martedì 27 novembre 2012

manifesto dell'intersindacale medica del Lazio

Al Presidente del Consiglio
Al Presidente della Repubblica
Al Ministro della Salute
Al Prefetto di Roma
Al Presidente della Giunta Regionale del Lazio
Al Commissario Straordinario per la Sanità del Lazio
Ai Parlamentari del Lazio delle Commissioni Igiene e Sanità
Senato e Affari Sociali Camera
Ai Segretari dei Partiti Politici
Alle Forze Politiche Nazionali e Regionali
Agli Organi di Informazione


Le Rappresentanze Sindacali Confederali di categoria, le Organizzazioni Sindacali di categoria del personale del Servizio Sanitario Regionale tutto, sia del comparto pubblico che del comparto privato accreditato, le Associazioni datoriali dell’Ospedalità privata e classificata e dell’ Ambulatorialità, le Associazioni di Rappresentanza dei cittadini, le Rappresentanze Industriali di settore, rivolgono alle Autorità in indirizzo un pressante Appello per denunciare la palese violazione del diritto costituzionale alla tutela della salute dei cittadini che si sta per configurare nella Regione Lazio.
Dopo anni di interventi comunque inefficaci, perché privi di un disegno di riassetto razionale, il Sistema Sanitario Regionale, in tutte le sue componenti sia pubbliche che private, è al collasso ed i Livelli Essenziali di Assistenza sono a rischio.
Oggi, per un non meglio specificato e definito obiettivo di rientro dal debito, sono stati già attuati nel Comparto della Sanità Privata e Classificata, e si predispongono nuovi e pesanti “tagli lineari” sia in area pubblica che privata, e contestuali vere e proprie dismissioni di parti del sistema, invano denunciati da più parti, che non risaneranno la Sanità, ma la porteranno al definitivo collasso.
Come viene enunciato da numerose sentenze della Corte Costituzionale, le misure previste per l’attuazione di un Piano di Rientro dal disavanzo sanitario non possono prescindere dalla necessità di assicurare a tutti i cittadini, in eguale misura, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla tutela della salute, come sancito dagli art. 3 e 32 della Costituzione.
Al collasso strutturale ed organizzativo rischia di associarsi una altrettanto grave caduta occupazionale per molte migliaia di unità, sia in ambito pubblico che privato, tra tutti gli operatori delle varie qualifiche, con anzianità professionali consistenti, tali da escluderli potenzialmente in modo definitivo dal mondo del lavoro.
Se questo trend distruttivo, apparentemente inarrestabile ed affidato alla nuova gestione Commissariale, non sarà fermato, si determinerà nella Regione Lazio una insopportabile condizione di disagio che partirà dai cittadini e dai lavoratori per terminare in tutto l’indotto che orbita nel settore.
Per queste ragioni inconfutabili tutte le rappresentanze dei lavoratori e dei cittadini, per la prima volta, superando differenze e diffidenze storiche, si sono unite per denunciare l’imminente collasso della sanità regionale, per proporre appello alle Istituzioni ed alle Forze Politiche, per aprire una stagione di lotta civile, alta per contenuti sociali, determinata a difendere con ogni mezzo i valori della salute e del lavoro, così come affermato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato.
La reazione dei cittadini e dei lavoratori, oltre che delle componenti datoriali della sanità privata e classificata, contro l’irrazionalità delle azioni di governo regionale che si vanno ulteriormente definendo, si svilupperà con ogni mezzo e non permetterà il collasso colposo del Sistema sanitario, sia pure non negando, anzi auspicando, una vera azione di risanamento e di riforma anche di tipo economico.
La sanità della Regione Lazio non può subire, da chi ha presente solo i conti e non i bisogni di salute, ulteriori interventi di tagli lineari, senza che si concretizzi una vera e propria distruzione della rete dei servizi di ricovero, ambulatoriali e territoriali, a partire dall’emergenza urgenza, che metta in pericolo la tutela della salute dei cittadini ed i livelli occupazionali.
Per questo c’è bisogno di dare presto alla Regione un Governo che si assuma la responsabilità delle scelte di riordino, che sappia dire dei no ma anche dei sì, che compia delle scelte investendo risorse dove c’è carenza di servizi, e riconverta dove c’è eccesso di offerta in modo da garantire ai cittadini pari opportunità.
Tutto ciò apparentemente rappresenta il contrario di ciò che pensa di fare il Commissario governativo che, senza nessuna forma di confronto con le parti sociali, né di verifica sulle reali cause della spesa, pensa di far quadrare i conti sopprimendo i servizi e rottamando lavoratori e posti letto ignorando completamente i bisogni dei cittadini, in particolare delle fasce più deboli.
Per le gravi ragioni esposte nel presente Appello, e per richiedere una immediata inversione di marcia alla Regione, compresa la proroga dei rapporti di lavoro precario, le rappresentanze, che lo hanno condiviso e proposto, annunciano una Conferenza Stampa per il 28 novembre alle ore 12,00 presso Enpam – Via Torino, 38 in cui saranno esposte le ragioni della Vertenza per la Tutela della Salute dei cittadini laziali, e promuovono un sit-in presso il Palazzo della Regione in Via Rosa R. Garibaldi l’11 dicembre, ed un calendario di mobilitazioni volte ad impedire che l’oscuro e drammatico disegno di tagli e distruzione possa concretizzarsi in palese dispregio dei diritti costituzionali.
Roma, 26 Novembre 2012

 hanno firmato tutti i sindacati sia della dirigenza che della convenzionata