mercoledì 28 novembre 2012

Resoconto della conferenza stampa dell'intersindacale laziale di questa mattina


Oggi, insieme a Paolo Marotta vice segretario SMI, sono stata alla conferenza stampa dell’intersindacale Laziale a rappresentare SMI-FVM per la dirigenza medica e SMI LAZIO per l’area convenzionate.
Eravamo gli unici medici convenzionati presenti in sala ed il dr Marotta, nel suo intervento, ha cercato di portare all’attenzione del pubblico, e della stampa lì presente, le difficoltà del territorio nel riuscire a continuare ad erogare un assistenza degna di questo nome.
Lo Smi ha ribadito , insieme a tutte le voci del mondo medico, il suo sostegno ad un SSR e SSN equo, universale, capillare e soprattutto pubblico.
Tema, oggi quanto mai attuale, considerato che il Presidente del Consiglio in questi giorni si è lasciato andare ad esternazione poco rassicuranti circa la sostenibilità del nostro sistema, uno dei più economici al mondo ed il migliore, almeno che questo tsunami ci travolgesse.
Nella Regione Lazio, come è stato fatto presente, si sta mettendo su una sorta di laboratorio per lo smantellamento del SS Pubblico e accreditato convenzionato che, oltre a mettere a repentaglio tanti posti di lavoro per gli operatori sanitari, mette a rischio anche le prestazioni essenziaie per i cittadini.
A detta del Senatore Gramazio, unico esponente politico che ha accettato l’invito dell’intersindacale medica, se Bondi continua con questi tagli, la metà dei P.S laziali chiude e più di 3500 precari del settore pubblico andranno a casa, con il pericolo certo che molti servizi ospedalieri non saranno più erogati.
A rischio di licenziamento anche medici e paramedici del settore accreditato-convenzionato.
Se così sarà, non illudiamoci che il territorio riesca a reggere l’impatto dell’aumento della domanda da parte dei cittadini, con i medici di famiglia sempre più oberati e strangolati da “impicci burocratici”, con la guardia medica al di sotto del 50% dell’organico previsto, l’assistenza domiciliare ormai in esaurimento e le ambulanze del 118 senza medici a bordo.
Ci troviamo in un momento di transizione in cui i normali rapporti democratici tra istituzioni in questa regione, ma anche nel paese intero, sono completamente stravolti. In vacatio di potere da parte della politica, si struttura l’azione di un Commissario di governo che rifugge da ogni interlocuzione con le parti sociali: organizzazioni, sindacati, associazione di malati e cittadini.
Forse è giunta l’ora che come medici e come cittadini chiediamo chiaramente a chi ha intenzione di candidarsi al governo di questa regione le proprie intenzioni verso il SSR.
Sistema pubblico si o no?
Mantenimento degli attuali Lea si o no?
Salute come voce di spesa o indice di richezza?
L’assemblea ha anche rivolto accorati appelli alla stampa affinchè, anche in questa circostanza, non ci oscuri, ma al contrario ci aiuti a sensibilizzare la cittadinanza sul pericolo reale che venga violato l’art 32 della costituzione: la repubblica tutela la salute dei cittadini con tutto quel che segue.
Il giorno 11 dicembre l’intersindacale ha organizzato un sit in davanti alla Regione Lazio.
Se saremo sempre i soliti 10, avremo perso ancora una volta.