martedì 4 settembre 2012

Una brutta commedia

Di seguito riporto quanto pubblicato sul sito SMI Nazionale dove si evidenzia  come FIMMG, che non ha mai veramente fatto uno sciopero a difesa dei medici, ora sembra essere disposta a fare un paradossale sciopero per sostenere il Governo contro le Regioni, in nome di una fantomatica "Rifondazione" , leit-motiv della segreteria del dott. Milillo, il quale si prepara ad un immeritato terzo mandato, costruito sulle macerie della medicina generale, ormai bersaglio privilegiato di qualsiasi iniziativa politica demagogica e frequente oggetto di dileggio mediatico.

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

DECRETO SANITA', SMI: UNA BRUTTA COMMEDIA AGOSTANA

COMUNICATO STAMPA

DECRETO SANITÀ, SMI: UNA BRUTTA COMMEDIA AGOSTANA, CON LA REGIA DEL MINISTRO BALDUZZI E LA COMPLICITÀ DELLE REGIONI. SURREALE DICHIARARE LO STATO DI AGITAZIONE A SOSTEGNO DEL GOVERNO
LO SMI CONVOCA UNA SEGRETERIA NAZIONALE STRAORDINARIA L’8 SETTEMBRE
SALVO CALÌ, SEGRETARIO SMI: “SBAGLIATO RICORRERE ALLO STRUMENTO DEL DECRETO INVECE DI CERCARE CONSENSO IN PARLAMENTO. DA RIVEDERE DEFINITIVAMENTE IL RUOLO DELLE REGIONI SULLA SANITÀ. INCREDIBILE IL COLLATERALISMO DI ALCUNI SINDACATI E IL CORPORATIVISMO DI ALTRI. SIAMO DI FRONTE AL PRIMO SCIOPERO A FAVORE DI UN GOVERNO. ASSISTIAMO ALL’ENNESIMO PASTICCIO SULLA SANITÀ”
Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi ha deciso di convocare una segreteria nazionale straordinaria il prossimo 8 settembre a Roma, tra i tempi centrali il dibattito e le polemiche attorno al cosiddetto Decreto Sanità. Per il segretario nazionale dello Smi, Salvo Calì, «assistiamo a un impazzimento della politica e del confronto sindacale».
«Le polemiche attorno al cosiddetto decreto sanità, presentato dal ministro Balduzzi, – aggiunge - dimostrano la scarsa considerazione dei gravi problemi che colpiscono la nostra sanità pubblica nonché le criticità sulla tenuta stessa del welfare in Europa. Il settore socio assistenziale e sanitario necessita di chiari interventi di modernizzazione, non di guerre tra bande: da un lato i sindacati governativi, sempre in linea con il ministro e che addirittura fanno l’esegesi delle varie versioni di decreto che circolano da settimane, dall’altro le organizzazioni più corporative in difesa dello status quo e, infine, le Regioni sempre più protagoniste di un malinteso federalismo che tiene in ostaggio il nostro Ssn. L’ultimo colpo di scena è la demolizione dell’ultima bozza di decreto da parte dei “governatori” regionali e la conseguente dichiarazione del primo stato di agitazione filo governativo della storia del sindacalismo italiano. Uno scenario surreale che rischia di travolgere ogni prospettiva riformatrice».
«Sbagliato innanzitutto – continua il dirigente dello Smi – fare un decreto che contiene tutto per finire poi per non cambiare nulla. Con il rischio, inoltre, che venga affossato proprio per il tipo di strumento normativo utilizzato: l’urgenza dove è nella campagna salutista sulle bibite gassate. Forse era più adeguato definire un percorso legislativo costruito sulla condivisione (soprattutto in Parlamento, dove questo decreto, se approvato, in fase di conversione verrà azzoppato) e partendo da una base solida, come le conclusioni dei tavoli tecnici sindacali dei mesi scorsi. Invece, abbiamo letto un testo che modifica vari aspetti di quei documenti di consenso e che comunque li banalizza nei mezzi di comunicazione giocando su slogan facili come quello sull’assistenza sulle 24 ore. Come se ora non esistesse già l’h24, seppur con mille problemi (tra questi la precarietà e la scarsa sicurezza in cui lavorano i medici del settore) Facendo ciò si è creata preoccupazione sul futuro della guardia medica, sul cattivo utilizzo del 118, sulle prospettive del lavoro dei medici di famiglia e delle aggregazioni previste (obbligatorie o no). Del tutto inaccettabile, poi, le norme sulla libera professione, da un lato un’ennesima proroga sotto mentite spoglie, dall’altro un’accozzaglia di provvedimenti punitivi nei confronti del medici».
«Infine – conclude Calì – è ora di rimettere mano alla riforma del Titolo Quinto, non si può rimanere ostaggi delle Regioni, che in questi anni hanno disegnato un Ssn balcanizzato e non uniforme, a scapito dei cittadini e degli stessi medici e terreno di conquista clientelare dei partiti. Ora vedremo che fine farà questo decreto, noi rimaniamo scettici, ma pur sempre disponibili al dialogo e alla reale modernizzazione dei nostri servizi sanitari».
Roma, 4 settembre 2012
DA IL SOLE 24 ORE SANITA'
Decretone Balduzzi: ecco l'ultimo testo all'esame delle Regioni

