mercoledì 19 settembre 2012

I pediatri siciliani dicono NO alla prescrizione per principio attivo in età pediatrica

Adolfo Porto, segretario regionale Fimp Sicilia dopo aver ricordato che “la rimborsabilità a carico dello Stato del farmaco prescritto dai medici, prima del decreto, era pari al costo del farmaco equivalente di minor costo; la rimanente quota era a carico del cittadino (e quindi non a carico della comunità), ciò fa sorgere qualche ragionevole dubbio sull’effettivo risparmio che la legge in questione mira a ottenere” sostiene anche che la prescrizione per principio attivo presenta ulteriori specifici problemi in pediatria: “... com’è noto la sperimentazione in età pediatrica è limitatissima... ....considerato che in pediatria sono principalmente gli sciroppi ad essere prescritti, i principali parametri come, ad esempio, la palatabilità che è l’elemento cardine per acquisire gradimento e adesione alla terapia, tutto ciò è la vera garanzia del successo terapeutico... l’adesione alla terapia da parte del bambino e della sua famiglia non è facile da ottenere e per tale motivo la scelta del farmaco, l’esperienza del pediatra e il rapporto fiduciario con la famiglia sono fondamentali. Sull’aspetto palatabilità anche gli informatori scientifici dei farmaci brand hanno un ruolo importante. Per il farmaco generico quanto sopra, ovviamente, è improbabile e complicato da realizzare”... l’elemento di forza del pediatra di libera scelta è la sua capacità nel prescrivere farmaci graditi e schemi posologici estremamente, che diviene elemento di sicurezza per le famiglie ed elemento di successo terapeutico, facilitato dal fatto che lo sciroppo brand, ad esempio, ha un misurino con dosaggio scrupolosamente graduato. Per la miriade di farmaci generici (non soggetti tra l’altro ad alcuna attività informativa presso il medico) tutto ciò non può essere più considerato. Nasce quindi l’indubbia difficoltà da parte del pediatra a individuare l’esatta posologia, non conoscendo il metodo di dispensazione della sostanza nel farmaco generico e la concentrazione del principio attivo. I pediatri di famiglia saranno costretti, a sostituire il generico con il brand più gradevole di gusto, inoltre a consigliare i genitori dei loro piccoli pazienti, dopo aver prescritto un generico, di leggere il foglietto illustrativo, oppure di chiedere al farmacista, ciò sgretolerà in un sol colpo quegli elementi di forza della strategia terapeutica in pediatria, faticosamente costruita negli anni” 
La conclusione quindi è che è necessario: “un intervento di modifica sul decreto che esoneri, per le ragioni su esposte, i pediatri da tale obblighi e vincoli prescrittivi”.


Che dire? Senza dubbio il Ministro Balduzzi con questo provvedimento è proprio entrato nel delicato rapporto medico paziente come un elefante in una cristalleria.