sabato 17 novembre 2012

L'assemblea autoconvocata del primo distretto

Oggi ho partecipato con piacere all’assemblea autoconvocata dai medici di MMG e pediatri del 1 distretto, che ha visto l’intervento di circa una cinquantina di colleghi.
L'assemblea non nasceva all'interno nè dello SMI nè all'interno della FIMMG, e i rappresentanti sindacali (oltre alla sottoscritta erano presenti il dott. De Francesco e il dott. Pirro) sono stati invitati in qualità di colleghi del territorio, e come tali sono intervenuti.
Non c’era un ordine del giorno prestabilito, e la riunione è stata moderata dalla dott.ssa Carmela Barbaro della Scuola Romana Balint Analitica e dai suoi collaboratori, tutti esperti nella gestione dei grandi gruppi, al fine di contenere la discussione all'interno di un contesto costruttivo.
Ci sono state molte parole in libertà che hanno messo in luce la comune preoccupazione per il  nostro futuro lavorativo, le  difficoltà che affrontiamo quotidianamente, la rabbia ed anche la frustrazione per l’impoverimento e la squalificazione della nostra professione.
Penso che quello di oggi sia stato un momento importante che ha anche testimoniato la voglia da partecipazione di molti di noi, la voglia di incidere sulle scelte organizzative che ci riguardano.
In questi anni si è creato uno scollamento tra “la base” ed i vertici sindacali che li hanno rappresentati a livello istituzionale; ciò è male perché la mancanza di partecipazione e di informazione ci rende deboli e litigiosi.
Questo il momento di cambiare.
Non possiamo pretendere di guidare la nave in porto tracciando la rotta dalla banchina di attracco.
C’è tutta una serie di domande che ci dobbiamo porre e come professionisti e come cittadini e utenti di questo paese. Siamo sicuri che questa annunciata rivoluzione delle cure primarie sia quello che serve in questo momento tragico per la sanità pubblica?
Penso che tutti noi abbiamo letto  i sondaggi, pubblicati su tante riviste di settore i giorni immediatamente successivi all’approvazione del decreto Balduzzi : l’80% dei colleghi non è d’accordo.
Ed ancora: siamo per un sistema sanitario pubblico, come quello, pur con tutti i limiti e le pecche, che abbiamo sinora conosciuto oppure riteniamo utile una commistione con la mutualità integrativa, con il mondo assicurativo o quello cooperativistico?
Personalmente penso che istituzionalizzare le cooperative all’interno del nostro accordo nazionale di categoria ci abbia reso vulnerabili e ci abbia esposto al pericolo dell’esternalizzazione e della deregulation della prestazione medica, così come avvenuto per le prestazioni infermieristiche.
Si è configurata la concreta possibilità per la parte pubblica di bypassare i normali rapporti sindacali per chiudere contratti di lavoro.
Vogliamo continuare a fare i medici sic et simpliciter o dar vita a soggetti imprenditoriali  nel tentativo, secondo me vano, di cavalcare in questo modo il cambiamento?
Il cambiamento secondo me si governa solo in presenza di regole semplici certe e chiare, che valgano per tutti.
Perché non pensare ad un unico contratto di lavoro,  per tutti i medici che operano all’interno del SSN e combattere le derive regionalistiche ed aziendalistiche che ad oggi producono, all’interno di 21 sistemi sanitari regionali diversi, 21 condizioni lavorative diverse, a parità di prestazioni? E all’interno di questi 21 sistemi sanitari, si configurano altrettanti sottosistemi corrispondenti ad altrettante aziende sanitarie.
Tutto ciò genera confusione e debolezza della categoria.
Spero che anche altri colleghi vogliano pubblicare i loro commenti  sul blog (e se non riuscite a inserire le risposte ai post inviatemi le vostre mail e provvederò, se lo vorrete, a pubblicarli sul blog).
Spero inoltre che il 12 gennaio, data in cui l’assemblea dei presenti, si è nuovamente autoconvocata  spero saremo più numerosi.
Un’ultima considerazione: tutte le rivoluzioni  della storia sono sempre  state finanziate, in maniera più o meno manifesta.
Questa della medicina generale in Italia sarebbe la prima rivoluzione (o rifondazione che dir si voglia) della storia a costo zero.
E infine: un'assemblea come quella di questa mattina credo non ci sia mai stata in precedenza, e spero che sia l'inizio  di un'autentica partecipazione dei colleghi alla costruzione del loro destino.