sabato 24 novembre 2012

Quale futuro?

Quello che segue è il mio intervento al consiglio nazionale SMI.
Quale futuro?
In questi giorni, durante i lavori del Consiglio Nazionale SMI, con i colleghi della Commissione di settore abbiamo ragionato molto sul decreto Balduzzi.
E siamo giunti alla conclusione che non ci piace.
Non ci piace perché prevede un ulteriore definanziamento del SSN.
Non ci piace perché prevede una rivoluzione o rifondazione a costo zero.

Vi riporto alcuni stralci della rassegna stampa di settore di settembre 2012, quando il Decreto era ancora in fase di discussione in Parlamento
  • DOCTOR33 
    La riforma dell''h24 per le cure primarie «può partire anche a costo zero» anche se «non si può fare tutto senza risorse».
  • (Adnkronos Salute)
     Basterebbero 6 mesi per realizzare concretamente l'assistenza sul territorio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, come 'disegnata' dal decreto Balduzzi. "Ma serve la volontà: per la continuità dell'assistenza e il lavoro in squadra si può infatti procedere con costi praticamente vicini allo zero
  • DottNet 
    La riforma dell'h24 per le cure primarie ''può partire anche a costo zero''

Di chi sono queste affermazioni? Del Ministro? Di qualche esponente del governo? No sono dichiarazioni di FIMMG e FIMP i 2 sindacati maggiormente rappresentativi della Medicina Generale e della Pediatria. Peccato che il costo zero sarà esclusivamente per la parte pubblica, perché le spese le faranno i MMG, della serie le parole possono fare più danno delle pallottole. Quando si dice il fuoco amico………………
Ma il decreto Balduzzi non ci piace, anche perché mette il dubbio la capillarità della Medicina generale tutta, se è vero come è vero che in tutta Italia non stanno più pubblicando zone carenti di C.A e si stanno chiudendo postazioni; e mette in forse il rapporto fiduciario medico-paziente.

Ecco alcune dichiarazioni dei relatori al decreto:

FLASH-On Barani (relatore D.L. Balduzzi): A causa del ridimensionamento dell'assistenza ospedaliera e della contrazione delle risorse, abbiamo riorganizzato le cure primarie: NON VI E' PIU' UN RAPPORTO PAZIENTE MEDICO MA UN RAPPORTO PAZIENTE-STRUTTURE MULTIDISCIPLINARI, AGGREGAZIONI FUNZIONALI

FLASH- Miotto: DL Balduzzi. Criticità il rapporto con le Regioni e le risorse finanaziarie. Efficacia in parte differita. Costretti a scontentare i medici di famiglia per favorire un incontro tra Governo e Regioni


Più chiaro di così!
Altro punto cruciale è l’introduzione dell’assegnazione di budget alle forme associative multi professionali;con questo si va verso la privatizzazione delle cure primarie.
Infatti CONFINDUSTRIA Lazio ha messo a disposizione, dalle pagine del Sole 24h Sanità, i suoi poliambulatori convenzionati per ospitare studi di MMG. Il passaggio dal convenzionamento all’accreditamento ,può essere veloce.
Non perché lo dice il decreto Balduzzi, ma perché esistono altre leggi che hanno tracciato il percorso: il decreto legge 13 agosto 2011 che introduce all’art 8 gli accordi di prossimità,ovvero la possibilità da parte delle aziende (in caso di crisi economica) di stipulare accordi interni in deroga agli accordi nazionali; abbiamo poi la legge di stabilità di novembre 2011 (in vigore dal 1.1.12) che liberalizza la costituzione di società tra professionisti inseriti in albi professionali e Collegi (medici e non) con la possibilità di inserire come soci soggetti non professionisti con possibilità di finanziamento.
Quindi stipulare in accordo con Confindustria non è fantascienza.
Detto questo, appare lampante che gli ACN sono stati svuotati da qualsiasi significato che non sia puramente formale, tant’è che il decreto Balduzzi prevede che se entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, se le parti non stipulano una sorta d’accordo, ci penserà il Ministero d’ufficio.
Con questo muore il sindacalismo medico, ma anche i medici come categoria , se non ci sarà un cambio di rotta.
Appare evidente che se il nostro futuro sarà in megastrutture faremo meglio a pretendere che siano strutture pubbliche, piuttosto che private accreditate.
Appare altrettanto evidente che la C.A così come la conosciamo non ha futuro. Le sue funzioni saranno attribuite ai medici di A.P? Probabile.
Come sarà possibile continuare ad essere pagati in queste condizioni a quota capitaria?
Non sarebbe meglio essere retribuiti a quota oraria, per esempio come gli specialisti ambulatoriali?
Questo in attesa di un passaggio alla dipendenza, se pensiamo che questo ci tutela meglio, perché io oggi vedo in pericolo il nostro futuro lavorativo. 
Oppure vogliamo trasformarci in un’impresa start up? 
E’ il momento di cominciare ad interrogarci sul futuro che vogliamo.