mercoledì 10 ottobre 2012

Risposta ad un collega

Un collega scrive:
Gentili Colleghi e Rappresentanti Sindacali SMI,
ho ricevuto ieri una mail inviata da SMI Lazio a firma Pina che
così recitava:

"Fermo restando la diffida inviata come Sindacato Nazionale alla Regione Lazio ,inadempiente a sua volta per quanto riguarda la normativa sulla ricetta elettronica, e pur continuando a raccogliere presso la nostra sede di via Merulana, le adesioni per citare la suddetta Regione in giudizio, invitiamo tutti i colleghi a cominciare ad andare a regime per evitare contenziosi e lungaggini."
Debbo esprimere il mio più profondo sconcerto e la mia irritazione riguardo a questa linea di condotta che ritengo contraddittoria, disorientante e schizofrenica.
Il 29 settembre ho ricevuto una mail dallo stesso SMI LAZIO con il testo della diffida alla Regione da parte dello studio legale Puliatti, per conto dello SMI e dei suoi iscritti (me compreso) che condivido pienamente e che recita:

"Con la presente, pertanto, nell'interesse del Sindacato dei Medici Italiani-SMI, e dei medici di medicina generale allo stesso aderenti significo che, persistendo tale stato di cose e, in particolare, permanendo l'inadempimento degli obblighi assunti, i Medici di medicina generale associati allo SMI che non potranno adempiere all'invio della c. d. "Ricetta Telematica", dovranno essere esentati dai relativi obblighi."

Se si dichiara che non si può adempiere, NON SI ADEMPIE.
Se si manda una diffida legale alla Regione perché si crede nella linea della fermezza. la linea deve essere questa ad oltranza. Lo dimostrano i colleghi delle Regioni Marche, Calabria, Campania, Piemonte, Sardegna e Alto Adige, che a fronte dell'obbligo già decorso dal 1° luglio, hanno inviato le ricette per una media del 2% circa !!!!!
Credo che all'interno del Sindacato ci sia bisogno di una chiara discussione e decisione sulle linee di comportamento da seguire e PERSEGUIRE. Per salvare la faccia nei confronti dei colleghi e della Regione !!!
Ringrazio per l'attenzione 

Rispondo volentieri al collega e amico, e lo faccio pubblicamente omettendone il nome a garanzia della sua privacy, perchè i suoi dubbi possono essere condivisi da molti.

Quanto scritto nel messaggio che ha provocato il tuo sconcerto e la tua irritazione risponde al buon-senso ed alla politica di minor danno e di garanzia per i colleghi.

L'adesione alla ricetta telematica è, nostro malgrado, un obbligo di legge recepito direttamente nell'Accordo Collettivo Nazionale, e non per nostra colpa, infatti lo SMI e lo SNAMI hanno dovuto piegare la testa sottoscrivendo a loro volta un accordo già stipulato da altri, per non essere esclusi dalle trattative regionali ed aziendali, ed è appunto in ambito locale che stiamo cercando di limitare i danni.

Lo SMI non può invitare i colleghi a non ottemperare agli obblighi di legge. Data la sua condizione di sindacato può soprattutto cercare di mettere dei paletti di garanzia per i colleghi che non riescono ad adeguarsi, data anche l'inadempienza della Regione nel far fronte agli accordi sottoscritti.
La lettera dello Studio Puliatti per conto dello SMI ha appunto lo scopo di garantire questi colleghi, ma l'obbligo di legge rimane.
Per cui come dici te: "se non si può adempiere, non si adempie" e il sindacato difenderà fino in fondo i colleghi in tali condizioni, ma dobbiamo dire anche che "se si può adempiere, si adempie", ferme restando le giuste rivendicazioni per le inadempienze della parte pubblica, e se non lo si fa, pur potendolo fare, ci si espone al contenzioso, e questo ai colleghi lo dobbiamo dire.
Evidenzierei oltretutto che gli altri sindacati su questa faccenda sono rimasti del tutto passivi, e la nostra diffida alla regione è stata a tutt'oggi l'unica iniziativa presa a difesa dei colleghi insieme al coinvolgimento da noi  voluto,grazie a Cristina Patrizi, dell'Ordine dei medici di Roma.

Per quanto riguarda la "Linea della fermezza" non posso dire che i colleghi ci diano la forza di perseguirla, infatti non solo in quantità considerevole rimangono iscritti al sindacato che ci ha messo in questa situazione, ma anche quelli che si sono iscritti con noi, trascurano, ad esempio, di venire a sottoscrivere la citazione in giudizio della Regione per le sue inadempienze, e non partecipano ad altre nostre iniziative.
La forza del sindacato è nella partecipazione ATTIVA dei suoi iscritti e invito tutti a venire in sede a collaborare e magari a ricoprire ruoli di responsabilità in prima persona, perchè, vi assicuro, la fatica è tanta e la gloria è poca.
In ogni caso, come dice talvolta un mio amico: "Our first necessity is lucidity". 

Con affetto e stima
Pina