disagio che può creare nella popolazione non posso purtroppo non pensare che non sia altro che l’annuncio funebre del Sistema Sanitario Nazionale.