venerdì 21 settembre 2012

Comunicato Stampa sugli Ambulatori QuaMed: Richiesta di confronto urgente con Renata Polverini

COMUNICATO STAMPA

SMI-LAZIO, “AMBULATORI QUAMED”: SUBITO CONFRONTO CON RENATA POLVERINI.
IN ASSENZA DI DIALOGO, PRONTI A PROCLAMARE LO STATO DI AGITAZIONE

Secondo la delegazione del Sindacato dei Medici Italiani del Lazio, è mancata la consultazione tra le parti sociali per la realizzazione del progetto sanitario

(Roma, 22 settembre) - Il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi),  chiede un confronto urgente con Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, in merito all’istituzione e alla reale utilità degli “Ambulatori Quamed” (strutture di medicina generale di quartiere), gestiti dai medici di famiglia. Il progetto, pianificato senza alcuna consultazione tra le parti sociali partirà, in via sperimentale, a Roma, con l’attivazione di 5 ambulatori, aperti 7 giorni su 7 e attivi 12 ore su 24. Secondo Gian Marco Polselli, segretario generale Smi-Lazio: «L’iniziativa viene rigettata in toto, in quanto mostra una serie di criticità». In primis, il Sindacalista sottolinea che, gli “Ambulatori Quamed”, «segnano la perdita di capillarità del servizio del medico di famiglia, accentrando in un solo ambulatorio circa 100.000 utenti, con la partecipazione di 100 medici, con turni previsti dalle ore 8 alle 20». Inoltre, i costi di gestione strutturale e del personale, «sono a carico dei medici, che già fanno parte delle unità di cure primarie (Ucp), dislocate sul territorio». Mentre, sul versante strettamente economico, Gian Marco Polselli denuncia «l’impossibilità di stabilire l’effettivo costo del progetto». Anche perchè, nonostante gli obblighi di dotazione strumentale ed organizzativa, «non è previsto alcun compenso per il personale medico che aderirà all’iniziativa. Mentre, restano oscure, le modalità di scelta della dislocazione delle sedi, dei gruppi coinvolti, per finire ai coordinatori dei progetti». Pertanto, Gian Marco Polselli, conclude: «Qualora la nostra richiesta di confronto non venisse accolta proclameremo, al più presto, lo stato di agitazione».

Ufficio Stampa Smi-Lazio