Un articolato snellito a 18 articoli dai 27 originari. E su cui il Governo dovrà decidere ora se procedere con un decreto legge o con un disegno di legge. Le Regioni dal canto loro sono state chiare: se deve essere un decreto ci vuole più tempo per analizzarlo, se sarà un Ddl invece può anche essere approvato domani dal Cdm per poi discuterne nelle aule parlamentari.

Rispetto al primo testo (quello del 27 agosto) saltano gli articoli sulla non autosufficienza, sulla riorganizzazione delle aziende ospedaliero-universitarie, i due sugli emoindennizzi, quello sulle sperimentazioni e quello sui medicinali omeopatici e sulle sostanze ad azione ormonica. Niente revisione poi della dirigenza del ministero della Salute e passaggio alle Asl del personale navigante, né revisione delle tariffe per i servizi resi dal ministero o pubblicità dei prezzi dei beni e servizi.

In forse anche l'articolo sul fascicolo sanitario elettronico, ma solo perché l'argomento è previsto nel provvedimento sull'agenda digitale.

Saltano poi dal testo la tassa sulle bevande edulcorate (che comunque sono sottoposte a regole più stringenti e su quelle alcoliche. E si ammorbidiscono i testi della riforma delle cure primarie e della revisione del prontuario farmaceutico.

Le Regioni hanno votato un ordine del giorno sul decreto in cui la Conferenza «con riferimento alla bozza di "provvedimento recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute", non ravvisa nell'ultimo testo reso disponibile soltanto oggi gli elementi di decretazione d'urgenza - strumento il cui utilizzo va limitato, come autorevolmente richiamato dallo stesso Presidente della Repubblica - in quanto sono presenti aspetti normativi anche di dettaglio e di programmazione di competenza delle Regioni, mentre mancano o sono state riproposte in modo non concordato le disposizioni su cui si era incentrato il confronto fra il Ministero della Salute e Regioni, portato avanti in questi giorni: le norme per l'indennizzo degli emotrasfusi, la revisione della normativa antincendio, le norme definitive sull'esercizio della libera professione, l'utilizzo dei farmaci off-label, i precari per le Regioni con i piani di rientro».

L'odg «evidenzia inoltre che non sono stati recepiti molti emendamenti presentati dalle Regioni e da queste considerati irrinunciabili e dirimenti per la garanzia di un corretto rapporto istituzionale fra i due livelli di governo e ribadisce la volontà di proseguire un lavoro di confronto finalizzato alla sottoscrizione del nuovo Patto per la salute (2013-15), fondato sul rispetto del principio della leale collaborazione, nell'interesse di perseguire obiettivi rivolti alla sostenibilità, universalità ed equità del Servizio Sanitario Nazionale nelle sedi concertative e con gli strumenti più idonei, garantendo le risorse necessarie alla tenuta del sistema».

Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi chiesti sempre dalle Regioni però, il ministro ha potuto solo garantire che saranno presi in considerazione durante la conversione del decreto o di legge di stabilità o di Patto per la salute: il tempo stringe per poter essere integrati nel decretone.